Il salone convegni dell’OMCeO di Reggio Calabria si sta svuotando, sono appena terminati i lavori del simposio La filiera della comunicazione in Sanità e Amedeo Bianco, Lorenzo Del Boca e Pasquale Veneziano si stanno stringendo la mano. In questa immagine ci sta gran parte del significato di questo appuntamento: i medici e i giornalisti italiani iniziano a confrontarsi, a dialogare. E lo fanno in Calabria, terra che va in prima pagina soprattutto per fatti di malavita e di malasanità. “Dobbiamo invertire una tendenza” ha detto il presidente FNOM durante il dibattito, “E iniziare a pensare che la formazione venga al primo posto dei reciproci percorsi professionali, non come tentativo di sistemare sconquassi già avvenuti”. Sullo stesso tema Del Boca era stato determinato, aggiungendo uno sguardo comune alle problematiche deontologiche, che “tanti punti di contatto hanno tra di loro e che potrebbero essere terreno comune di avvio di questo dialogo”.
Presidente Veneziano, un primo commento ai lavori del convegno?
Sono soddisfattissimo. Direi che tutti gli interventi sono stati di alto spessore e che anche il dibattito finale, decisamente accesso, è stato interessante, dimostrando che ci sono punti caldi ed elementi di frattura che dobbiamo affrontare insieme, medici e giornalisti.
L’elemento che è emerso con maggior forza?
Che non c’è più tempo e occorre dialogare. I medici curano i cittadini, i giornalisti parlano ai cittadini: o medici e giornalisti si parlano o ne faranno le spese i cittadini stessi.
Il tema della fomazione è stato particolarmente sottolineato…
Abbiamo ascoltato con attenzione un dato, espresso da molti: tante volte le notizie di sanità vengono affidate a soggetti non adeguatamente professionalizzati. Spesso, soprattutto nelle redazioni dei quotidiani locali, le notizie che ci riguardano da vicino sono trattate da giovani che non sempre hanno un’adeguata preparazione culturale. Questo è preoccupante se connesso con un altro dato: la necessità di dare la notizia prima degli altri. Noi sappiamo che se si da una notizia erronea in sanità si può provocare un danno inestimabile: si generano opinioni, si costruisce un sentire comune e sociale che può avere ricadute pesantissime.
Dal Convegno sono uscite “ricette” per affrontare questo tema?
I medici e le strutture sanitarie hanno l’obbligo di comunicare meglio, i giornalisti di comunicare correttamente. Proposte come quelle avanzate dall’Università di Pisa, che ha creato un master in comunicazione bio-sanitaria, sono l’ideale.
Siamo in Calabria: malasanità e Sud non sono troppo spesso sbattute in prima pagina?
Ed ogni volta si crea un danno inestimabile! Come è stato detto anche durante il convegno, se una notizia di cattiva sanità viene dalla Calabria, state certi che rimarrà sulle prime pagine per giorni e giorni. Purtroppo il mondo dell’informazione non percepisce che questo equivale al cane che si morde la coda: peggio si parla della nostra sanità, e sempre minore è la fiducia che i cittadini riporranno verso quel settore chiamato a curarli. Ognuno di noi, medici e rappresentanti della professione medica, è in attesa di un cambiamento di attenzione che, siamo certi, prima o poi dovrà accadere…
Quale messaggio viene dunque da Reggio?
Il messaggio è che è essenziale che parta un percorso comune e condiviso. Entrambi i mondi professionali, quello medico e quello giornalistico, hanno interesse ad affrontare le tematiche che li rendono contigui. Dopo questa giornata c’è la speranza che questo percorso prosegua. E’ essenziale sia per il mondo della sanità che anche per il mondo giornalistico. Questa è l’unica strada per una comunicazione efficiente.
Credo sia un elemento di orgoglio per lei che questa strada parta proprio dalla sua città…
Certo per me personalmente è una soddisfazione profonda che questo cammino s’avvii da Reggio. E non voglio negare che anche la coincidenza di questo convegno con l’anno del Centenario di fondazione Fnomceo mi renda ancor più lieto, visto l’importanza di questa ricorrenza. E’ l’inizio di un cammino, come ha detto Amedeo Bianco, nella speranza che ci conduca comunemente verso obiettivi concreti.
Autore: Redazione FNOMCeO