Nel nostro Paese i tumori professionali che vengono segnalati all’INAIL sono circa il 10% di quelli attesi. Tra le principali cause di questo notevole divario si evidenziano la scarsa specificità delle forme tumorali professionali rispetto a quelle di origine non professionale e il lungo periodo di latenza che rende difficoltosa, se non impossibile, un’adeguata ricostruzione delle esposizioni lavorative.
Proprio in conseguenza della lunga latenza, i tumori professionali insorgono frequentemente dopo il pensionamento, quando le persone non sono più sottoposte alla sorveglianza sanitaria prevista negli ambienti di lavoro. Pertanto è evidente il ruolo fondamentale che i Medici di Medicina Generale hanno per il corretto riconoscimento di questi tumori, professionisti sui quali si impernia usualmente la gestione dei soggetti ex-esposti a sostanze cancerogene, sia per quanto riguarda la fase di prevenzione (stima del rischio, comunicazione, counseling), che per quella di follow-up diagnostico.
Questi temi saranno al centro dei lavori di un convegno dal titolo “Tumori professionali – Alla ricerca dei casi perduti: dal sospetto alla diagnosi” organizzato, in collaborazione, dall’Ordine dei Medici di Reggio Emilia, dall’Università di Modena e dalla Società Medica “Lazzaro Spallanzani”, che avrà luogo a Reggio Emilia (Sala Manodori dell’Università) sabato 24 settembre.
Il programma prevede una sessione sul tema “I tumori professionali perduti : il sospetto diagnostico”, moderatori Salvatore De Franco, Presidente dell’Ordine e Giuseppe Albertini, responsabile ISDE. Seguirà un tavola rotonda su “La diagnosi e la gestione dei casi di tumore professionale” alla quale parteciperà , tra gli altri Giuseppe Miserotti, presidente dell’Ordine di Piacenza.
Per informazioni: Omceo di Reggio Emilia – 0522/382100 , e-mail: ordinedeimedicire@tin.it
Autore: Redazione FNOMCeO
