“La campagna dell’Ordine dei Medici di Bari, con l’immagine della donna ammalata che chiede all’Italia di non abbandonare né lei né tutti gli altri pazienti, ha colpito nel segno: volevamo aprire un dibattito sul regionalismo differenziato, scuotere le coscienze. Volevamo la certezza che il nostro Servizio Sanitario Nazionale, con i suoi principi di equità, universalità, uguaglianza, solidarietà non fosse messo a rischio dalla spinta verso le autonomie regionali. E, tra ieri e oggi, abbiamo avuto dalla politica le prime risposte”.
Così il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli, commenta le prese di posizione arrivate da più fronti a seguito del lancio, lunedì scorso, della campagna, partita proprio dal suo Ordine. Dopo gli interventi di ieri del Ministro della Salute Giulia Grillo, che ha affermato di condividere le preoccupazioni dei medici, del vicepremier Salvini e del Governatore del Veneto Zaia, che, pur convinti del percorso, hanno rassicurato sul fatto che ‘nessuno vuole abbandonare nessuno’, e delle analoghe risposte allo stesso Anelli, durante un’intervista al Tgcom24, dell’assessore all’Istruzione della Regione Lombardia Melania Rizzoli, oggi è stata la volta di Stefano Bonaccini. Il Governatore dell’Emilia- Romagna, nonché presidente della Conferenza Stato-Regioni, ospite di Agorà, su Raitre, ha infatti affermato a chiare lettere: “Io prima che emiliano mi sento italiano”.
“Apprezziamo fortemente le parole di Bonaccini e il suo auspicio di preservare il Servizio sanitario nazionale – conferma Anelli -. Bonaccini, del resto, anche nella sua proposta di intesa per l’autonomia ha più volte ribadito il sostegno ai valori di solidarietà e universalità del Servizio sanitario nazionale. Ci aspettiamo ora il coinvolgimento dei professionisti della salute nei percorsi per realizzare le autonomie delle Regioni”.
Non accetta, invece, il presidente Fnomceo le forzature volte a far degenerare il dibattito in una lotta tra Nord e Sud.
“Le autonomie regionali sono previste dalla Costituzione – chiarisce – che vuole avvicinare lo Stato ai cittadini. Noi non siamo per una guerra tra Nord e Sud, siamo per la difesa dei soggetti fragili e per la salvaguardia dei diritti: il diritto alla tutela della salute e quello all’uguaglianza nell’accesso alle cure su tutto il territorio italiano, garantita dal Servizio Sanitario Nazionale”.
“Noi medici, così come gli altri professionisti della Sanità, non vogliamo fare politica– conclude -. Quello che vogliamo, e che siamo disposti a fare sin da subito, è mettere, nell’ambito di questa battaglia che non può che essere unitaria e condivisa da tutti, le nostre competenze al servizio della politica”.
Ufficio Stampa Fnomceo
informazione@fnomceo.it
21/2/2019
Autore: Ufficio Stampa FNOMCeO