Si è concluso domenica 22 marzo 2009 il XXIX Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana Donne Medico, dal titolo “LA MEDICINA DELLE DIFFERENZE. Il genere e le culture della guarigione: la medicina di genere tra scienza e società”, che si è tenuto a Roma presso l’Hotel Crown Plaza.
Il Congresso è stato aperto con i saluti della Dott.ssa Patricia Cecchi, Presidente della sezione “Roma centro”, che ospitava il congresso stesso e della Presidente Nazionale, Dott.ssa Ornella Cappelli, che ha voluto sottolineare il filo sottile che unisce, nei temi trattati, gli ultimi Congressi nazionali dell’Associazione, di cui l’attuale costituisce la sintesi ideale. In particolare ha evidenziato come il programma del Congresso affronti, nelle sue diverse sessioni, gli elementi fondanti della “medicina di genere”: le differenze e le diseguaglianze tra generi, le differenze biologiche che sono alla base della diversa risposta di uomini e donne alla “malattia”, l’interazione tra salute e “ruoli di genere” ed infine come si afferma l’”identità di genere”.
Primo ospite il Dr. Aldo Morrone, che ha trattato un tema di grande attualità: i movimenti migratori ci pongono davanti non solo a patologie diverse, ma soprattutto ad un modo diverso di intendere la malattia. Questo impone una grande riflessione ed una vera e propria rivoluzione culturale.
Altrettanto affascinante è stata la Lettura Magistrale della Professoressa Maria Grazia Modena, cardiologa, rappresentante per l’Italia della European Society of gender Medicine, responsabile del Centro “Benessere Donna”, primo in Italia dove le donne trovano un percorso clinico diagnostico “su misura”. Nella sua relazione ha illustrato le differenze anatomofunzionali tra il cuore della donna ed il cuore degli uomini, partendo dalle prime segnalazioni di Bernardine Healy, prima donna nominata direttrice del National Institues of Health, fino alle ultime pubblicazioni scientifiche, che studiano i risultati della ricerca disaggregando i dati per il sesso. Grande interesse ha suscitato la citazione alla Cardiomiopatia di Takotsubo, la Sindrome del Cuore spezzato, che colpisce praticamente solo le donne.
Sono seguite altre interessanti relazioni che hanno affrontato il tema della peculiarità del sistema immunitario femminile e degli effetti dello stress come fattore in grado di influenzare le manifestazioni cliniche.
La Prof. Franconi dell’Universiità di Sassari coresponsabile del Progetto Strategico “La Medicina di Genere come Obiettivo Strategico per la Sanità Pubblica: l‘Appropriatezza della Cura per la Tutela della Salute della Donna” ha illustrato il problema dell’uso dei farmaci nel sesso femminile
Il Prof Mennucci, endocrinologo dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi di Firenze, ha sottolineato la peculiarità delle complicanze del diabete di tipo 2 e nella specificità nella risposta ai farmaci
La Dott.ssa Viviana Egidi, del Dipartimento Studi Sociali, Economici, Attuariali e Demografici dell’Università “La Sapienza” di Roma, ha portato i risultati dell’indagine ISTAT sui dati di sopravvivenza, da cui emerge che nonostante la vita media attesa sia più lunga per le donne, il vantaggio rispetto agli uomini si è ridotto, negli ultimi 20 anni, da 6.7 anni a 5.6 anni. Nella sua brillante esposizione ha ipotizzato che questa “perdita” sia dovuta ad una più rapida riduzione della mortalità per cause cardiache nel sesso maschile, lasciando ad altri l’interpretazione delle motivazioni.
La dr. Cecchi chirurgo plastico dell’Ospedale Bambin Gesù di Roma ha presentato una interessante relazione sulla percezione del corpo e ha illustrato alcuni aspetti estremi della ricerca del senso estetico che possono arrivare a risultati aberranti.
I gruppi di lavoro coordinati dalla dr. Melillo hanno messo a confronto le esperienze di diverse organizzazioni sanitarie nel realizzare i percorsi clinico assistenziali sviluppati in ottica di genere. Il confronto ha fatto emergere differenze significative nelle diverse realtà regionali stimolando il dibattito.
Autore: Redazione FNOMCeO