Ex medici, radiati, che dichiarano pubblicamente di voler continuare a esercitare, reclutando attraverso i social e conferenze in giro per l’Italia i loro adepti; odontoiatri che, radiati per aver "coperto" abusivi, riaprono lo studio con escamotage burocratici. Ma cosa rischierebbero queste persone, se alle parole dovessero seguire i fatti?
"Sicuramente potrebbero essere denunciati per esercizio abusivo della professione medica o odontoiatrica – spiega il presidente della Commissione Albo Odontoiatri della Fnomceo, Giuseppe Renzo -. Ma anche in caso di
condanna, le pene sarebbero comunque irrisorie: l’articolo 348 del Codice Penale, nell’attuale formulazione, prevede infatti la reclusione sino a sei mesi o una multa da centotre euro a cinquecentosedici euro. Cinquecentosedici euro! Meno della sanzione per un venditore abusivo di palloncini!".
"Siamo quindi all’ennesimo paradosso tutto italiano – continua Renzo -. Finalmente, da pochissimo, sono ripresi, dopo più di due anni di sospensione, i lavori della Commissione Centrale per gli Esercenti le Professioni Sanitarie, l’organo al quale i medici e gli odontoiatri possono fare ricorso, tra l’altro, contro i provvedimenti disciplinari. Il ricorso
sospende l’efficacia della sanzione: quindi per due anni tutti i provvedimenti di sospensione e radiazione contro cui i sanitari ricorrevano erano inapplicabili. Ora si vedono le prime sentenze, che non saranno sospese da eventuali ricorsi in Cassazione. Bene: se gli ex colleghi dovessero disgraziatamente continuare a esercitare, queste sarebbero le punizioni "esemplari".".
"Per questi motivi – conclude Renzo -, la Cao nazionale torna a chiedere, con più forza, che il Parlamento riveda, in senso di inasprimento delle sanzioni, l’articolo 348 del Codice penale. Non siamo soli in questa battaglia: siamo sicuri che tutta la Fnomceo sia dalla nostra parte, per non svuotare di significato non solo la funzione disciplinare, ma la stessa iscrizione agli Albi, rendendole, nei fatti, atti di pura forma".
Autore: Redazione FNOMCeO