Renzo: ecco i principi della riforma ordinistica

Una forte sollecitazione alle forze politiche e al Parlamento perché utilizzino i prossimi mesi per varare finalmente la riforma degli Ordini professionali: Giuseppe Renzo ha concluso così l’Assemblea nazionale CAO, tenutasi a Roma sabato 17 dicembre. Quello di Renzo è non tanto un appello, quanto un ribadire la posizione chiaramente assunta dagli odontoiatri nei mesi scorsi, è la sottolineatura di una necessità che è sotto gli occhi di tutti. Ma il contesto, a volte, fa la differenza: l’Assemblea CAO è stata fortemente partecipata, un’Assemblea combattiva, a difesa non soltanto dell’Ordine in quanto tale, ma soprattutto, per dirla con Renzo, “a difesa dei diritti e a tutela della salute dei cittadini. E’ questo che vogliamo quando sosteniamo che la riforma degli Ordini va fatta in questo scorcio di legislatura. Se non ora, quando?”.

In effetti, il decreto “salva Italia” di Mario Monti prevede che “se entro il 13 agosto 2012 non si perverrà alla riforma degli Ordini, scatterà in modo automatico l’abrogazione di tutte le precedenti norme istitutive. In un emendamento già annunciato in questi giorni, viene previsto che sarebbero abrogate solo le norme in contrasto con i principi previsti dalla legge 13 agosto 2011”, vale a dire la n. 138. L’impressione diffusa è che aver fissato una data perentoria sia una sorta di aut aut al Parlamento perché decida, perché non rinvii alle calende greche una riforma più volte tentata negli ultimi vent’anni e sempre rimasta al palo, allo scadere delle legislature. “Ma – sostiene Giuseppe Renzo – questo è un compito della politica, del Parlamento. Ecco perché siamo noi a sollecitare il varo della riforma. Noi abbiamo fatto la nostra parte, questo è il tempo in cui la politica deve assolvere al suo compito”.

E nella sua relazione, Renzo – che ha voluto salutare anche tutti i “volti nuovi”, cioè i nuovi presidenti CAO arrivati a Roma freschi di nomina dopo la recentissima tornata elettorale – ha richiamato i principi sui quali dovrà basarsi la riforma: rilancio del ruolo dell’aggiornamento, divisione della funzione istruttoria da quella decisoria nei procedimenti disciplinari, assicurazione obbligatoria per tutti i professionisti, abolizione delle tariffe minime professionali, previsione delle società professionali in forma di società di capitali, abolizione di qualsiasi vincolo per l’accesso alla professione. “Dobbiamo subito affermare con forza che le professioni sanitarie ed in particolare quella odontoiatrica non temono questa riforma e oggi siamo pronti a dimostrare che certamente nella nostra professione non esistono i vincoli contestati”, sostiene Renzo, che, dati alla mano, spiega: “58 mila circa esercenti l’odontoiatria sono iscritti agli Albi professionali e si registra un rapporto professionista/abitanti (che non significa pazienti) 1/850 circa, mentre l’OMS ritiene ottimale un rapporto 1/2000”.

Precisa Renzo: “Gli odontoiatri laureati superano nel 99 per cento dei casi l’esame di abilitazione per l’esercizio professionale. Il riscontro numerico è sicuramente incontrovertibile. Gli Ordini godono di cattiva stampa, bisogna prenderne atto e fare le opportune valutazioni, ma di pari passo devono essere fatte le giuste differenziazioni: cosa ne sarebbe della tutela della salute senza gli Ordini delle professioni sanitarie? E chi garantirebbe la competenza, la qualità e i requisiti morali che devono contraddistinguere un medico/odontoiatra?”.

La relazione di Renzo spazia poi sul “falso problema” delle tariffe minime, sull’aggiornamento, sui percorsi universitari e sulla programmazione, sulla formazione continua e sull’assicurazione obbligatoria per i professionisti. Su quest’ultimo punto, Renzo ha richiamato tre principi fondamentali: obbligo di copertura assicurativa per tutti i medici; obbligo delle compagnie di assicurare i medici; depenalizzazione dell’atto medico.

Posizioni chiare, insomma, alle quali la CAO è pervenuta attraverso un percorso, “un filo rosso che lega le riunioni di Treviso, Firenze, Udine e Torino”, per arrivare a esprimere la contrarietà rispetto a un sistema esclusivamente pubblicitario che induce al consumo di prodotti, come fossero merci e non prestazioni sanitarie. Renzo si produce in un’affermazione strategica, profondamente giusta: “L’Ordine non può e non deve solo sanzionare, quindi intervenendo a posteriori, il professionista scorretto, ma deve anticipare, prevenire”.

Ribadita la compartecipazione nella riforma dell’Enpam con la previsione dell’autonomia della componente odontoiatrica, Renzo ha sottolineato che “le riforme costituiscono una grande sfida e solo tutti insieme potremo vincerla. Non assisteremo così al tramonto delle professioni, ma contribuiremo all’alba di un nuovo modo di vivere l’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri, Enti sussidiari della Pubblica amministrazione, interpreti e garanti delle esigenze di tutela della salute dei cittadini”. Idee. Immagini. Come quelle contenute nel DVD proiettato in sala e regalato ai partecipanti. Immagini di impegno e di dedizione degli odontoiatri italiani, consapevoli di essere tra i migliori al mondo.

Assemblea partecipata, dunque, attiva e combattiva con un obiettivo “nobile”, per usare un’espressione oggi in voga, “per il bene comune”. E così, a sostegno della relazione di Giuseppe Renzo, appassionati gli interventi di Enrico Indelli, Marco Landi, Salvatore Rampulla, Giuseppe Logiudice, Gianni Del Fra, Maria Gemma Grusorin, volti non solo a rivendicare e a ribadire l’orgoglio dell’appartenenza alla professione, ma anche a porre sul tappeto il problema dei problemi di questa nostra epoca: quello del futuro delle nuove generazioni. Toccante la testimonianza di Gerhald Konrad Seeberger, Presidente CAO di Cagliari: “Mi considero vetusto, ma penso che dobbiamo guardare a chi entra oggi nella professione, occuparci delle sue prospettive di lavoro, in un momento di crisi che non riguarda solo noi, ma la società italiana nel suo complesso”.

Clima grigio a Roma sabato scorso: nubi basse e pioggia a intermittenza, brusco calo della temperatura. E’ inverno, ma è anche Natale. Le luminarie dei negozi e dei palazzi del centro fanno respirare aria di festa, di questa festa che è universale, al di là del credo religioso. E’ Natale. E si chiude così, in questo clima, l’Assemblea della CAO. Giuseppe Renzo ha un regalo per tutti i dipendenti, per i collaboratori della FNOMCeO, chiamati ad uno ad uno al tavolo della presidenza per lo scambio di auguri, un modo di dirsi, tutti insieme, che è Natale e che l’alba del nuovo giorno è all’orizzonte, con nuove sfide e nuovi impegni. Una pausa di riflessione per poi ricominciare un percorso virtuoso che non potrà che portare a nuove vittorie per il bene della professione, per il bene dei cittadini, per il “bene comune” della tutela della salute di tutti.

Autore: Redazione FNOMCeO

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