Renzo: Odontoiatria in assemblea per discutere di Ordine, previdenza e abusivismo

Anche gli odontoiatri italiani vivranno a Torino una full immersion nelle loro problematiche professionali, associative e di rappresentanza. E’ infatti convocata nel capoluogo piemontese (12 novembre) l’Assemblea della Commissione Albo Odontoiatri, che rifletterà sui punti salienti del lavoro svolto in quest’annata, partendo dall’inatteso stop all’articolo della legge delega 2935 che avrebbe dovuto a tutti gli effetti sancire il percorso di nascita di un Ordine degli odontoiatri. Giuseppe Renzo, presidente della CAO, sta ultimando i lavori di agenda dell’Assemblea, cercando di tirare i fili delle tante questione che il mondo dei dentisti si troveranno ad affrontare nel prossimo anno: in questa conversazione abbiamo provato a fargli esprimere speranze, preoccupazioni e obiettivi prioritari dell’odontoiatria italiana

Presidente Renzo: al termine di un’annata che potremmo definire convulsa la CAO si incontra a Torino per tirare le somme del lavoro svolto. Quali sono i punti sui quali concentrerete l’attenzione?
Certamente occorre concentrare le energie ed il senso di responsabilità degli esponenti dell’odontoiatria sui temi che riguardano la riforma degli ordinamenti delle professioni sanitarie e quella dell’Enpam, il nostro ente di previdenza. Il dibattito che si sta svolgendo nel Paese sul tema degli Ordini professionali in generale non sembra suggerire un grande ottimismo alla nostra professione. Accomunare tutti gli Ordini nello stesso calderone, oltre ad essere fuorviante, può diventare distruente e pernicioso se si vuole veramente tutelare la salute del cittadino. Occorrerà quindi grande impegno per riuscire a “far passare” la corretta visione del ruolo dell’Ordine che non ha certo il compito di impedire l’accesso alla professione, ma che, specialmente per quanto riguarda le professioni sanitarie, ribadisco deve principalmente tutelare la salute dei cittadini. In questo ambito, è da apprezzare lo sforzo di tutta la Federazione che è riuscita a convincere molti politici di buona volontà – come dimostrato a Salerno – della falsità di “parole d’ordine” demagogiche che vogliono indicare negli Ordini i nemici della liberalizzazione.

A Torino era previsto il confronto con il presidente dell’Antitrust, proprio per fare chiarezza su alcuni temi e dati non sempre comunicati in modo trasparente…
Ma ancora una volta dobbiamo registrare una mancanza di disponibilità al confronto da parte del Presidente dell’Antitrust Prof. Catricala, che, seppur invitato, per precedenti indifferibili impegni non potrà affrontare questo tema nel corso della prossima assemblea dei Presidenti CAO. Mi permetto di approfittare di questa intervista per fargli conoscere alcuni aspetti della nostra realtà che sembra gli siano oscuri e che avrei voluto porgergli direttamente. I giovani aspiranti all’esercizio dell’Odontoiatria superano gli esami di abilitazione tra il 98/99% dei laureati, esami di abilitazione che divengono quindi un’inutile e pedissequa ripetizione degli esami già sostenuti e con lo stesso docente.I docenti sono costretti a sostenere il ruolo di controllore e controllato. Gli studenti non subiscono quindi alcun blocco per l’ingresso nel mercato del lavoro. E’ necessario, quindi, che si conoscano i dati: si è raggiunto il numero pletorico di circa 58.000 iscritti agli albi con un rapporto di 1 dentista ogni 860 cittadini, ipotetici pazienti, mentre l’OMS definisce ottimale il rapporto 1 a 2000.

Il numero programmato non doveva servire esattamente allo scopo di non far “esplodere” il mercato professionale?
Il numero programmato per l’accesso ai corsi di laurea derivato dalle esigenze rappresentate dal SSN e SSR e parametrato secondo le presunte capacità formative e strutturali dei corsi di laurea è aggirato dalla frequenza dei corsi di laurea a pagamento presso università di paesi comunitari che non prevedono (se non fittizia) una valutazione preliminare. Gli Ordini sono obbligati ad iscrivere tutti gli aventi diritto e non hanno i mezzi per vietare ed impedire le iscrizioni all’albo, se non per precise disposizioni degli organismi di vigilanza preposti. Ripetiamolo: gli Ordini non possono creare in alcun modo una barriera a all’accesso agli albi dei professionisti e non sono coinvolti nelle discussioni sul libero accesso alle professioni. Le CAO, non sono associazioni di imprese e non agiscono quali corporazioni a difesa degli interessi degli iscritti, essendo questi compiti dei Sindacati di categoria: gli Ordini, sono enti ausiliari posti sotto la vigilanza della pubblica amministrazione e del Ministero della Salute, istituiti per tutelare la salute dei cittadini!

La base dei dentisti come ha reagito all’improvviso stop che il Parlamento ha espresso all’iter della delega nella parte che riguarda direttamente gli odontoiatri?
Gli odontoiatri italiani – da una valutazione non esaustiva ma comunque di importante riferimento – hanno manifestato di preferire la piena autonomia nel contesto Ordinistico presente alla separazione verticale e traumatica. No quindi alla “spaccatura” dell’Ordine mentre hanno pienamente compreso che la legge delega, pur non prevedendo la diretta istituzione di un ordine separato degli odontoiatri, fornisce uno strumento assolutamente valido per garantire l’autonomia rappresentativa, gestionale, disciplinare e previdenziale della professione odontoiatrica nell’ambito degli Ordini dei Medici e della Federazione nazionale. Questo è da sempre il nostro obiettivo; questo era ed è il mandato che l’Assemblea dei Presidenti CAO mi ha conferito. Questo è il risultato che, assieme a tanti altri impegnati su questo processo di autonomia nei diversi contesti associativi, culturali e accademici oltre che Ordinistici, tutti uniti stiamo perseguendo. Grazie alla lungimirante azione dei componenti delle varie rappresentanze e a questa nuova intesa ed unitarietà, sono convinto che in ogni caso otterremo i risultati sperati.

Il recente dialogo di Salerno ha offerto molti spunti positivi. C’è un trasversalismo di "buona politica e di collaborazione" in Parlamento: vi rivolgerete quindi a questi "buoni esempi" per proseguire nel lavoro per un Ordine autonomo?
Come ho appena affermato, pur fra notevoli difficoltà dovute a riserve mentali dure a morire si sta facendo largo nella mente di vari esponenti politici, senza distinzione di schieramenti precostituiti, l’idea che gli Ordini, specialmente quelli delle professioni sanitarie hanno compiti che devono divenire sussidiari di quelli del Governo volti a garantire il cittadino sulla qualità delle cure ricevute e sul costante aggiornamento professionale degli iscritti agli Albi. Sono certo che la ragionevolezza prevarrà in quanto gli argomenti sono inconfutabili mentre i preconcetti qualunquistici si basano, come ho già sottolineato, solo su “parole d’ordine” prive di fondamento.

Per finire, uno sguardo sul futuro: cosa c’è nella vostra agenda di priorità? Ordine odontoiatrico, rappresentanza Enpam, lotta all’abusivismo….?
Per quanto riguarda il tema dell’ordinamento professionale ho già avuto modo di rispondere, certamente questo problema va di pari passo con quello della previdenza e quindi della nuova rappresentanza degli odontoiatri nell’Enpam. L’iter della Riforma dello Statuto sta procedendo nel rispetto di questo nuovo principio che vede concordi tutte le rappresentanze della professione odontoiatrica nell’ambito della comune volontà di garantire al meglio il futuro previdenziale della categoria. Nel corso del convegno Enpam (4 e 5 novembre) presentiamo un documento predisposto e firmato da Andi, Aio e ovviamente CAO, che puntualizza le aspettative che tutta la professione odontoiatrica ha inteso formalizzare in termini di autonomia rappresentativa e legittima rappresentanza. Tale posizione è stata già presentata durante l’ultimo C.d.A. Enpam ed accolta dai vertici e dai componenti dello stesso organismo in termini assolutamente positivi e condivisi.

E nei confronti dell’abusivismo?
Il tema della lotta all’abusivismo è ovviamente da sempre nella prima pagina dell’agenda dei lavori della CAO Nazionale, ma è facile osservare come questo delicatissimo tema deve essere proposto e fatto condividere in primis all’opinione pubblica e poi alla classe politica considerando la gravità del fenomeno che oltre a minare la tutela della salute contribuisce anche ad allargare l’evasione fiscale portando ad ingiuste accuse ai nostri professionisti. Il libro bianco di denuncia, presentato poco tempo fa dall’Assemblea dei Presidenti CAO cita un fenomeno vastissimo con oltre 15.000 abusivi e numerosissimi prestanomi verificati sulla base di riscontri effettuati dai NAS e dalla Guardia di Finanza: dati che, mai contestati, mettono in luce un pericolosissimo fenomeno che contribuisce a minare la salute dei cittadini. Anche i Sindacati Andi e Aio sono impegnatissimi su questo fronte, ed a loro va un plauso per quanto sono in grado di fare.

Presidente Renzo, lei sembra suggerire una forte unitarietà tra le varie realtà odontoiatriche…
Esatto e mi si consenta di chiudere con questa dato: la professione Odontoiatrica mediante le sue articolazioni istituzionali ed associative, nel rispetto dei diversi ambiti, è unita e fermamente determinata a tutelare la riconosciuta qualità delle cure odontoiatriche, la salute del cavo orale dei propri pazienti e l’alto profilo etico- deontologico dei propri professionisti.

Autore: Redazione FNOMCeO

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