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Renzo: “Siamo aperti al cambiamento, ma rispettiamo la peculiarità delle professioni sanitarie”

COMUNICATO STAMPA del 21 giugno 2012

Se un professionista sanitario sbaglia, con le regole attuali è veramente sottoposto a un “giusto processo”? E cosa cambierà per gli Odontoiatri e per i medici con la riforma delle professioni, il cui schema è stato appena varato dal Consiglio dei Ministri? Come aprirsi, insomma, alle necessarie evoluzioni, mantenendo la peculiarità delle professioni preposte dalla Costituzione a tutelare la salute?

Gli Odontoiatri italiani non vogliono farsi cogliere impreparati, e anticipano il nuovo, andando incontro alle Istituzioni e organizzando per domani, 22 giugno, presso la Sala del Mappamondo della Camera dei Deputati, un incontro a trecentosessanta gradi su “Procedimenti disciplinari e Deontologia professionale”.

“La riforma delle professioni intellettuali prevede di separare la competenza disciplinare dalle cariche ordinistiche”: va subito al cuore della questione il presidente nazionale della Commissione Albo Odontoiatri, Giuseppe Renzo.

“Le professioni sanitarie, però, tutelando un bene costituzionalmente protetto quale quello della Salute, non possono non essere considerate nelle loro peculiarità. E un giudice privo di competenze specifiche non potrebbe, in questo caso, assicurare un processo “giusto” non solo per il professionista ma soprattutto per il cittadino parte lesa”.

“La normativa generale, dunque, non potrà non tener conto del disegno di legge specifico sulla riforma delle professioni sanitarie, che è già stato approvato da uno dei rami del Parlamento e che prevede che il potere disciplinare rimanga di competenza esclusiva degli organi ordinistici deputati, stabilendo soltanto la divisione tra la funzione istruttoria e quella giudicante, garantendo così in pieno l’osservanza dei principi del giusto processo”.

Giusto processo che è già oggi assicurato dai tre gradi di giudizio ai quali è sottoposto un professionista sanitario che si macchi di una “colpa” deontologica.

“Il primo grado è il procedimento disciplinare, nel quale il professionista è giudicato dalle commissioni ordinistiche, che, essendo anche custodi della deontologia, hanno competenza in queste materie
– spiega Maria Teresa Camera, Segretario della Commissione Esercenti le professioni sanitarie presso il Ministero della SaluteIl professionista sanzionato può comunque fare ricorso – continua – una prima volta presso la stessa CCeps, essendo così sottoposto al giudizio, oltre che di una commissione di colleghi per la valutazione professionale, anche di giudici togati e, ove la sanzione venisse confermata, in terzo grado presso la Corte di Cassazione”.

Ma quanti sono, all’anno, i procedimenti disciplinari ai quali vengono sottoposti i professionisti sanitari? Sarà la stessa Camera a fornire, domani, questo dato. Mentre i nuovi numeri che quantificano il pericolosissimo fenomeno dell’abusivismo saranno comunicati dal Comandante dei Nas di Roma, Giovanni Capasso.

 L’incontro si concluderà con un intervento sulle norme in materia di informazione sanitaria, affinché i messaggi che arrivano, su queste materie così delicate, ai cittadini, siano quanto più possibili chiari, trasparenti, veritieri, e con un dibattito moderato da Piero Alberto Capotosti, Presidente Emerito della Corte Costituzionale.

Come abbiamo più volte affermato
– conclude Renzo le Cao vogliono contribuire al cambiamento, non arroccandosi su posizioni di difesa, ma anticipandolo nell’ottica della tutela della salute pubblica”.

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Autore: Redazione FNOMCeO

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