Renzo: verso le elezioni CAO, con spirito di servizio professionale

Presidente Renzo, tra pochi giorni anche la CAO rieleggerà il suo Board. Lei ha deciso di ricandidarsi anche per il prossimo triennio. Perché questa scelta?
Nella vita ritengo sia fondamentale cercare di raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissi. Ecco. Io credo, di potere esprimere un senso di soddisfazione per quanto in passato fatto a favore della professione odontoiatrica ma sento la responsabilità di portare a termine l’opera che mi ha visto da sempre impegnato: il raggiungimento, non soltanto unanimemente riconosciuto, come già avviene, di una formale autonoma rappresentanza della professione odontoiatrica nei contesti istituzionali e, quindi, politica, economica, amministrativa e previdenziale.
E’ un dovere a cui sono stato ancora una volta chiamato e al quale, se verrà formalizzato con il voto dai Presidenti CAO, non intendo sottrarmi.

Con quale programma e con quali supporti interni al mondo odontoiatrico lei ha deciso di affrontare nuovamente il responso del voto?
Credo che il migliore “manifesto elettorale” per la CAO Nazionale sia quello derivante dai risultati conseguiti nell’ambito dei quali mi piace sottolineare il raggiunto riconoscimento del ruolo e delle funzioni dei rappresentanti dell’albo odontoiatri a livello di opinione pubblica, di istituzioni ed anche di mass media.
Le ultime esperienze hanno dimostrato come sia possibile perseguire, pur senza inutili unanimismi, una linea di compattezza di tutte le rappresentanze della professione odontoiatrica: ordinistiche, associative ed accademiche.
Si può seguire una traccia già ampiamente usata, forse usurata, dettagliando un “programma elettorale” per punti e con la non tanto segreta convinzione che alcuni di essi sono irrealizzabili per non dipendere dalla nostra unica volontà, oppure, partendo dai fatti, anticipare le questioni, porli (ed imporli, se necessario) nelle agende della politica non solo ordinistica e battersi per essi.
Per fare ciò serve, però, unità di intenti, spirito di confronto e capacità di recepire le innovazioni; tradotto in pratica : l’istituzione ordinistica deve rappresentare la sintesi di valori ed attese pervenute in modo propositivo dalla professione e dai portatori d’interesse, ma non accettare di essere considerata una appendice.
I Presidenti CAO hanno tutti gli strumenti per auto determinarsi, senza che li si tiri per la giacchetta. Chi, da operatore del settore come Lei, ha partecipato al congresso-convegno di dicembre degli stati generali dell’odontoiatria, ha il modello del progetto-programma del nostro prossimo mandato. Se condiviso troverà il consenso nelle urne.

Ovviamente dovendo guardare avanti uno deve essere consapevole degli obiettivi raggiunti e di quelli non completati nell’ultimo triennio. Quali sono le maggiori soddisfazioni e quali le delusioni che lei ha registrato?
Ho già fatto riferimento al miglior risultato raggiunto che certamente riguarda il riconoscimento del ruolo dei rappresentanti della professione odontoiatrica per quanto concerne le politiche della formazione universitaria, della tutela previdenziale degli iscritti e della difesa della corretta programmazione per l’accesso ai corsi di laurea in odontoiatria.
Segnali positivi si riscontrano anche nella lotta alla piaga dell’abusivismo attraverso la previsione di norme che finalmente renderanno più efficace la repressione di questo vergognoso fenomeno. Non è questo una rivendicazione di merito, che va ascritto ai diversi attori, ma un riconoscimento della giustezza della nostra “visione” su come vada interpretata la rappresentanza ordinistica: ruolo di terzietà a tutela della salute pubblica, vigile ed attenta verifica dell’esercizio della professione, difesa dell’odontoiatria espressa in sicurezza e qualità e, non per ultima, difesa della libertà di scelta delle cure assunte nell’interesse della persona in scienza e coscienza senza delega alcuna alla mercificazione della prestazione odontoiatrica proposta da terzi lucranti, affaristi, procacciatori e mistificatori vari.
Certamente, anche se non si tratta di una vera e propria delusione, rimane da portare a compimento l’obiettivo della autonomia, anche da un punto di vista strettamente normativo della professione odontoiatrica a livello ordinistico.
Come diceva qualcuno siamo “a metà del guado”.
Esiste la concreta possibilità di raggiungere la nostra autonomia anche gestionale pur restando e volendo restare nell’ambito dell’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri.

La CAO sta assumendo sempre di più la fisionomia di una istituzione professionale di riferimento, lontana giustamente dalle rivendicazioni sindacali e capace di interlocuzione istituzionale. Come può giudicare lo stato dei rapporti con l’attuale ministro Balduzzi?
Il Ministro professor Fazio è stato un punto di riferimento, anche personale, e ha dato all’odontoiatria pari dignità già riconosciuta alla medicina. Il professor Gherlone, nel ricoprire il ruolo di referente del ministro, ha fornito spunti di elevato pregio politico e di spessore umano. I Ministri cambiano ma, anche grazie alla recentissima esperienza, il nostro rapporto con “l’istituzione Ministero della Salute” non è mai stato tanto stretto e reciprocamente collaborativo.
Voglio ricordare la presenza dei più alti funzionari del Ministero alla nostra ultima assemblea del Dicembre scorso.
Per quanto riguarda la persona del neo Ministro Prof. Balduzzi, posso confermare che esistono da tempo ottimi rapporti di collaborazione con un professionista che nasce nel mondo della sanità di cui è un profondo conoscitore.
La sua prima dichiarazione pubblica, da sapiente e competente giurista, sulle questioni riguardanti pubblicità e forme di “convenzionamento” veicolate da società di servizi e sui lowcost è stata illuminante.
Sono certo che con un così prestigioso interlocutore non potremo che avere un ottimo rapporto ed un territorio comune su cui dialogare.

Una domanda personale, per terminare: da quando lei ha iniziato a esercitare la professione odontoiatrica ad oggi, tutto è cambiato nel suo settore. Quali sono le cose migliorate e quali quelle sensibilmente peggiorate nell’ambito odontoiatrico?
Ho iniziato la mia attività professionale prima dell’approvazione della L. n. 409/85 che ha ridisegnato tutto il sistema della professione odontoiatrica. La normativa che fece seguito all’istituzione in Italia nel 1980 del corso di laurea in odontoiatria e protesi dentaria ha permesso di integrare il nostro sistema a quello europeo dando completa applicazione alle direttive comunitarie. La situazione è, quindi certamente migliorata ed il quadro di riferimento pur attraverso un periodo di assestamento è sostanzialmente chiaro e, consente ai cittadini di poter contare su professionisti seri e correttamente formati. In passato non era così e l’odontoiatria costituiva quasi un rifugio per i medici che non riuscivano ad inserirsi in altri campi professionali.
La natura medica della nostra professione è innegabile e non saremo certo noi a rinnegarla ma il livello dei professionisti dell’odontoiatria si è molto elevato garantendo eguale dignità agli iscritti ai due rispettivi albi.

Autore: Redazione FNOMCeO

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