Report: aumentano i tumori, ma anche la sopravvivenza

Report n. 31/2011    

AUMENTANO I TUMORI, MA ANCHE LA SOPRAVVIVENZA

Il numero di malati di tumore in Italia è in netto aumento. Si tratta di una popolazione eterogenea, con bisogni sanitari diversificati in relazione sia al tipo di tumore che al tempo trascorso dalla diagnosi; infatti, i bisogni sanitari, socio-assistenziali, socio-sanitari e di supporto alla relazionalità sono diversi per ciascuna fase della patologia, tenuto conto delle caratteristiche individuali del paziente, della capacità di assolvere ai ruoli professionali, sociali e familiari, e dell’eventuale bisogno di comunicazione.

E’ quindi molto importante analizzare i dati di prevalenza per anni intercorsi dalla diagnosi, poiché con il passaggio nei vari stati temporali della patologia si modifica la domanda di assistenza derivante dalle patologie oncologiche. A questo proposito, i dati dell’Associazione Italiana dei Registri Tumori (Airtum), pur relativi al 2006, consentono di valutare la distribuzione percentuale dei dati di prevalenza per anni trascorsi dal momento della diagnosi: emerge che il 21% delle persone con tumore in Italia ha avuto la diagnosi nei due anni precedenti, il 21,7% tra 2 e 5 anni, il 23,3% tra 6 e 10 anni, il 13,9% tra 11 e 15 anni, l’8,3% tra 16 e 20 anni e, infine, l’11,7% da oltre 20 anni.

Proiettando la distribuzione percentuale dei malati di tumore per anni intercorsi dalla diagnosi sui dati di prevalenza al 2010, risulta che sono quasi 1,3 milioni le persone che hanno avuto una diagnosi di tumore da oltre cinque anni, su un totale di persone con diagnosi di tumore di oltre 2,2 milioni

E’ chiaro che il tumore è una patologia di massa che non può più essere considerata solo sotto il profilo della risposta all’emergenza sanitaria, ma necessita di forme di supporto prolungate nel tempo, fino ad interventi che facilitino il reinserimento sociale e lavorativo. Il costo sociale della patologia, quindi, si dispiega nel tempo e dipende in misura crescente non solo dai costi sanitari, quelli di risposta alla fase acuta sicuramente elevati, ma anche dal dispiegarsi degli effetti della patologia nel tempo nei vari ambiti di vita.

Dai dati di un’indagine realizzata di recente dal Censis su un campione nazionale di 1.200 intervistati e relativa alle aspettative degli italiani sul prossimo futuro da qui al 2020, emerge che oltre il 54% indica nelle nuove cure mediche e nei nuovi farmaci le innovazione tecnologiche e sociali che daranno maggiore impulso al cambiamento della vita in Italia nel prossimo futuro .

Il riferimento all’impatto sul cambiamento della vita in Italia che verrà dalle nuove cure mediche e dai nuovi farmaci è condiviso trasversalmente nelle diverse aree geografiche di residenza degli intervistati, ed ha una relazione diretta con l’età; infatti, è il 48,6% dei più giovani, il 50,3% dei 30-44enni, il 55,5% dei 45-64enni e il 60,4% degli oversessantacinquenni a esprimersi in tal senso.

Il 54% degli italiani ritiene che il farmaco abbia contribuito e contribuisca molto alla sconfitta delle malattie mortali e quasi il 76% al miglioramento della qualità della vita: si tratta di segnali di attese importanti dei cittadini verso il contributo che può derivare dalla innovazione terapeutica e tecnologica legata al farmaco .

Anche il ricorso alla sanità estera è potenzialmente elevato tra gli italiani, se è vero che il 39,1% dichiara che è pronto ad andarsi a curare all’estero, ed il 3% lo ha già fatto.

Il costo sociale complessivo, inclusivo anche dei costi diretti a carico del Servizio sanitario nazionale, oltre che di quelli privati, risulta invece pari a oltre 380 milioni di euro per i nuovi casi nel 2010 e a 1,9 miliardi per le persone con diagnosi di tumore nei cinque anni precedenti.

Roma 18/07/2011

Autore: Redazione FNOMCeO

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