Report: camici bianchi e occupazione

Report n. 35/2011    

CAMICI BIANCHI E OCCUPAZIONE

A un anno dalla laurea oltre l’81% di medici e professionisti della salute lavora. Un record al confronto degli altri laureati, occupati in modo stabile solo nel 36% dei casi. Tra le 22 professioni sanitarie non mediche il 93% degli infermieri a un anno dalla laurea lavora, mentre "solo" il 56% dei tecnici di fisiopatologia cardiocircolatoria è occupato.

Il 98,6% dei medici a tre anni dalla laurea si sta specializzando ed è retribuito, ma il 36,5% di dottori, quasi tutti quelli che hanno concluso il corso di medicina generale e sono tornati all’università per una specializzazione, in media è già a tempo indeterminato.

A tracciare il quadro e stilare la classifica dell’occupazione per le professioni di area medica (quelle che fanno capo alle facoltà di medicina) è Angelo Mastrillo, esperto dell’Osservatorio delle professioni sanitarie del Miur e Segretario della Conferenza dei corsi di laurea delle professioni sanitarie, analizzando i dati Almalaurea e Cilea, il consorzio tra le università di Milano, Milano Bicocca, Pavia, Brescia, Varese, Palermo, Pisa.

Nelle università del Nord per le professioni sanitarie il lavoro a un anno dalla laurea è sempre sopra la media (84%), ma al Sud per i 22 profili resta indietro Catanzaro che rispetto al 93,4% di occupati di Padova, prima in classifica, ha solo il 63,4% di laureati già al lavoro. Dato confermato sempre per le professioni da quello regionale: la Calabria è il fanalino di coda con il 63% di occupati, mentre in testa ci sono Piemonte (93%), Liguria, Veneto e Lombardia (92%). Per i medici invece la geografia non conta e se al Sud c’è qualche "disoccupato" in più, il livello occupazionale è sempre molto al di sopra di quello di tutte le altre lauree a ciclo unico.

Tra le professioni di area medica insomma, la parola "disoccupazione" è rara e medici, infermieri e operatori sanitari battono tutte le altre attività nei livelli occupazionali come in quelli retributivi, visto che la media di incasso mensile, sempre a un anno dalla laurea è già oltre i 2mila euro, contro i poco più di mille delle altre professioni.
I dati dicono che in media l’83% dei professionisti sanitari lavora a un anno dalla laurea. Tasso che si stacca nettamente dal valore medio del 45% dell’insieme di tutti gli altri gruppi disciplinari.

Va inoltre considerato, che il tasso occupazionale delle professioni sanitarie sale al 95% nel corso dei successivi 3 anni dal conseguimento del titolo. Per gli ultimi posti nella classifica occupazionale, ad esempio per il tecnico di neurofisiopatologia (62%), la causa è l’eccessiva offerta formativa annuale di 250 posti nel triennio 2004-2006 per sostituire circa 500 infermieri; esubero che, tuttavia, è stato ridotto a circa 140 dal 2007, proprio in coerenza con gli sbocchi occupazionali.

Per i medici invece nessun problema: «La specializzazione è un lavoro retribuito e deve essere considerato tale, anche se a termine (5 o 6 anni) – spiega Andrea Lenzi, Presidente del Consiglio universitario nazionale e della conferenza nazionale dei presidenti di corso di laurea specialistica in Medicina e chirurgia – e la specializzazione è comunque a tutti gli effetti la "porta del lavoro", senza eccezioni».

Roma 12/09/2011

Autore: Redazione FNOMCeO

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