Report: gli europei e lo stress

Report n. 14/2012

GLI EUROPEI E LO STRESS

Lo stress legato all’attività lavorativa è motivo di preoccupazione per una grande maggioranza della forza lavoro europea: questa è la conclusione del secondo sondaggio d’opinione paneuropeo sulla sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro. L’indagine, condotta da Ipsos MORI per conto dell’Agenzia europea per la salute e la sicurezza sul lavoro (EU-OSHA), ha raccolto le opinioni di oltre 35mila cittadini di 36 Paesi europei in relazione alle problematiche attuali sul posto di lavoro, tra cui lo stress legato all’attività lavorativa e l’importanza della sicurezza e della salute sul lavoro per la competitività europea, anche nel contesto di un prolungamento della vita lavorativa.

Su dieci intervistati in età attiva in Europa, otto (80%) pensano che il numero di persone sottoposte a stress sul lavoro aumenterà nei prossimi cinque anni; di questi, il 52% è convinto che l’aumento sarà "marcato". Tali risultati riflettono quelli del sondaggio ESENER dell’EU-OSHA sui rischi nuovi ed emergenti sul posto di lavoro, dal quale era emerso che il 79% dei dirigenti ritiene lo stress un aspetto problematico per la propria azienda. Lo stress rappresenta quindi per le imprese un fattore tanto rilevante quanto gli infortuni sul lavoro.

Lo stress legato all’attività lavorativa è una delle principali sfide con cui l’Europa deve confrontarsi nel campo della salute e della sicurezza. Comporta costi enormi in termini di disagio umano e performance economica. Inoltre, in base al sondaggio una grande maggioranza degli europei (86%) concorda sul fatto che, per mantenere la propria competitività economica, un paese deve adottare buone prassi di salute e sicurezza sul lavoro, un fattore della cui necessità il 56% di queste persone è fermamente convinto. I lavoratori e le persone non occupate hanno espresso opinioni analoghe (rispettivamente, l’86% e l’85% degli intervistati sono concordi su questo punto).

La crisi finanziaria e i cambiamenti che si susseguono nel mondo del lavoro esercitano pressioni sempre maggiori sui lavoratori; non deve stupire, quindi, che lo stress legato all’attività lavorativa sia una delle principali preoccupazioni della gente. Indipendentemente dall’età, dal genere e dalle dimensioni dell’organizzazione, una grande maggioranza della popolazione è del parere che lo stress legato all’attività lavorativa andrà aumentando. Nonostante ciò, si registrano interessanti variazioni a livello nazionale tra coloro che prevedono un aumento "marcato": per esempio, i norvegesi sono i meno preoccupati (16%), mentre i greci sono i più preoccupati (83%).

Infine, nell’Anno europeo dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra generazioni, il sondaggio rivela che l’87% della popolazione europea è convinta che l’adozione di buone prassi in materia di salute e sicurezza sul lavoro sia importante per aiutare le persone a lavorare più a lungo prima della pensione (di questi, il 56% è del parere che si tratti di un intervento "molto importante").

Un recente sondaggio di Eurobarometro mostra che molti europei non respingono l’idea dell’invecchiamento attivo, ma che le attuali condizioni di salute e sicurezza sul lavoro potrebbero non permettere loro di continuare a lavorare in un’età più avanzata. Sebbene in Europa l’età pensionabile sia in generale di 65 anni, secondo Eurostat nel 2009 l’età media di abbandono del mercato del lavoro è stata di circa 61,5 anni. In base al sondaggio di Eurobarometro, quattro europei su dieci (42%) sono convinti di potere continuare a svolgere la propria attività lavorativa fino all’età di 65 anni e oltre, mentre il 17% prevede di non essere in grado di proseguire oltre i 59 anni.

Roma 02/05/2012

Autore: Redazione FNOMCeO

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