Report n. 17/2010
IL DISAGIO DEGLI SPECIALIZZANDI
Dopo la modifica dello stato giuridico degli Specializzandi, che da studenti sono diventati Medici in Formazione Specialistica, la FederSpecializzandi ha ritenuto utile scattare un’istantanea sullo stato della formazione medica in Italia mediante un “indagine conoscitiva sulle Scuole di Specializzazione, anche in vista del completamento della riforma delle stesse”. L’indagine è stata condotta mediante la somministrazione di questionari a risposta multipla ad un campione di medici in formazione distribuito su tutto il territorio nazionale. Una prima analisi su una parte consistente dei dati, la cui totalità verrà elaborata con metodi di analisi statistica, delinea un quadro non soddisfacente.
Si può interpretare come un piccolo segnale positivo di cambiamento il fatto che un consiglio di scuola è presente nella maggior parte delle scuole stesse e l’informazione esistente tra gli specializzandi sulle funzioni di tale organo pare sufficiente, al contrario di quella su statuto e regolamenti. Viceversa, purtroppo, ai medici in formazione Italiani ancora non viene consentito di usufruire dei fondi, derivanti dalle tasse di iscrizione da essi versate, finalizzati alla formazione e lo strumento del log book, registro delle attività pratiche eseguite, non e’ ancora in uso presso la maggior parte degli atenei oggetto dell’indagine. Nella maggior parte delle Scuole di Specializzazione si tengono attività didattiche, tra cui lezioni frontali, ma vengono ritenute per la maggior parte insoddisfacenti.
Solo in esigua parte (9%) all’interno degli Atenei è presente un sistema di valutazione dei docenti, che sono presenti come figure di tutoraggio, ma il cui operato è giudicato buono solo nel 18% dei casi. Durante il percorso formativo, i medici in formazione specialistica si ritengono in alcuni casi investiti di una responsabilità eccessiva, dovendo assumersi responsabilità proprie dei medici strutturati (ad esempio guardie in autonomia, visite ambulatoriali e consulenze specialistiche). Generalmente,eccezione fatta per le discipline chirurgiche, vengono svolte tutte le attività indicate per il percorso formativo, ma la valutazione sull’utilità di queste ultime è appena sufficiente . Viene, inoltre, giudicato positivo il miglioramento in relazione al rispetto dell’orario di lavoro previsto, usufrutto delle assenze volontarie previste dal contratto e osservanza del decreto legislativo 368/99 riguardo al congedo per maternità e malattia. Dai dati ricavati dalla sezione dedicata all’area chirurgica si può dedurre che molti chirurghi in formazione si lamentano di non essere adeguatamente formati dal punto di vista pratico durante la scuola di specializzazione, difatti difficilmente vengono investiti del ruolo di primo operatore, eccezion fatta per interventi di piccola chirurgia. In circa l’80% dei casi non vi è un percorso formativo chiaro durante la specializzazione e sono nettamente carenti le lezioni teoriche o di tecniche operatorie, oltre alle simulazioni con ausili meccanici o animali. La maggior parte degli specializzandi (dai dati finora analizzati) ritiene inadeguata la preparazione ricevuta durante la formazione specialistica.
Non vi è, inoltre, una parificazione dei diritti quali mensa, vestiario e posto macchina rispetto agli altri dipendenti delle aziende; le aziende forniscono comunque, come previsto dalle normative vigenti, una copertura assicurativa per la responsabilità professionale nella maggior parte delle Scuole prese in esame.
La maggior parte gli intervistati riferisce, infine, di non essere soddisfatta del proprio percorso formativo e l’insoddisfazione e’ maggiore nell’area chirurgica. Nell’area dei servizi, al contrario, oltre la metà degli intervistati e’ abbastanza soddisfatto del percorso formativo. Ultimo dato su cui riflettere e’ che il 50% degli intervistati o non si iscriverebbe nuovamente alla stessa scuola di specializzazione o lo farebbe in un altro ateneo.
Il giudizio dato per la soddisfazione delle lezioni è, da 1 a 10, di 4,37, solo il 18% dei medici che insegnano sono ritenuti “buoni”, mentre la valutazione dell’utilità delle lezioni ottiene per poco la sufficienza, con 6,24 come voto medio.
P.S. Come sempre chi fosse interessato ad approfondire, la documentazione completa è a disposizione presso il Centro Studi e Documentazione della FNOMCeO
Roma 16/02/2010
Autore: Redazione FNOMCeO