Report: il lutto come patologia

Report n. 21/2010    

IL LUTTO COME PATOLOGIA

Già Freud aveva parlato del lutto come una fatica del vivere, come una malinconia, una depressione diremmo oggi, avviando una concezione del lutto come patologia che si è andata accentuando nel corso del XX secolo.

C’è chi, come il Dr. Giampaolo Marino della Direzione Sanitaria dell’Ospedale Regina Margherita di Castelfranco Emilia, che ha approfondito (Panorama Sanità gennaio 2010) le conseguenze “patologiche” per i famigliari e i costi sanitari del lutto. L’autore è convinto che in alcuni casi vivere il lutto può anche diventare un “morbo grave” tale da sollevare l’insorgenza di una vasta gamma di problemi e malattie determinando addirittura, in certi casi, un aumento di rischio di mortalità per coloro che lo hanno vissuto.

Attualmente si sta valutando la possibilità dell’inserimento del Prolonged Grief Disorder (disturbo da sofferenza prolungata) all’interno del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM) la cui quinta edizione (DSM V°) è in fase di pianificazione e dovrebbe essere pubblicata nel 2012.

Dunque se il lutto diviene vera e propria patologia, diventa possibile e necessario il ricorso a forme di aiuto specialistico che possano sostenere il paziente a ricostruire il senso della propria vita che è stata stravolta dagli eventi.

Lo stretto legame “concausale” tra l’insorgenza delle patologie coronariche e i fattori psicosociali rappresentati dalla depressione, sindrome ansiosa, stress vitale, isolamento sociale (tutti tipici del lutto) sono stati recentemente pubblicati dal Journal of American College of Cardiology. In uno studio condotto su 1.250 pazienti con cardiopatia ischemica, valutati per la depressione (evento molto frequente nel lutto) seguiti per quasi venti anni è stato individuato un aumento della mortalità nei pazienti depressi rispetto ai non depressi.

In particolare i pazienti con depressione da “moderata” a “severa” avevano, entro cinque anni, il 69% in più di rischio di morte cardiaca rispetto ai non depressi.

Roma 24/02/2010

Autore: Redazione FNOMCeO

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