Report: incidenti domestici e costi sanitari

Report n. 74/2010    

INCIDENTI DOMESTICI E COSTI SANITARI

Donne anziane e bambini in età pre-scolare tra Ie mura domestiche sono esposti alIo stesso rischio di infortuni di un operaio in fabbrica. Ustioni, soffocamenti, avvelenamenti e cadute sono pericoli in agguato, che rendono la casa – comunemente percepita come un dolce rifugio – simile a un campo minato.

Secondo I’ultimo Report del Siniaca, il Sistema informativo nazio­nale sugli incidenti domestici dell’Iss, ogni anno in ltalia, si verifica­no più di 3 milioni di incidenti domestici, e tra gli incidentati, circa 1 milione e 700mila richiedono assistenza al Pronto soccorso, 130mila vengono ricoverati e 5.500 muoiono. E l’80% dei decessi riguarda donne ultrasettantenni.

Si stima che per ogni caso di morte, secondaria a trauma, ci siano almeno due invalidi gravi, cioè con invalidità riconosciuta superiore al 10 per cento. Dunque il numero di donne rese invalide in età lavorativa che ci dobbiamo attendere ogni anno e di circa 900.

La maggior parte degli infortuni sono causati da cadute (oltre il 40%), ferite da taglio o punture (circa il 15%), urti e schiacciamenti (oltre il13%). Tuttavia, questi tipi di traumi sono normalmente poco gravi. I casi di ustione, soffocamento e avvelenamento, pur essendo raramente osservabili in Pronto soccorso (meno del 4%), hanno invece proporzioni di ricovero ospedaliero molto superiori a quelle delle altre dinamiche.

In particolare, per i bambini fino ai 4 anni, dopo la caduta (71%), soffocamento e avvelenamento sono la seconda causa di ricovero (insieme 10%); Ie ustioni sono la terza causa (5%), al pari di urti e schiacciamenti (5%). Le rilevazioni per fasce d’ età sul campione di rilevamento della rete Siniaca mostrano che il rischio di finire in Pronto soc­corso tra 1 e 4 anni è 3,7 volte maggiore che a 15-19 anni e 3,2 volte maggiore per gli ul­tra-ottantenni rispetto alla me­desima classe di età. In media un bambino (fino ai 14 anni) ha il 50 per cento di probabili­tà in più di un giovane o un adulto di giungere in Pronto soccorso, per un anziano (oltre i 64 anni) tale valore sale al 60 per cento. Quindi i gruppi a maggior rischio – sia per frequenza degli incidenti che per gravità – nella popolazione sono i bambini in età pre-scolare e gli anziani.

Le persone che arrivano al Pronto soccorso in immediato pericolo di vita (i codici rossi da triage), continua il Report, per il 22% sono bambini sotto i quindici anni, mentre i bambini in tale fascia di età non rappresentano più del 10% della popolazione residente. Per I’ anzia­no, invece, la caduta con frattura dell’ arto inferiore, evento frequente e grave, è un dramma che cambia totalmente la vita e crea un carico sui servizi sanitari difficilmente sopportabile. Basti pensare che il 70% dei costi di ricovero ospedaliero per incidente domestico, cioè il 60% dei costi sanitari totali , è legato agli anziani ultrasettantenni.

Un aspetto particolare della problematica infortuni dei “collaboratori domestici” è stato recentemente affrontato da una ricerca Censis attuata di concerto con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Sarebbero presenti nelle case delle famiglie italiane 1,5 milioni di colf e badanti (+42% rispetto al 2001). Sono 2 milioni 412 mila le famiglie italiane che ricorrono ai servizi di collaboratori domestici (una su dieci). Tali figure, per una popolazione che invecchia, divengono sempre più centrali nel tessuto sociale del nostro Paese, una sorta di spina dorsale del Welfare “fai da te” e dunque componenti sempre più integrate del nucleo famigliare.

Ma dietro l’apparente senso di sicurezza trasmesso dall’ambiente casalingo si nascondono, secondo il rapporto, molti rischi. Ufficialmente nel 2008 sono stati registrati 3.576 incidenti, ma l’indagine del Censis rivela cifre molto più preoccupanti: il 44,3% dei lavoratori intervistati dichiara di aver avuto almeno un incidente nell’ultimo anno. Tra gli stranieri l’incidentalità è risultata più alta (46,3%) rispetto agli italiani (39,6%).

Rispetto alla gravità sociale del fenomeno, si assiste ad una sottovalutazione del rischio da parte dei lavoratori che spesso non avvertono neppure le famiglie (nel 27,5% dei casi) per paura di essere rimproverati (5%) o di essere licenziati (4,5%).

Un discorso a parte riguarda poi l’irregolarità contrattuale che interessa il 61,8% di colf e badanti. Il 53,9% dei collaboratori domestici italiani lavorano completamente in nero contro il 34,7% degli stranieri. Al sud il livello di irregolarità raggiunge il 72,7%. In termini di evasione contributiva, su 100 ore lavorative sono soltanto 42,4 quelle per cui vengono effettivamente pagati i contributi.

P.S. Come sempre chi fosse interessato ad approfondire, la documentazione completa è a disposizione presso il Centro Studi e Documentazione della FNOMCeO.        

Roma 16/07/2010

Autore: Redazione FNOMCeO

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