Report: l’aborto e i Centri di aiuto alla vita (Cav)

Report n. 78/2010    

L’ABORTO E I CENTRI AIUTO ALLA VITA

Centoventimila aborti evitati in 35 anni, altrettanti bambini strappati alla morte: è un bilancio orgoglioso quello che vantano i Centri di aiuto alla vita (Cav), nato a Milano alla fine del 1980 come principale emanazione del Movimento per la Vita Ambrosiano, per essere un luogo dove l’inviolabilità e la dignità della vita umana fin dal suo concepimento, non siano solo teoricamente affermate, ma efficacemente testimoniate come segno di progresso, di civiltà e libertà dalla schiavitù dell’aborto.

Un Rapporto dei volontari, presentato in occasione dei 32 anni della Legge 194/78 sull’interruzione di gravidanza, che traccia un bilancio degli aiuti forniti alle donne con gravidanze in difficoltà attraverso i 331 centri attivi in Italia. Gli aborti evitati sono stati pari al 20% del totale degli aborti legali. Un dato su tutti spicca: il 79% delle donne che si presenta ai centri (incerte e/o intenzionate ad abortire) danno poi alla luce il proprio figlio. Nel 2009, i bambini fatti nascere sono stati 16 mila, una stima record, sottolinea il Rapporto; 50 mila le donne assistite, 380 mila dal 1975, anno di nascita del primo Cav. Aumentano in modo significativo, le donne straniere: si è passati dal 16% del 1990 al 49% del 1996 all’82% dello scorso anno. Quasi una donna straniera su due è di origine africana.

Sempre nel 2009, il maggior numero di aborti evitati si è avuto in Lombardia (44 ogni 100 mila abitanti) come anche di gestanti assistite (66); seguono il Veneto (29 e 40) e il Friuli Venezia Giulia (21 e 28). Solo il 35% delle gestanti si è presentata ai centri prima dei 90 giorni. Le motivazioni addotte per la richiesta dell’interruzione volontaria della gravidanza, riguardano le difficoltà economiche, 45%, che salgono al 70% sommando le difficoltà per mancanza di lavoro e di alloggio. Alle donne in difficoltà, i Cav offrono sostegni in denaro, assistenza psicologica e morale, assistenza sociale e medica. Quasi il 4% delle gestanti assistite ha usufruito di ospitalità nelle case di accoglienza. Solo il 5% delle donne che si è presentato nei Cav, nel 2009, era inviato dai consultori pubblici; inviate da persone amiche il 29%, dalle parrocchie il 10%.

Le donne che hanno chiesto sostegno ai Cav sono per lo più coniugate (59%), hanno un’età fra i 25 e 34 anni (54%), sono casalinghe (39%) o senza lavoro (28%). Le gestanti arrivate ai Cav con il certificato per abortire sono state, lo scorso anno, il 7%; di queste, l’83% ha poi proseguito la gravidanza. L’atteggiamento del marito di fronte alla possibilità di abortire è, nel 33% dei casi, contrario. Il 99% dei bambini è rimasto con le madri.

Roma 23/07/2010

Autore: Redazione FNOMCeO

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