Report: lavoratori stressati o ansiosi meno produttivi

Report n. 22/2010    

LAVORATORI STRESSATI O ANSIOSI MENO PRODUTTIVI

I dipendenti che godono di una buona salute mentale offrono prestazioni migliori in ambito professionale, insomma sono più produttivi. Lo sottolinea l’Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro (Ispesl), che evidenzia come "uno dei principali fattori di rischio per la salute delle persone è lo stress lavoro-correlato”. l’Ispesl riferisce che circa il 43% degli occupati denuncia disturbi psico-sociali".

Ma "i dipendenti che godono di una buona salute mentale offrono prestazioni migliori in ambito professionale". Partendo da questa certezza, lancia, durante l’XI Giornata nazionale dedicata alla Promozione della salute nei luoghi di lavoro, la campagna europea sulla salute mentale ‘Lavorare in sintonia con la vita’. La campagna, a cui l’Istituto collabora nel ruolo di Ufficio nazionale contatto (Nco) del network europeo Enwhp (European Network for Workplace Health Promotion), si prefigge principalmente di comprendere e prevenire i fattori che generano stress e problemi di salute mentale; offrire supporto ai dipendenti con questo tipo di problemi e sviluppare politiche efficaci per il reinserimento o l’impiego di chi è affetto da problemi psichici.

"Come Ufficio nazionale del network Enwhp – spiega Fiorisa Lentisco, ricercatrice del Dipartimento medicina del lavoro dell’Ispesl – abbiamo l’impegno istituzionale di tenere una giornata nazionale dedicata alla promozione della salute nei luoghi di lavoro. E quest’anno l’attenzione è rivolta proprio alla promozione della salute mentale al lavoro, intesa come buona salute psicofisica del lavoratore".

Benessere organizzativo, dialogo sociale e coinvolgimento dei datori di lavoro dovrebbero essere infatti le prime garanzie sulle quali contare. Oggi invece, ricorda l’Ispesl, sono oltre 10 milioni i lavoratori che percepiscono almeno un fattore di rischio per la propria salute, rischio che non sempre è di natura fisica. Se infatti circa 8 milioni di persone avvertono la presenza nell’ambiente lavorativo di un fattore di rischio per la propria salute fisica, quasi la metà ritiene di essere esposta principalmente a rischi che possono pregiudicare l’equilibrio psicologico.

Per questo la salute mentale viene sempre più intesa come salute psicofisica. A sottolineare la novità sostanziale, anche in termini giuridici, della valutazione del rischio ‘stress da lavoro’ è stato Sergio Iavicoli, direttore del Dipartimento medicina del lavoro dell’Ispesl, nel corso della XI Giornata nazionale di informazione sulla promozione della salute nei luoghi di lavoro. Nel dettaglio, gli esperti spiegano che 8 milioni e 706.000 italiani ritengono il lavoro un fattore di rischio per la salute fisica, e 4 milioni e 58.000 di rischio per l’equilibrio psicologico. Oltre 2 milioni e 797.000 dichiarano di avere problemi di salute causati dal lavoro. Le donne (54%) sono più esposte degli uomini (41%), la fascia di età tra i 35 e i 44 anni è quella che versa in peggiori condizioni.

Inoltre, ora c’è un altro fattore che crea stress: la crisi. Secondo uno studio europeo della britannica Robert Half, gli italiani sono al venticinquesimo posto (su 27) nel ranking di soddisfazione sul lavoro. non solo: tra i professionisti, il 75% non cerca lavoro perchè non gli piace: ma la crisi, purtroppo, non lo permette.

P.S. Come sempre chi fosse interessato ad approfondire, la documentazione completa è a disposizione presso il Centro Studi e Documentazione della FNOMCeO.

Roma 26/02/2010

Autore: Redazione FNOMCeO

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