Report sul mercato del lavoro e il ricambio generazionale

Report n. 14/09

MERCATO DEL LAVORO E RICAMBIO GENERAZIONALE

Si chiama “URG” Urge ricambio generazionale la ricerca recentemente curata dal CNEL e dal Forum nazionale dei giovani.
Scopo della ricerca è di evidenziare, come esplicitato nel titolo, le difficoltà dei giovani ad immettersi nel mondo del lavoro considerato che in soli due anni i giovani laureati in cerca di lavoro e di sistemazione “parastabile” sono passati dal 56,9% del 2005 al 53% del 2006 e al 47% del 2007.
I Dirigenti con meno di 35 anni che rappresentavano nel 1997 il 9,7% dopo dieci anni sono scesi al 6,9%. Nel campo libero professionale quel che più conta non è il tipo di laurea da frequentare, ma scegliere il campo di attività professionale ove uno dei genitori abbia uno studio già ben avviato.
Ecco  dunque che il 40% dei figli dei medici e dei farmacisti decidono di intraprendere gli studi relativi per diventare colleghi di mamma o di papà. Secondo i ricercatori questo aspetto di “ereditarietà” finisce per essere un ostacolo al ricambio generazionale.
In dieci anni il numero dei professionisti con meno di 35 anni è sceso dal 30% al 22%.
I medici con meno di 35 anni costituiscono (dati CED della FNOMCeO) il 7% mentre nel 1996 erano il 13,1% gli ultra 65 enni che erano invece nel 1996 il 5,8% sono oggi 11,5%.
Anche la politica risente di questa mancanza di ricambio,considerato che solo il 5,6% dei parlamentari risulta al di sotto dei 35 anni di età e che la fascia di età tra 50 e 60 anni è quella maggiormente sovrarappresentata.
Stesso discorso vale per i Consigli di Amministrazione dei grandi gruppi e della P.A. e nell’imprenditoria giovanile. Nella ricerca il sistema attuale degli Ordini professionali viene presentato più come un ostacolo che come una agevolazione per i giovani professionisti.
I costi e le conseguenze per l’intera economia del Paese, derivanti dall’attuale sistema degli Ordini, sono stai per altro stigmatizzati anche dall’OCSE: nell’ultimo rapporto sull’Italia, una delle cause della debolezza economica del Paese è identificata proprio nelle inefficienze dei mercati delle professioni regolati in maniera eccessivamente protezionistica a scapito della concorrenza. Anche la Commissione Europea ha sottolineato, a più riprese, la necessità di abolire le limitazioni alla concorrenza che caratterizzano la regolamentazione dei servizi professionali: dalla fissazione o raccomandazione dei prezzi (tariffe), alle restrizioni all’accesso.
Il nostro Paese, tra quelli Europei, è quello che pone il numero maggiore di vincoli all’accesso alle professioni ma anche nell’esercizio delle stesse.

P.S. Come sempre chi fosse interessato ad approfondire, la documentazione completa è a disposizione presso il Centro Studi e Documentazione della FNOMCeO

Roma, 09/04/2009

Autore: Redazione FNOMCeO

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