Ricerca Censis: le difformità nelle terapie oncologiche in Italia

Report. n. 18/09

RICERCA CENSIS: LE DIFFORMITA’ NELLE TERAPIE ONCOLOGICHE IN ITALIA

E’ stata presentata a fine Aprile a Roma, presso Palazzo Marini, una ricerca condotta dal Censis in collaborazione con FAVO, AIOM, AIRO, INPS “sulle terapie oncologiche in Italia e sue difformità”.
Una ricerca delicata rispetto ad una malattia, quella oncologica, che sta crescendo in maniera considerevole con implicazione medico – sociali molto importanti considerato che il cancro si avvia a diventare il “big killer” dell’umanità, la prima causa di morte in tutto il mondo superando anche le patologie cardiovascolari.
I dati sono allarmanti: in Italia nel 2008 si è arrivati ad un dato stimato pari a 1.840.923 casi dei quali 806.103 uomini (43,8%) e 1.034.820 donne (56,2%).
Il dato di raffronto è il 2000 con 1.270.000 casi; la Valle D’Aosta ed il Friuli sono le Regioni con i valori più elevati.
In tutto il mondo secondo l’Agenzia per la ricerca sul cancro dell’OMS i morti per tumori si aggirano sui 7 milioni con prospettive negative a 17 milioni nel 2030 con 27 milioni di malati.
Il Rapporto Censis appare comunque più rassicurante evidenziando che sono in aumento le persone in vita con esperienza di tumore nel nostro Paese ed è vero, secondo un’altra ricerca Censis – Forum ricerca biomedica, che il 75% degli intervistati esprimono una crescente convinzione che di tumore si può guarire.
Esiste a tale riguardo un interessante indicatore sociale di cronicizzazione delle patologie tumorali che è rappresentato dai dati sulle prestazioni di protezione sociale: nel periodo 1998 – 2008 oltre il 57% delle inabilità accolte è ascrivibile a patologie tumorali.
Esistono, e vengono evidenziate poi, alcune problematiche nel rapporto sanità – tumori.
La più grave è rappresentata dall’individuazione dell’oncologo da contattare e alla struttura alla quale rivolgersi quando emerge la malattia (39,4% degli intervistati); poi la capacità professionale degli operatori anche e soprattutto negli aspetti psicologico – relazionali (33,1% degli intervistati); la qualità dei servizi nei luoghi di ricovero e negli ospedali segnalato dal 32,1% degli intervistati; la rapidità all’accesso ad alcuni esami diagnostici di controllo (scintigrafia, tac) segnalata dal 30% e infine la disponibilità e attenzione del medico di famiglia dopo il ritorno a casa (20,2% degli intervistati).
Dunque l’offerta di cure nel nostro Paese appare di buon livello, anche con numerose punte di eccellenza, ma dall’indagine sulla opinione degli italiani emerge la persistenza di uno “scalino” nell’accesso iniziale alle cure, proprio laddove invece i pazienti avrebbero bisogno di vedere ridotti al minimo gli ostacoli estranei al contenuto della malattia (forse diciamo noi di tipo burocratico) con una disponibilità di informazioni semplici e chiare che mettano la persona ed i suoi famigliari in condizioni di decidere dove e a chi rivolgersi.
I capitoli successivi mettono in evidenza l’offerta di cure e i trattamenti oncologici in Italia, (strutture e posti letto); l’assistenza domiciliare integrata (ADI); il punto di vista del
volontariato oncologico; l’informazione per i pazienti ricoverati nelle strutture ospedaliere oncologiche.
Una ricerca a tutto campo, analitica e esaustiva dalla quale si può ricavare che:

  1. L’offerta sanitaria, rispetto alla diffusione e cronicizzazione delle neoplasie, è mediamente di buon livello soprattutto per gli aspetti più specificamente terapeutico – sanitari di risposta alla fase acuta della malattia.
  2. Appare carente l’aspetto dell’assistenza domiciliare e quello del supporto psicologico in ospedale e a casa;
  3. Esiste una significativa disparità territoriale dell’offerta sanitaria in oncologia in termini di centri, tecnologie e risorse umane.      

P.S. Come sempre chi fosse interessato ad approfondire, la documentazione completa è a disposizione presso il Centro Studi e Documentazione della FNOMCeO

Roma 05/05/2009

Autore: Redazione FNOMCeO

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