Report n. 119/2010
LA SANITA’ DEL FUTURO
Difficile dire oggi quale sarà il volto della sanità italiana tra una ventina d’anni. Una cosa però è certa: sarà sempre più costosa a causa dell’invecchiamento della popolazione e dell’aumento della cronicità di molte patologie, dovrà probabilmente trarre da un mix di finanziamento pubblico e privato il proprio sostentamento e dovrà rivedere i propri assetti di governance, logistica e più in generale la propria missione, anche grazie al continuo sviluppo delle tecnologie mediche.
Sono queste le riflessioni contenute in uno studio frutto di un lavoro di ricerca di tre anni,condotto da Francesco Longo, direttore del Cergas Bocconi, Mario Del Vecchio, direttore del Master in management sanitario della Bocconi, e Federico Lega, direttore della laurea specialistica in Amministrazioni pubbliche e Istituzioni internazionali dell’Università milanese.
L’analisi, prospetta e discute le possibili vie che il nostro sistema sanitario può imboccare e lo fa partendo dagli elementi di discontinuità, dalle fratture, che l’attuale sistema progressivamente subirà. La prima è indubbiamente la scarsità di risorse future: Secondo alcuni osservatori, in mancanza di correttivi, nel 2050 la spesa sanitaria italiana potrebbe più che raddoppiare rispetto ai livelli attuali. Oggi la spesa è del 9% del Pil, sebbene sia leggermente inferiore al 9,5% della media europea. Sulle fonti di finanziamento, ci si attende la diffusione di logiche che contemplano più di una fonte: la variabile rilevante sarà il mix tra queste fonti rispetto al totale.
La seconda è poi il ruolo stesso che la sanità gioca nel più ampio sistema economico: proprio per le sue dimensioni, secondo i ricercatori Bocconi, essa è destinata a rimanere uno dei settori più rilevanti se non addirittura il più grande in assoluto.
Altri elementi evidenziati dallo studio, sono la progressiva differenziazione su più livelli, regionale, nazionale e sovranazionale, delle architetture istituzionali, con forti spinte alla globalizzazione, la progressiva segmentazione della domanda di salute, con target sempre più specifici e distinti, e l’allargarsi della cultura della salute, con lo sviluppo di aree, per il momento distinte, più legate al concetto di benessere. Cambieranno gli ambiti di produzione e consumo di sanità, anche perché è atteso un aumento della cronicità delle patologie e del tasso di mobilità dei pazienti.
Infine, viene considerato il cambiamento tanto nelle professioni sanitarie, nei modelli organizzativi e, ultimo ma non ultimo, nell’impatto che potrebbe avere sull’insieme della sanità la trasformazione tecnologica che renderà possibile anche un ripensamento della logistica degli ospedali, con strutture in qualche modo virtuali e un maggior coinvolgimento attivo del paziente.
Partendo da questi elementi di discontinuità della sanità di oggi, vengono focalizzati diversi scenari, provando a verificarli attraverso la proposizione di un sondaggio a “opinion leader” della nostra sanità. Ciò che ne emerge sono diversi futuri possibili, ma con alcuni che hanno più probabilità di verificarsi (e un maggiore impatto complessivo) di altri. Circa gli scenari finanziari, per esempio, gli opinion leader sanitari giudicano più probabile una sanità pubblica allargata e competitiva sia verso il pubblico sia verso il privato, con un aumento, all’interno del pubblico, delle prestazioni a pagamento.
Sul fronte della mobilità dei pazienti, potrebbe aumentare il trend attuale: si stima, che ogni anno nel mondo intero si muovano verso altri paesi circa 4 milioni di persone. La Thailandia è leader mondiale nell’attrarre pazienti, accogliendone 1 milione l’anno. Un mercato globale di sanità che muove oggi dai 20 ai 40 miliardi di dollari, con stime di crescita fino a 100 miliardi di dollari nel 2012.
Roma, 20/12/2010
Autore: Redazione FNOMCeO