Ripensamento necessario della politica vaccinale – Nella interrogazione si rileva che la riforma del Titolo V della parte II della Costituzione, realizzata con legge costituzionale del 18 ottobre 2001, n. 3, ha modificato l’assetto dei rapporti istituzionali tra Stato, Regioni ed enti locali, introducendo un quadro di devoluzione delle competenze e delle responsabilità in materia sanitaria. Con questa riforma le Regioni hanno assunto la responsabilità, quasi esclusiva, dell’organizzazione e gestione del servizio sanitario, mentre allo Stato è rimasta la responsabilità di stabilire quali sono le prestazioni sanitarie essenziali (cosiddetti livelli essenziali di assistenza) che tutte le Regioni devono offrire ai cittadini, ovunque residenti;tuttavia, l’offerta di prestazioni sanitarie si configura attualmente come un mosaico estremamente variegato, tanto che si parla di 21 diversi servizi sanitari che hanno sostituito il SSN. In particolare, a fronte di rischi infettivi sostanzialmente omogenei, le politiche vaccinali sono caratterizzate da una forte eterogeneità territoriale evidentemente ingiustificata. Si chiede di sapere tra l’altro se il Ministro della salute non ritenga di fare in modo che gli obiettivi previsti dal PNPV siano verificati annualmente attraverso uno o più indicatori per ciascun obiettivo vaccinale specifico, nell’ambito del sistema ordinario di monitoraggio dei LEA e se non ritenga opportuna la predisposizione e la realizzazione di una campagna informativa autorevole e chiarificatrice sul valore e l’importanza della vaccinazione, da effettuare sia attraverso i tradizionali media (televisioni e radio) sia attraverso i social network sia avvalendosi del ruolo fondamentale dei pediatri di famiglia. Il Sottosegretario di Stato per la salute Vito De Filippo intervenuto in Commissione Igiene e Sanità nella seduta dell’8 ottobre 2015 risponde all’interrogazione sottolineando in primo luogo l’importanza fondamentale dei vaccini, in termini di riduzione della suscettibilità alle infezioni e dei costi sanitari e sociali legati alle malattie infettive ed agli eventuali esiti invalidanti, con possibilità di impiegare diversamente le risorse economiche, strutturali e di personale resesi disponibili. “Fa presente che l’offerta delle vaccinazioni, in Italia, si è evoluta nel corso degli anni, di pari passo con il progredire delle conoscenze tecnico-scientifiche in merito, delle condizioni socio-economiche del nostro Paese e del cambiamento culturale nel rapporto medico-paziente. Gli ultimi due Piani nazionali (Piano Nazionale Vaccini-PNV 2005-2007 e Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale-PNPV 2012-2014), frutto di intese in Conferenza Stato-Regioni, hanno fornito indirizzi per le strategie vaccinali da applicare su tutto il territorio, improntati su criteri di equità e standardizzazione dell’offerta vaccinale per tutti i nuovi nati e degli aventi diritto per età, condizioni di rischio per patologie di base, o per attività lavorativa in ambito sanitario”. “Segnala che nella bozza di PNPV 2016-2018, elaborata da un Comitato per le strategie vaccinali istituito dal Ministro Lorenzin presso il Consiglio superiore di sanità, e che attualmente è all’attenzione del Coordinamento interregionale della Prevenzione, sono state affrontate le attuali criticità dell’offerta vaccinale, con possibili soluzioni, anche di natura comunicativa, per gli operatori. Una di queste è il considerare non le malattie evitate dalle vaccinazioni, ed il relativo costo-efficacia, come fatto fino ad oggi, bensì quanto costano in termini di salute e di risorse i casi di malattia che si verificano e si potrebbero efficacemente prevenire con le vaccinazioni” “In conclusione, rappresenta che, nella griglia LEA di valutazione, sono previsti indicatori che riguardano il raggiungimento delle coperture vaccinali per le vaccinazioni contemplate nel vigente PNPV 2012-2014, e che ulteriori indicatori sono all’attenzione per la realizzazione delle anagrafi vaccinali”
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