Rischio stress per i medici di famiglia

Report n. 17/2011

RISCHIO STRESS PER I MEDICI DI FAMIGLIA

Nell’ultimo Conve­gno Nazionale di Santa Margherita di Pula è stato lanciato un vero e proprio allarme depressione per la categoria medica: 8 medici su 10 sono stati definiti a ri­schio burn out. Stress, carichi di lavoro eccessivi, orari sconvolti, ma anche coinvolgimento emotivo, incapacità di sopportare il peso di errori che, a volte, possono costare la vita di un paziente. II fenomeno del logorio professionale che porta a forte depressione e, a volte perfino al suicidio, è in crescita tra i medici italiani.

A confermare ciò sono anche i dati inquietanti emersi da un sondaggio su 184 Mmg lombardi con­dotto dalla Fimmg: il 12% di questo panel è in pieno burn out, mentre il 69% si sente fortemente a rischio.

Nel concreto del quotidiano la sindro­me del burn out può ripercuotersi ne­gativamente sull’efficienza e sull’effi­cacia professionale con una conse­guente complessiva riduzione delIa qualità delle prestazioni. Tra l’altro sembra che siano i medici più giovani i più esposti, mentre il lavorare in gruppo o in associazione, previene la minaccia di burn out.
I dati ci dicono che sono la pesantezza dei compiti, in primo luogo amministrativi, che i me­dici dichiarano di gestire con fatica maggiore; ad essi si affiancano quelli relativi alIa gestione di pazienti "difficili" e la mancanza di tempo per gesti­re la loro vita privata. E spesso si inne­sca un circolo vizioso: più i medici so­no depressi, più sbagliano. E sbaglian­do si deprimono ulteriormente.

Giaco­mo Milillo, segretario generale Fim­mg, nell’ultimo Congresso nazionale aveva commentato molto aspramente il malessere dei medici, "a partire – ­aveva dichiarato – dalla riduzione dei posti letto che richiede una maggiore assistenza alIa medicina del territorio, che però non è stata potenziata", defi­nendo poi "disordinato e umiliante per il medico" il modo con cui si stava conducendo il processo di informatiz­zazione, fino all’obbligo dei certificati online con i medici unica categoria sanzionabile in caso di inadempienze.

A fine 2010 anche Simg, attraverso il VI Rapporto Health Search, frutto del monitoraggio di 650 professionisti, ha toccato il nodo del burn out medico. Secondo l’indagine, si e passati da 6.6 contatti l’anno per paziente nel 2003 a 7.1 nel 2009, che equivalgono a circa 30 visite al giorno in più.

I pazienti au­mentano, Ie malattie sono più compli­cate da gestire e i medici di famiglia devono fare i conti con il "cronome­tro" e la burocrazia che Ii soffoca. Oggi il 50% del tempo dei Mmg, se­condo l’indagine Simg, è occupato dagli adempimenti burocratici, che la maggior parte dei medici deve sbri­garsi da solo.

"I Mmg – ha spiegato Claudio Cricelli, Presidente Simg – ­hanno poco personale sanitario di studio, come segretarie o infermiere, a causa del budget esiguo che gli è asse­gnato come rimborso spese forfait. Ad averlo, il più delle volte pagandolo di tasca propria, è circa il 15-20%, dei Mmg che spesso si uniscono in grup­po e lo condividono".

II resto, dunque, ne fa praticamente a meno, facendo i salti mortali per stare dietro ai bisogni dei pazienti.
Se la Simg ha fotografato ancora più dettagliatamente il disagio medico, la Fimmg ha iniziato a spingere i propri iscritti a valutare i rischi da stress lega­ti al lavoro, che, peraltro è un compito obbligatorio.

Secondo Ie indicazioni del Ministero del Lavoro, infatti, tale analisi doveva già essere cominciata prima delle fine del 2010. La Circolare delIa Direzione Generale per la Tutela delle condizioni di lavoro (numero 23692 del 18 novembre 2010) prevede che la valutazione del rischio di stress lavoro correlato, per Ie realtà con meno di 10 dipendenti, iniziasse entro il 31 dicembre 2010, anche se la valutazione effettiva potrà avvenire materialmen­te nei primi mesi del 2011. C’e tempo poi fino al 30 giugno 2012 per compi­lare la relazione da inviare al Ministe­ro, che deve essere poi periodicamente rivista al mutare dei rischi.

Di fronte al disagio dei professionisti, anche Ie altre organizzazioni sindaca­Ii sono preoccupate.“Lo stress di la­voro nei medici sta aumentando in modo esponenziale – afferma Angelo Testa, presidente Snami – ed è legato al fatto che l’attività lavorativa si è modificata notevolmente, anche solo rispetto a 4-5 anni fa. Oggi riscontria­mo un aumento delle domande di in­validità e in generale di persone che scappano dalla professione: mentre prima non si voleva mai smettere an­che fino a 72 anni, oggi si lascia la professione a 58 anni".

Anche da Mauro Martini, coor­dinatore delIa medicina di famiglia del sindacato Sumai Assoprof e Salvo Calì, segretario nazionale Smi viene messo in evidenza l’aumento esponenziale delIa parte burocratica che porta via sempre più tempo al Mmg e, dall’altra, il doveroso rispetto delle norme che si susseguono portano a un aumento delIa tensione continua quotidiana.

Roma, 31/03/2011

Autore: Redazione FNOMCeO

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