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Roma: “Biotecnologie. Proviamoci. Tutti insieme”

Tutto il mondo che ruota attorno alle Biotecnologie si è dato appuntamento a Roma, lunedì 6 ottobre, presso la sede della Presidenza del Consiglio dei Ministri. All’iniziativa, promossa dal Comitato Nazionale per la Biosicurezza, le Biotecnologie e le Scienze della Vita, presieduto dal professor Franco Cuccurullo, hanno preso parte esponenti di Asis (Associazione studi sull’industria della salute), di Assobiotec, di Farmindustria, Assobiomedica e Cittadinanzativa.

La riflessione ha riguardato lo stato delle Biotecnologie e le possibilità di sviluppo nel futuro immediato, ma si è fatto anche un punto della situazione sull’innovazione e il trasferimento tecnologico in Medicina predittiva.

“Quando parliamo di Biotecnologie, intendiamo un sistema molto complesso – ha detto Cuccurulloe il lavoro che abbiamo fatto fino a questo nostro appuntamento di oggi è consistito nel predisporre un progetto di collaborazione tra tutti i soggetti interessati allo scopo di aumentare la massa critica”. Il progetto sarà approvato al più presto. “Il nostro obiettivo è di mettere tutto in rete: strutture, unità operative, ricercatori. Abbiamo individuato qualcosa come 60 strutture e 75 unità operative, pensiamo ad accorpamenti per evitare la frammentazione. Tra i ricercatori, abbiamo i senior, i non senior e i giovani dottorandi. Occorre aumentare il numero dei giovani che devono lavorare fianco a fianco con i senior. Abbiamo riscontrato 22 mila citazioni di pubblicazioni, in massima parte le pubblicazioni più vecchie hanno più citazioni, motivo in più per accompagnare un maggior coinvolgimento dei giovani”.

Le reti per tre branche della ricerca in Medicina (Oncologia, malattie neurodegenerative e malattie cardiovascolari) sono state illustrate dai professori Antonio Marchetti, Ordinario di Anatomia patologica all’Università di Chieti-Pescara; Carlo Caltagirone, Ordinario di Neurologia a Tor Vergata e direttore scientifico dell’IRCCS Santa Lucia; e Gianluigi Condorelli, Ordinario di Malattie cardiovascolari a Milano. Tre reti che sono collegate tra loro perché “la Medicina predittiva è la medicina interna del Terzo Millennio – ha spiegato Marchettie tra soli venti anni la Medicina sarà tutta diversa rispetto ad oggi”.

“Come cambia la visione dell’industria, tra rivoluzione tecnologica, reti strategiche, attese dei cittadini e impatto socio-economico delle nuove sfide”. Questo il tema della tavola rotonda coordinata da Roberto Turno, Vice direttore de Il Sole 24 Ore Salute. Convergenti le posizioni degli interlocutori sul fatto che la giornata delle Biotecnologie del 6 ottobre è un punto di partenza per andare avanti, secondo un titolo fornito da Eugenio Aringhieri, Presidente gruppo Biotecnologie di Farmindustria: “Il futuro è Biotec, ma da soli non si vince”, anche perché “Biotecnologia è innovazione, è ricerca e apre le porte ai giovani – ha aggiunto Aringhieri –. Dobbiamo puntare sull’internazionalizzazione della ricerca e su reti sovranazionali. La ricerca non è un costo, è un investimento. Già oggi 350 milioni di pazienti nel mondo usano farmaci biotecnologici. Da noi occorrono scelte politiche coraggiose e un ecosistema favorevole”.

Per Riccardo Palmisano, Vicepresidente Assobiotec, “occorre una regia unica per lo sviluppo dei farmaci biotecnologici e la rete è fondamentale, ma finora ci sono stati troppi blocchi e scarsi finanziamenti”.

Marco Macchia, Ordinario di Chimica farmaceutica, Presidente Asis, ha detto che “il modello CNBBSV è valido anche per altre esperienze proprio perché non si può che ragionare in rete. Anche a livello regionale si stanno creando distretti per formare massa critica, sviluppando possibilità di impiego per i giovani”. Macchia fa anche parte del comitato di indirizzo del distretto toscano Scienze della vita.

Secondo Fernanda Gellona, direttore generale Assobiomedica, “le reti sono nate purtroppo in ritardo. Manca una politica per la ricerca, come manca una politica industriale nel nostro Paese. Industria, Università e Ricerca non possono più aspettare anche perché questi settori hanno perso posti di lavoro”.

Per Massimo Sargiacomo, Ordinario di Economia aziendale all’Università di Chieti-Pescara, “la questione dei finanziamenti è centrale: negli anni, la spesa sanitaria è aumentata mentre diminuiva la spesa per le università. Emblematici sono alcuni casi in cui il peso dell’assistenza dei malati di alcune patologie ricade sulle famiglie. L’ultimo rapporto sui costi di gestione dei malati di Alzheimer è del 2006”.

Marco Frey di Cittadinanzattiva ha detto: “Ci sono tre valori da recuperare: equità, etica della responsabilità collettiva, capacità di rispondere alla domanda di salute. Negli ultimi anni, invece, abbiamo assistito alla trasformazione del nostro SSN da universalistico a sistema misto”, come d’altra parte dimostra l’ultimo Rapporto di Pit Salute.

Nella giornata romana sulle Biotecnologie è emersa la volontà di tutti di creare sinergie e spingere in avanti il settore. Il senso del tutto è stato così delineato da Cuccurullo: “L’industria è il pilastro su cui si fonda il lavoro del Comitato. Stiamo lavorando molto per avere un quadro chiaro della situazione: a livello internazionale, ci poniamo bene per quanto riguarda la biomedicina, ma il gap è sulle biotecnologie e va superato con risorse finanziarie per sostenere questo progetto di sviluppo che deve comprendere una nuova educazione per i giovani ricercatori perché si adeguino alla velocità delle innovazioni a livello globale. Per concludere, direi: Biotecnologie, proviamoci, tutti insieme”.

Cuccurullo ha poi detto che “ormai possiamo lavorare su un database che comprende oltre 490 mila pubblicazioni”. Come dire, non si parte da zero. Ma nemmeno ci si può accontentare di uno zero virgola qualcosa, gli obiettivi sono ben più ambiziosi.

Autore: Redazione FNOMCeO

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