Roma/1, la sfida della formazione: un futuro da costruire adesso

Un documento di grande complessità, che affronta tutti gli aspetti della formazione di qualità per i medici, in questo particolare momento di snodi e di cambi di ciclo, un documento che intende dare risposte alla ‘gobba demografica’ che è aleggiata per due giorni nel salone delle Fontane, all’Eur, a Roma, sede della II Conferenza nazionale della professione medica.

Al termine della seconda giornata, in chiusura della tavola rotonda con i rappresentanti di alcune Istituzioni, Amedeo Bianco ha concluso i lavori delineando la prospettiva di questo impegnativo lavoro: “Con il documento avanziamo proposte e le proposte le porteremo avanti. Probabilmente le leggi attuali non bastano per attuare ciò che è contenuto nel documento. Si potrà andare a modifiche legislative, magari sotto forma di decreto legislativo, in maniera tale da codificare le scelte che in questi giorni abbiamo indicato per fronteggiare le maggiori criticità della professione medica, criticità che siamo impegnati a risolvere, soprattutto per le giovani generazioni di medici”.

Conducendo e intervenendo ripetutamente durante la tavola rotonda finale, Bianco ha spiegato il grosso lavoro che c’è dietro il documento di consenso. “Abbiamo messo a disposizione di tutti, delle Istituzioni e dei medici, i database che fotografano la situazione attuale e quella che si verificherà tra qualche anno. Così tutti potranno fornire il loro contributo per risolvere alla base i problemi”. In altre parole, i problemi dei medici si risolveranno soltanto lanciando una vera e propria sfida sulla formazione, per costruire un futuro qui e ora, a partire da adesso.

E Maurizio Benato, Vice-Presidente FNOMCeO e Presidente dell’OMCeO di Padova, ha, con parole chiare, richiamato “il grosso lavoro di concertazione che è alla base del documento. Abbiamo la consapevolezza di vivere in una società complessa, un concetto, quello della complessità, che riguarda anche la sanità. In Medicina, ad esempio, si va verso il superamento della dimensione biomedica, si avanza una concezione della Medicina come pratica sociale, come anche la conoscenza è una pratica sociale. E questa impostazione la si ritrova anche dentro il documento”.

Dopo la lettura del documento da parte di alcuni presidenti di Ordine, nella tavola rotonda sono intervenuti Piero Ciccarelli, direttore generale dell’Azienda sanitaria unica regionale delle Marche; Gianfranco Gensini, Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia a Firenze; Eugenio Gaudio, segretario della Conferenza Permanente dei Presidenti dei corsi di laurea magistrale in Medicina e Chirurgia; Giovanni Leonardi, direttore generale delle risorse umane e professioni sanitarie del Ministero della Salute.

Proprio Leonardi ha portato in evidenza il problema di fondo, la cui soluzione è un impegno di prospettiva, possibilmente ravvicinata: “Un provvedimento legislativo va pensato, elaborato, va fatto, perché i temi posti nel documento Fnomceo implicano alcuni cambiamenti alle norme attuali, alle quali nel frattempo ci dobbiamo attenere”.
Di “documento molto valido” ha parlato Gensini, per il quale, nella situazione data, “alcune cose si possono fare applicando le leggi esistenti”. Gaudio ha sottolineato che, pur con le problematicità che vanno risolte, attualmente “le Facoltà di Medicina hanno le migliori performance: si hanno buoni risultati in tutti i corsi di Medicina, di Odontoiatria, delle professioni sanitarie anche con il 3+2. Per quanto attiene al tema della formazione –ha concluso Gaudio- propongo un’alleanza terapeutica tra Università e SSN”.

Secondo Ciccarelli, “la diagnosi è molto chiara, si tratta adesso di applicare una terapia coerente con la diagnosi. Prima di tutto individuando i fabbisogni e impegnando le Università a far fronte ai fabbisogni”. Ciccarelli ha detto che il documento sarà alla base del suo rapporto con l’Università di Ancona, operando lui nelle Marche, “Regione virtuosa per quanto riguarda la quadratura della spesa pubblica, anche in sanità”.

In precedenza si era avuta la palpabile sensazione di che significa la parola ‘consenso’ sul documento FNOM con gli interventi delle organizzazioni sindacali e delle associazioni professionali. Interventi di sostegno, di spinta ad andare avanti da parte di tutti, presentati da Gabriele Peperoni: Giacomo Milillo (Fimmg); Costantino Troise (Anaao-Assomed); Roberto Lala (Sumai); Riccardo Cassi (Cimo-Asmd); Angelo Testa (Snami); Giuseppe Mele (Fimp); Domenico Camì (Anpo); Francesco Medici (Fvm). Giuseppe Garraffo (Cisl-medici); Salvo Calì (Smi); Fausto Campanozzi (Cimop); Walter Mazzucco (Sigm); Francesco Lucà (Fassid); Massimo Percoco (Fesmed); Pierino Di Silverio (FederSpecializzandi); Armando Masucci (Uil-medici); Paolo Zandara (Cipe); Ruggero Di Biagi (Ugl-medici).

Non c’è stato un aspetto che non sia stato affrontato. Nella mattinata Paolo Livrea aveva introdotto il tema della “Formazione di base e specialistica” con gli approfondimenti di Matteo Cestari, Ezio Casale, Andrea Cammelli, Vincenzo Luciani, Giovanni Leonardi e Roberto Stella. Claudio Cricelli aveva introdotto poi il tema della “Formazione permanente”, con gli approfondimenti di Luigi Conte, Vincenzo Blandamura, Giovanni Mathieu.

Viene da pensare: con un lavoro così alle spalle, con una base di consenso così vasta, con le indicazioni di prospettiva emerse nella seconda conferenza nazionale della professione medica, non si può fare altro che andare avanti!

Autore: Redazione FNOMCeO

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