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Roma/2, Bianco: il nostro progetto di formazione è di lungo periodo

“Dati alla mano, tenendo presente la cosiddetta gobba demografica relativa agli anni di nascita dal 1951 al 1959, considerando che il percorso formativo di un medico oscilla tra i 10 e i 12 anni, mi pare evidente che il nostro progetto formativo, di cui discutiamo in questi giorni, potrà essere utilizzato dal sistema tra 12 anni”. Ha esordito così Amedeo Bianco nel presentare, in conferenza stampa, la II Conferenza nazionale della professione medica.

Presenti i segretari nazionali delle sigle sindacali coinvolte nella Conferenza, ha partecipato il professor Andrea Lenzi, Coordinatore dei Corsi di Laurea in Medicina delle Università italiane. Bianco ha spiegato che “il modello formativo che proponiamo non è basato soltanto sulla biomedicina, ma comprende anche la capacità di relazione del futuro medico, con particolare attenzione ai ‘nuovi’ temi dell’inizio e fine vita, ben sapendo che anche la medicina predittiva ci porrà nuovi problemi”.

Ci sono due grandi opportunità formative per i medici: le Università e le strutture del Servizio sanitario nazionale. “Due realtà che noi vogliamo mettere insieme, integrare perché cooperino tra loro” ha detto Bianco, per il quale “la formazione continua non è solo ECM, anche se l’ECM resta il primo sistema, la prima opportunità per tutti”.

Numerose le domande da parte di giornalisti e di personale degli Ordini, impegnati negli uffici stampa. Andrea Lenzi, ha fornito diverse risposte, ponendo l’accento sugli attuali sistemi di valutazione. “E’ un momento particolare -ha detto- durante il quale i medici in formazione sono chiamati a sacrifici con notevoli problemi legati all’esiguità delle risorse. Abbiamo chiesto l’aumento del numero di iscritti a Medicina per sopperire nei prossimi anni alla prevista carenza di camici bianchi, in una realtà, quella italiana, in cui si laureano circa 6.500 medici all’anno, 5.000 dei quali si avviano verso le specializzazioni e 1.500 verso la medicina generale.

Circa la ‘tenuta’ della formazione in Medicina, Bianco ha detto: “La professione medica ha ancora una forte attrazione per i giovani. Direi che esiste ancora la vocazione medica. La questione da approfondire è un’altra: capire se l’attuale sistema formativo selezione effettivamente le migliori attitudini, se si considerano i dati sulla cosiddetta ‘mortalità’ o sulla dispersione scolastica”.

La conferenza stampa, molto partecipata, ha in qualche modo anticipato il tema scelto per la II Conferenza Nazionale: “La qualità professionale per la qualità delle cure”.

Autore: Redazione FNOMCeO

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