“Questo evento, che si è sviluppato su due giorni, possiamo definirlo di ricognizione. Dobbiamo poi proseguire nelle nostre azioni per rimuovere gli ostacoli che ancora ci sono nello sviluppo della cooperazione internazionale. Entro la metà di dicembre, tra due mesi, convocheremo una riunione a Roma di tutti i soggetti interessati e che sono stati presenti in questi due giorni a Roma, per intensificare la nostra rete e il collegamento con le Istituzioni”. Ha riassunto così Maurizio Benato, Vice-Presidente FNOMCeO e Presidente OMCeO di Padova, il senso del confronto che si è sviluppato durante il convegno “Promozione della salute e cooperazione internazionale” (foto: Renato Cerisola Photo), chiudendo i lavori della giornata di sabato 5 ottobre.
Benato aveva precedentemente ripercorso le tappe che hanno portato ai risultati di oggi: “A partire dal 2006, con l’avvento della Presidenza di Amedeo Bianco in FNOMCeO, e successivamente, negli anni 2007 e 2008, abbiamo ragionato in termini di progetto ideale ed etico quando abbiamo pensato alla “Carta per l’Ambiente”. Così quando abbiamo approvato il Manifesto per la Salute globale, che indicava azioni ‘politiche’ che garantissero equità e qualità sulla base dell’individuazione dei determinanti della Salute, intesa come diritto, nel quale va a collocarsi anche la cooperazione sanitaria internazionale”.
Tra le proposte della FNOMCeO, Benato ha indicato la costituzione di un Albo nazionale per medici pensionati e volontari, il coordinamento delle organizzazioni di volontariato rette da medici, nonché iniziative regionali per il riconoscimento giuridico ed economico dei distacchi finalizzati alla partecipazione alla cooperazione internazionale. Centrale è poi la formazione e l’aggiornamento per medici e operatori sanitari con stage in Italia presso Università e ospedali. “Abbiamo anche predisposto un testo di proposta di legge – ha precisato Benato – da far approvare dai Consigli Regionali d’Italia per disciplinare le aspettative retribuite per chi partecipa a iniziative di cooperazione internazionale, tema questo che dovrà essere affrontato in sede di Conferenza Stato-Regioni”. Benato ha infine accennato alla proposta di modifica dell’articolo 5 del Codice di Deontologia Medica e alla posta in Bilancio di previsione 2014 della FNOMCeO per finanziare accordi operativi a sostegno degli specializzandi nei Paesi in via di sviluppo, per i pensionati nei PSV e per i medici africani in Italia. Tutti temi condivisi da Sandro Sanvenero, componente nazionale CAO, che ha parlato dell’impegno degli odontoiatri sul fronte della cooperazione internazionale e degli accordi stipulati con diversi Stati al fine di portare un aiuto concreto a Paesi in difficoltà.
Insomma, nella due giorni romana, è emersa, da parte di tutti, una gran voglia di fare per consolidare e sviluppare le esperienze di cooperazione internazionale, sia durante la seconda sessione, coordinata da Luigi Conte e da Musa Awad Hussein, su “Le professioni sanitarie, le Istituzioni, gli Ordini e i Collegi: percorsi di cooperazione sanitaria e proposte concrete”, sia durante la tavola rotonda conclusiva su “Globalizzazione e accesso alle cure tra aggregazioni, reti, strategie e progetti”.
Concetta Mirisola, Direttore dell’Istituto Nazionale per la Promozione della Salute delle Popolazioni Migranti e il Contrasto delle Malattie della Povertà, ha illustrato le molteplici attività dell’Istituto in tante parti del mondo. Reduce da Lampedusa, ha mostrato delle toccanti immagini del naufragio di fronte all’isola siciliana, spiegando che le azioni svolte dall’INMP trovano la ragione nella mission stessa dell’Istituto, che non a caso ha sede a Roma, in Trastevere, nell’antico ospedale San Gallicano.
Di proposte concrete di formazione sul campo e di scambi professionali ha parlato il sacerdote Dante Carraro, direttore di Medici con l’Africa CUAMM, per il quale “l’approccio giusto è quello di intervenire per rafforzare i sistemi sanitari locali, tenendo conto dei bisogni di salute della popolazione e delle risorse umane. Svolgiamo una funzione di accompagnamento – ha detto – rispetto ai medici specializzandi attraverso Junior Project Office, abbiamo sottoscritto accordi con il Segretariato Italiano Studenti di Medicina e con la CRUI, la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane. La collaborazione con la FNOMCeO è preziosa anche per trasferire esperienze con i giovani ad altri giovani”.
Foad Aodi, Presidente Associazione Medici di origine straniera in Italia (AMSI), ha spiegato che all’associazione hanno chiesto di aderire anche altre professioni sanitarie. Richiamandosi al Manifesto di Padova sulla Multiculturalità, ha sostenuto l’importanza della mediazione culturale: “C’è ancora tanto da fare, ma intanto abbiamo la buona notizia che dallo scorso 4 settembre possono partecipare ai concorsi pubblici i medici che hanno la carta di soggiorno, un diritto che prima era precluso, nonostante questi medici fossero già inseriti in attività lavorative presso il circuito della sanità privata e fossero iscritti agli Ordini”. Aodi è anche fondatore dell’organizzazione “Uniti per Unire”.
Antonella Cinotti, Vice Presidente della Federazione Nazionale Collegi Ostetriche, ha documentato una vasta casistica per la quale in Italia, ma soprattutto nel mondo, le donne continuano a morire per conseguenze legate al parto, sottolineando con forza che occorre mettere in atto tutte le azioni possibili per combattere questo fenomeno di “morti evitabili”.
Michele Poerio, Presidente della Federspev, che unisce oltre ventimila pensionati sanitari, ha sollecitato un “nuovo Manifesto d’intenti per la cooperazione internazionale”, mentre Roberto Pititto dell’OMCeO di Cosenza ha portato testimonianza dell’impegno dei medici calabresi in Eritrea, dove è stato realizzato un centro dialisi, e in altri Paesi dell’Africa, come emerse già il 30 maggio a Cosenza, quando, nella sede dell’Ordine, fu presentata l’iniziativa “Noi non ci giriamo”, titolo quanto mai significativo anche per queste due giornate romane.
E l’idea di non girarsi, ma di andare avanti è stata presente anche negli interventi del giorno prima di Maurizio Marceca, Maria Antonietta La Torre, Gavino Maciocco, Giulia De Ponte, Guido Giustetto e Giuseppe Costa, nonché degli altri partecipanti alla tavola rotonda (coordinata da Antonella Bulfone e Walter Gatti) Tanja Nienstedt, Elias Attala, Domenico Montemurro, Mario Affronti, Riccardo Casadei, Massimo Caruso. Per dirla con un medico con le stellette, Giacomo Mammana, direttore del Centro studi e ricerche della sanità dell’Esercito dell’ospedale militare del Celio di Roma, “anche l’impegno dei medici militari è in linea con le azioni che si stanno svolgendo nella cooperazione internazionale, fermo restando che noi portiamo salute e pace nelle missioni militari italiane”.
La necessità di “legare insieme tutte le iniziative” è stata sottolineata da Annalisa Silvestro, presidente IPASVI e senatrice: “Occorre un gioco di squadra che coinvolga tutti: assieme ai medici sono molti gli infermieri, senza dimenticare che sono 37 mila gli infermieri non italiani che operano nel nostro Paese. Dobbiamo in questo momento promuovere sinergie tra medici, infermieri, ostetriche per la riforma degli Ordini professionali”. E’ chiaro che la questione politica è sullo sfondo anche in un evento sulla cooperazione internazionale. E, con questa consapevolezza, in una concezione nobile della politica, non partitica, ma come governo della polis (Aristotele), o, come preferisce Giovanni Sartori, “politica è la sfera delle decisioni collettive sovrane”, vale la conclusione di Maurizio Benato: “La politica altro non è che la medicina pensata in grande”.
Autore: Redazione FNOMCeO