Salari: Italia fanalino di coda OCSE, aumenti del 74,3% delle spese per la salute

Report n. 13/2010    

ITALIA FANALINO DI CODA OCSE PER I SALARI, AUMENTI DEL 74,3% DELLE SPESE PER LA SALUTE

Italia fanalino di coda tra i Paesi dell’Ocse per salari percepiti e nella top ten per il cuneo fiscale. E’ quanto emerge dall’ultimo rapporto dell’Eurispes ‘Italia 2010’, in cui si riprende la classifica 2008 dei trenta paesi industrializzati dell’organizzazione parigina. Infatti, dice il rapporto, ammonta a poco più di 14.700 euro (21.374 dollari) il salario medio netto annuo percepito da un cittadino italiano. Una cifra che pone il Paese al ventitreesimo posto; in coda dopo gli altri paesi europei dove le retribuzioni nette annue si aggirano in media intorno ai 25.000 dollari, tra i quali Germania (29.570), Francia (26.010), Spagna (24.632) e superando, invece, solo Portogallo (19.150), Repubblica Ceca (14.540), Turchia (13.849), Polonia (13.010), Slovacchia (11.716), Ungheria (10.332) e Messico (9.716). I lavoratori italiani incassano dunque ogni anno retribuzioni pari al 17% in media della media Ocse. Al contrario, il cosiddetto cuneo fiscale (la differenza tra costo del lavoro e retribuzione netta) arriva a pesare – nel caso di un lavoratore dal salario medio single e senza figli – per il 46,5%, che determina la sesta posizione dell’Italia tra i 30 paesi Ocse.

  • Italiani più pessimisti, ma cresce ancora fiducia nel futuro

La crisi continua a influire negativamente sugli italiani, per i quali la situazione economica del Paese è di molto peggiorata, ma allo stesso tempo le prospettive di ripresa spingono verso una maggiore fiducia per il futuro. Insomma, l’oggi preoccupa ma il domani si profila migliore. Anche se quasi quattro su dieci vedono ancora nero. Rispetto ai risultati del medesimo sondaggio realizzato nel 2008, si registra, infatti, una crescita dei pessimisti: la percentuale degli italiani che considera la situazione economica del nostro Paese "nettamente peggiorata" è del 47,1% nel 2010 contro il 37,6% di due anni prima. Però, dallo stesso confronto emerge come sia quasi raddoppiata la percentuale di quanti si dicono convinti di un futuro economico migliore per il Paese: il 18,3% rispetto al 10,9% del 2008. Di conseguenza, viene sottolineato, si riduce al 36,3% la quota di quanti prevedono che la situazione peggiori nei prossimi dodici mesi. Per il 37,5% degli italiani, infine, la situazione economica resterà sostanzialmente invariata.

  • Un italiano su 2 arriva con difficoltà a fine mese

I prezzi dei beni di prima necessità salgono e, per far quadrare i conti, si taglia sul resto. A partire dalla stretta su regali e ristoranti, attuata in sette casi su dieci, mentre la spesa si fa low cost. Secondo il rapporto dell’Eurispes, il 48,4% del campione di indagine confessa che, "ad un certo punto del mese", incontra "difficoltà" a far quadrare il proprio bilancio familiare. Un dato che risulta comunque in calo rispetto al 2009 quando raggiungeva il 53,4% (-5%). Interpellati sull’andamento dei prezzi, più della metà degli italiani (56,8%) sostiene che nel corso dell’anno appena passato questi siano aumentati. Un dato in netta diminuzione rispetto alla scorsa rilevazione, quando si attestava all’83,4%, ma che comunque ha determinato un cambiamento dei consumi. Tra tutti, il settore più colpito dall’aumento dei prezzi è considerato quello alimentare: 88,9%. Aumenti significativi anche sul fronte del costo del carburante (86,3%), dell’abbigliamento e delle calzature (74,9%) come delle spese per la salute (74,3%) e degli affitti (66,7%).

  • Per sei italiani su 10, con stranieri più criminalità

Sei italiani su 10 pensano che la presenza degli immigrati aumenti la criminalità (64,7%; il 51,2% fra le persone di sinistra, il 75% fra quelle di destra e centro-destra). Tuttavia per il 60,4%, gli stranieri contribuiscono alla crescita economica del paese. Emerge da un sondaggio dell’Eurispes sugli atteggiamenti degli italiani nei confronti degli immigrati contenuto nel rapporto Italia 2010. Quasi la metà degli italiani (46,1%) dice che un atteggiamento di diffidenza verso gli immigrati sia giustificabile; il 22,8% definisce questo atteggiamento pericoloso, il 17,7% riprovevole, il 10,4% condivisibile. L’opinione più diffusa è che gli immigrati svolgono lavori che gli italiani non vogliono fare (86,4%). Per molti, gli stranieri permettono un arricchimento culturale (59,1%) ma aumentano anche il rischio di malattie (35,6%) e minacciano la nostra identità culturale (29,9%). Quasi un italiano su quattro pensa che gli immigrati tolgono lavoro agli italiani (24,8%); posizione più diffusa a destra (33,3% contro il 17,3% delle persone di sinistra). Per il 58,9%, la presenza di immigrati è superiore alla ricettiva del territorio e dell’economia. Sugli interventi di contrasto che dovrebbe adottare il governo, un terzo dei cittadini (33,6%) individua l’inasprimento dei controlli; un quarto (25,5%) una regolarizzazione più agevole. E’ opinione condivisa che lo Stato dovrebbe favorire l’ integrazione culturale (36,5%). Mentre sulle responsabilità dell’ondata xenofoba, il 31,7% individua i media, il 24,7% il comportamento degli immigrati, il 17,2% le politiche del Governo.

P.S. Come sempre chi fosse interessato ad approfondire, la documentazione completa è a disposizione presso il Centro Studi e Documentazione della FNOMCeO

Roma, 08/02/2010

Autore: Redazione FNOMCeO

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