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Salerno/1: Ordini moderni, aperti, a tutela della professione e dei cittadini

“Qualità tecnica-professionale; tutela del valore civile della prestazione; tutela professionisti a tutela dei cittadini”. Sintetizza in questi tre punti i nuovi compiti degli Ordini rinnovati Amedeo Bianco, Presidente FNOMCeO, al termine del “faccia a faccia” con Sergio Rizzo, giornalista del Corriere della Sera, autore, con Gian Antonio Stella, di volumi di successo, il più noto “La Casta”, che ha inaugurato un genere. Il confronto-scontro, moderato da Giuliano Giubilei, Vice-direttore del TG3, si è tenuto venerdì 28 ottobre presso l’OMCeO di Salerno (foto Massimo Pica), in un momento delicato del passaggio in Senato della delega al Governo per la riforma delle professioni, già varata dalla Camera. Ma il faccia a faccia di Salerno rientra anche nell’eterno dibattito tra chi vuole la riforma e la modernizzazione degli Ordini e chi invece vuole la loro abolizione.

“Gli Ordini – ha detto ancora Bianco – si autofinanziano con le quote degli iscritti (120 euro all’anno) e non pesano affatto sul bilancio dello Stato. Pertanto la polemica di chi vuol legare le strategie per il contenimento della spesa pubblica all’abolizione degli Ordini non ha alcun senso”. Bianco ha poi aggiunto: “Alcune professioni sanitarie sono strutturate in Collegi che esercitano le stesse funzioni degli Ordini. Se i Collegi si trasformano in Ordini, non vuol dire che si istituiscono nuovi Ordini, ma che semplicemente i Collegi cambiano nome”. Insomma, le cose vanno approfondite cercando di restar lontani dai luoghi comuni e dalle facili semplificazioni.

Dal canto suo, Rizzo ha portato degli esempi di soggetti implicati in inchieste e non radiati dagli Ordini, in preponderanza questi esempi riguardano avvocati e ingegneri, ma secondo Rizzo la domanda è: “Gli Ordini assolvono pienamente al loro dovere, fanno quel che devono fare? L’esperienza ci dice che questo non sempre avviene”. Rizzo ha poi ricordato i tentativi naufragati di riformare gli Ordini, citando Enrico Micheli, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con Giuliano Amato, che affermava: “Non si arriva alla riforma degli Ordini perché basta guardare chi siede in Parlamento”, riferendosi all’alto numero degli avvocati. Tuttavia Rizzo ha riconosciuto che esiste una specificità degli Ordini dei Medici rispetto ad altre istituzioni ordinistiche.

Bianco ha richiamato casi in cui gli Ordini dei Medici hanno adottato misure disciplinari “che sono pesanti, che rischiano di ledere il diritto costituzionale del professionista ad esercitare la propria professione. Il punto è che il giudizio disciplinare e il giudizio penale sono su due piani diversi”.

In attesa dell’esito della riforma al Senato, il faccia a faccia a Salerno è stato utile per ribadire la posizione di estrema serietà della FNOMCeO di fronte a questo tema. “Noi non temiamo le liberalizzazioni – ha detto Bianco – bisogna vedere che cosa ci sarà nelle liberalizzazioni. Noi siamo per Ordini moderni, aperti, a tutela della professionalità. Da parte degli Ordini non c’è alcuno sbarramento all’accesso alla professione. L’unico sbarramento che noi mettiamo in atto è nei confronti degli abusivi”.

La realtà di tutti i giorni porta comunque anche ad altre considerazioni. Nella situazione attuale, “il medico che sbaglia ne risponde penalmente, civilmente, amministrativamente, eticamente e deontologicamente” ha concluso Bianco, ricongiungendosi così alle parole pronunciate da Bruno Ravera, Presidente OMCeO di Salerno, che, nell’introdurre il “faccia a faccia”, aveva tra l’altro detto: “Proprio gli Ordini hanno spinto per la riforma, che per noi significa maggiori responsabilità. Lo stesso fatto che gli Ordini passano da organi ausiliari a organi sussidiari dello Stato accentua il valore della responsabilità. Gli eventi di questi giorni a Salerno sono stati fortemente voluti dalla FNOMCeO e dalla Federazione degli Ordini della Campania, nell’ambito di un programma più ampio di iniziative”.

Autore: Redazione FNOMCeO

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