Salute pubblica: Odontoiatri con l’Eures per la prima indagine sull’abusivismo

Botta e risposta tra la Commissione Albo degli Odontoiatri e l’Eures, l’istituto di ricerca impegnato da più di quindici anni nella promozione e realizzazione di attività di studio, di formazione e di analisi applicata in campo economico, sociale e culturale.

Dopo la forte e netta presa di posizione della Cao nazionale, in risposta alla presentazione mediatica del Rapporto Eures sull’evasione fiscale in Italia (molti media hanno additato gli Odontoiatri tra le categorie più indisciplinate con il fisco), pronta è arrivata l’apertura del presidente dell’Eures, Fabio Piacenti, che ha precisato che l’indagine assegna “ai dentisti livelli di irregolarità inferiori a quelle di altre figure professionali”, entrando anche nel merito della metodologia applicata per l’indagine. Il Presidente dell’Eures ha affermato di concordare “pienamente” con la Cao “sull’esigenza di intervenire sull’articolo 348 del Codice Penale (reato di abusivismo, ndr) e di recuperare legalità e correttezza nel nostro paese, a tutti i livelli”.

“Ad ogni modo confido ancora nella possibilità di un confronto sereno e, perché no, in una possibile collaborazione con la vostra organizzazione” ha concluso.

A questo punto, gli Odontoiatri tendono la mano all’Eures, lanciando un’iniziativa: adoperarsi insieme per la prima analisi statistica sull’esercizio abusivo della professione odontoiatrica.

“Basta parlare di colpe. Lanciamo, invece, una proposta concreta” esorta Renzo.

Pochi minuti fa, l’ulteriore risposta dell’Eures, che aderisce con entusiasmo e promette di far seguire, a breve, “una seria ipotesi progettuale”.

Chi volesse approfondire, trova tutta la corrispondenza intercorsa tra la Cao e l’Eures nel file allegato.
Intanto, l’Ufficio Stampa è andato a intervistare il presidente della Cao nazionale, Giuseppe Renzo, per sentire la sua opinione.

Dottor Renzo, tutto chiarito, quindi con l’Eures? Anche se era ovvio che non era l’Eures il bersaglio delle vostre rimostranze. Era colpa, forse, di una troppo sbrigativa informazione, o di una inadempienza a livello politico e legislativo…
Prendiamo atto che alcuni dati sono stati utilizzati in termini mediatici in modo forzato, facendo apparire la categoria dei Dentisti la prima o la più coinvolta nel fenomeno dell’evasione fiscale.
 La verità non è questa, anzi, la professione odontoiatrica non è, fra quelle esercitate in regime di libera professione, tra le più coinvolte e le precisazioni del Presidente dell’istituto Eures giungono al momento opportuno.
Siamo convinti assertori del fatto che che la serietà paga e, forti di tale convincimento, riteniamo sia venuto il tempo che si faccia uno studio-statistico- serio sul fenomeno dell’esercizio abusivo della professione odontoiatrica.
Lo studio, a nostro parere, dovrebbe avere tre direttrici :

  • Definire la vastità del fenomeno, purtroppo tutto italiano
  • Definire ed allertare sulla pericolosità sociale e i rischi per la salute dei cittadini.
  • Far emergere i termini ampi di evasione fiscale (totale) e arricchimento illecito dei soggetti interessati alla pratica illegale.

Basta, quindi: non parliamo più di colpe. E lanciamo invece una proposta concreta.
L’Eures è un istituto di provata serietà, che svolge i suoi compiti secondo protocolli e linee guida. Per questo, abbiamo pensato di appoggiarci proprio all’Eures per chiedere la necessaria collaborazione per sviluppare una nostra iniziativa.

Può spiegarci meglio?
Certo. La Cao sta pensando di impegnare parte delle proprie competenze finanziare per dare corso al primo progetto in Italia che quantificherà il fenomeno dell’abusivismo. E, per farlo, si rivolgerà proprio all’Eures.

Da anni vi battete contro questo crimine, a fianco dei Nas e delle Forze dell’ordine. Ma quanti sono gli abusivi in Italia? E perché sono tanto pericolosi?
È proprio questo il punto. Noi abbiamo stimato e riportato sul “ libro bianco” che gli abusivi, in Italia, siano circa quindicimila (alcuni di questi , tra l’altro, usufruiscono della copertura di medici prestanome) ma, essendo questo un crimine, non esistono dati ufficiali, al di là di quelli forniti dai Nas.
E i pericoli sono molteplici: i più gravi sono quelli sulla Salute del singolo – non solo quella della bocca, ma a livello generale, per le ripercussioni delle scarse condizioni di igiene nelle quali operano gli abusivi – e sulla Salute pubblica, con la possibile diffusione epidemica di virus quali le epatiti B e C, se non addirittura l’Hiv.
Ma gli abusivi fanno danni anche all’economia: certo non denunciano i proventi ottenuti con il loro reato e sono dunque evasori fiscali totali.

Da anni chiedete alla politica modifiche alle leggi vigenti, per colpire gli abusivi e l’evasione fiscale. A suo parere, perché tali richieste rimangono inascoltate, attraverso le diverse legislature?
È vero. Da molti anni chiediamo una modifica in senso dissuasivo dell’articolo 348 del Codice penale, che ad oggi sanziona con una multa irrisoria – 516 euro – chi, non avendo titoli, si arroga il “diritto” di provocare danni alla salute psicofisica dei propri concittadini, lesioni a volte irrecuperabili. La Cao chiede invece che gli abusivi ed i prestanomi siano colpiti al cuore, con la confisca definitiva dei beni strumentali, da utilizzarsi poi per opere sociali.
Inoltre, da molto tempo reclamiamo che il cittadino abbia la possibilità di portare in detrazione tutte le spese sanitarie, quindi anche quelle odontoiatriche, in modo che si incentivato a richiedere la fattura anche ai professionisti scorretti.
Eppure, queste semplici modifiche legislative vengono da più parti promesse e mai attuate. A questo punto, il dubbio è legittimo: forse è più facile, a livello politico e mediatico, confondere le acque, facendo dei dentisti il “capro espiatorio”, piuttosto che andare a colpire gli abusivi, che hanno le spalle coperte da vere e proprie organizzazioni criminali.

Cosa chiedono, invece, ai giornalisti gli odontoiatri italiani?
Non vogliamo cadere nello stesso errore di generalizzazione: sono molti i giornalisti che esercitano seriamente la loro Professione, anch’essa, come la nostra, governata da regole deontologiche.
Ma all’uso distorto e ingannevole di un certo giornalismo “d’assalto”, che degenera nello scandalismo ad ogni costo, non possiamo che rispondere. In primo luogo con l’azione, cioè con iniziative sociali a favore dei nostri cittadini meno fortunati, volte a garantire la più ampia tutela del diritto alla salute. Un pool di legali valuterà poi se ci sono i termini per un ricorso alla giustizia nei confronti di chi propaga notizie false e tendenziose, che ledono l’immagine della professione di medico odontoiatra.

Come pensate si possa combattere questo fenomeno dell’abusivismo, che sta diventando una piaga sociale, oltre a creare un vulnus alla Professione odontoiatrica?
È arrivato il momento, per tutelare la Salute pubblica, che anche la Politica si assuma le proprie responsabilità. La Cao da sempre fa sentire la propria voce, e ancora una volta lo farà con questa nuova iniziativa.

Autore: Redazione FNOMCeO

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