Ieri a Verona le 11 professioni sociosanitarie hanno firmato un Manifesto. Oggi il Consiglio nazionale FNOMCeO.
“Occorrono interventi efficaci, di natura economica e strutturale, per scongiurare la compromissione del SSN.
È necessaria una riforma che possa restituire fiducia ai professionisti della salute, riconoscendo loro maggiore responsabilità nei processi di gestione e maggiore autonomia nei processi di cura, attraverso la definizione di un nuovo ruolo capace di garantire la salute dei cittadini e allo stesso tempo di farsi carico della sostenibilità del sistema. Serve anche un Piano Nazionale di Azione per il contrasto alle diseguaglianze nell’accesso alle cure, tenuto conto dello sviluppo tecnologico, dell’intelligenza artificiale, dei cambiamenti ambientali e della consapevolezza dei diritti da parte dei cittadini, dell’evoluzione delle competenze dei professionisti e dei nuovi ruoli attributi a tutti gli Ordini professionali”.
A sostenerlo, le 11 Federazioni e Consigli degli Ordini delle professioni sanitarie e sociosanitarie, che hanno siglato ieri a Verona, a conclusione del Convegno “Le povertà sanitarie in Italia”, organizzato insieme all’Ufficio per la Pastorale per la Salute della CEI, un Manifesto per il superamento delle povertà sanitarie.
Tematiche, queste, che sono state portate oggi dal presidente della FNOMCeO, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, all’attenzione dei 106 Presidenti degli Ordini territoriali riuniti in Consiglio nazionale proprio a Verona.
“Ringraziamo la CEI, l’Ufficio della Pastorale per la Salute e il suo direttore Don Massimo Angelelli – afferma Anelli – per aver acceso un faro sulla questione delle povertà sanitarie e della crisi del nostro Servizio sanitario nazionale, che non riesce più a garantire le cure a tutti quelli che ne hanno bisogno”.
“Sono 4,5 milioni – aggiunge – gli italiani che oggi non riescono a curarsi, per motivi economici e per le liste di attesa troppo lunghe. Il 51,6% dei cittadini, secondo i dati del Rapporto Censis-Aiop riportati da Ketty Vaccaro, d’altra parte, sceglie direttamente la sanità a pagamento, senza neppure provare a prenotare nel Servizio sanitario nazionale. Una quota alta, il 40,6%, anche nelle fasce di popolazione a basso reddito. È questa mancanza di fiducia nel Servizio sanitario nazionale che crea la povertà”.
“Sono tematiche complesse che richiedono un’attenta analisi – conclude Anelli – ed è per questo che la FNOMCeO ha voluto convocare proprio a Verona il Consiglio nazionale, per permettere a tutti i Presidenti di poter seguire il Convegno. Il dibattito è proseguito oggi all’interno della Professione. L’unica soluzione possibile per sostenere e risollevare il nostro Servizio sanitario nazionale è valorizzare la Professione medica, con più risorse, più reclutamenti di medici in ospedale e sul territorio nel rispetto di una corretta programmazione e maggior attrattività del lavoro nella sanità pubblica”.
Ufficio Stampa FNOMCeO
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11 maggio 2024
Autore: Ufficio Stampa FNOMCeO