A Pistoia si incontrano sul futuro della professione medica il Presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici, Filippo Anelli, ed il Presidente dell’Ordine pistoiese, Beppino Montalti
Lo stato della professione medica, l’impatto del Covid sul comparto sanitario e le prospettive della categoria dopo due anni di gestione pandemica di fronte a tante sfide per rinnovare e rafforzare tutto il SSN. Il Presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri (FnOMCeO), dott. Filippo Anelli, ed il Presidente dell’OMCeO Pistoia, dott. Beppino Montalti, hanno introdotto i lavori dell’incontro a Villa Cappugi (Pistoia), in occasione dell’inaugurazione della rinnovata sede dell’Ordine pistoiese.
Invitati alla mattinata di lavori i presidenti degli Ordini toscani, le autorità civili e sanitarie territoriali e le istituzioni.
“In questi due anni due anni di pandemia, lo sforzo che la Professione medica ha svolto è stato straordinario, assicurando a tutti cura e assistenza nonostante le carenze derivanti dalla politica dei tagli e delle riduzioni del personale, pagando anche un prezzo altissimo in vite umane: 374 sono i medici e odontoiatri deceduti per il covid – ha ricordato il Presidente della FNOMCeO, Filippo Anelli -, a fronte di oltre 15 milioni di pazienti guariti. Oggi serve da parte dello Stato e delle Regioni un intervento straordinario che colmi le carenze e restituisca alla Professione medica quel ruolo che merita: risorse speciali per i contratti di lavoro e abolizione di ogni limite per l’assunzione dei medici sia in ospedale che sul territorio nel rispetto di una corretta programmazione. Risorse per consentire a tutta la professione, dipendenti, convenzionati e specialisti accreditati di poter contribuire ad assicurare tutte quelle prestazioni che oggi in parte il cittadino cerca fuori dal SSN. Risorse e riforme per ridare dignità ai medici e ai professionisti garantendo loro autonomia e diritti.
Ne abbiamo parlato pochi giorni fa a Roma, durante la Conferenza sulla “Questione medica”, durante la quale abbiamo, tutti insieme, medici, sindacati, istituzioni, rivendicato il ruolo strategico della Professione medica, durante e dopo lo stato di emergenza pandemica, nel garantire i diritti sanciti dalla nostra Carta Costituzionale.
Ora servono norme specifiche da parte del Parlamento per garantire quel ruolo sociale che la Costituzione affida alla Professione medica quale garante dei diritti come quello alla vita, alla salute, all’uguaglianza, alla autonoma determinazione sulle scelte relative alla propria salute, alla libera ricerca e alla libera scienza. Diritti che possono essere garantiti ai cittadini grazie alle competenze dei medici e degli odontoiatri che giurano di metterle a disposizione della società e di ogni persona. È la nostra idea di Democrazia del Bene e la nostra idea di Pace”.
“Dalla legge Lorenzin che ha riformato profondamente il ruolo dell’Ordine dei medici – sottolinea il Presidente OMCeO Pistoia, Beppino Montalti – è stato durante il periodo pandemico uno dei primi banchi di prova per la nostra realtà, andando a ricoprire ancora di più un ruolo di primo piano nella gestione sanitaria. La prima fase iniziale di lotta al coronavirus, una volta superato lo stupore, ha evidenziato rapidamente come tantissimi nostri colleghi si siano ritrovati assolutamente sprovvisti di dispositivi di protezione individuale, andando così a registrare un numero molto alto di decessi a livello nazionale, essendo ormai giunti quasi a 400 colleghi scomparsi per coronavirus”.
“Il correlare – prosegue Montalti – qualsiasi morte improvvisa alla vaccinazione anticovid è stato, ed è, solamente un tentativo maldestro di distorcere la realtà; una pratica, questa, in cui mi sono trovato mio malgrado coinvolto nello scorso autunno, con illazioni sul mio stato di salute”.
QUESTIONE MEDICA. Non solo coronavirus. Al centro degli incontri della mattinata a Pistoia anche l’evoluzione della professione medica, tra decisioni importanti e correttivi da individuare nel prossimo futuro per andare ad arginare una carenza organica ormai ampiamente conclamata.
“Siamo passati – puntualizza Montalti – da un eccesso di medici ad una carenza strutturale, diffusa su tutto il territorio nazionale, dovuta a mancate scelte programmatorie. Un problema che si manifesta dai rapporti con le scuole di specializzazione e più in generale con l’intero mondo accademico. I provvedimenti adottati finora, dall’aumento del massimale per i medici generici all’impiego in attività assistenziali degli specializzandi al secondo anno o dei medici in formazione nel corso di medicina generale, sono insufficienti alla luce delle stime che prevedono tra i 10mila e i 20mila professionisti medici in meno rispetto al necessario a livello nazionale. Una carenza che poi si riversa sul personale attivo e che, come sottolineato qualche giorno fa, spinge tanti colleghi verso i fenomeni di burnout e a richiedere pensioni anticipate”.
Autore: Redazione