SANITA’ PER LE DONNE, DONNE PER LA SANITA’: COMUNICATO STAMPA FINALE


Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri


della Provincia di Sassari







COMUNICATO STAMPA



 


Dalla discriminazione delle donne nella professione alla violenza di genere:  molti i temi affrontati nel primo incontro in Sardegna sulla presenza femminile in sanità


 


CONVEGNO “SANITA’ PER LE DONNE,


DONNE PER LA SANITA'”


 


Consegnate due targhe ai familiari delle due donne medico


Monica Moretti e Roberta Zedda, vittime della violenza


 


Quella medica è una professione sempre più rosa, dove però permangono delle profonde discriminazioni. E’ questo il messaggio lanciato nel corso del convegno nazionale “Sanità per le donne, donne per la sanità”, organizzato nelle giornate venerdì 17 ottobre e sabato 18 ottobre, presso l’hotel Carlos V di Alghero dalla Federazione nazionale Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, dalla Federazione regionale dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Sardegna e dalla Commissione permanente per la professione medica e odontoiatrica al femminile della FNOMCeO.


 


Una vera e propria rivoluzione rosa quella che si sta verificando nella professione medica, dove a partire dagli anni Novanta si è registrata una netta inversione di tendenza a favore della presenza femminile. E se in Italia oggi il 35 per cento degli iscritti agli Ordini dei Medici è costituito da donne, in Sardegna la percentuale sale addirittura al 45 per cento, con le punte di Nuoro, dove le iscritte all’Ordine superano il 50 per cento, per seguire con Sassari (45 per cento), Cagliari (44 per cento) e Oristano (42 per cento), come è stato evidenziato dal Presidente dell’Ordine dei Medici della Provincia di Sassari Agostino Sussarellu. Da qui l’idea di lanciare, attraverso il primo convegno in Sardegna che tratta del tema, un laboratorio di studio che parte dalla situazione isolana per lanciare proposte e progetti sulla sanità al femminile in tutto il Paese.


D’altra parte, come è stato sottolineato da più parti, non si può più ignorare un fenomeno che assume proporzioni sempre più imponenti e significative. Se già oggi la presenza delle donne medico è importante, un loro balzo in avanti si verificherà nell’immediato futuro: a testimoniarlo è la percentuale delle iscritte agli Ordini dei Medici al di sotto dei 30 anni di età: ben il 70 per cento del totale. I sintomi di una femminilizzazione della professione sempre più marcata ed evidente.


 


Eppure al fenomeno dei camici sempre più rosa non corrisponde una proporzionale presenza a tutti i livelli della professione, sia in senso orizzontale che verticale. Le donne medico, come ha evidenziato la relazione della Consigliera regionale di Parità Luisa Marilotti, sono “relegate” a determinati settori della professione “in particolare all’area materno-infantile” e la loro rappresentanza è quasi assente in altre specializzazioni, come quella chirurgica. Più allarmante l’analisi della rappresentanza “verticale” delle donne nella professione e nel mondo universitario: enorme alla base, la loro presenza comincia a rarefarsi via via che si scalano i livelli gerarchici. Solo una la donna presidente dell’Ordine dei Medici in Italia – Roberta Chersevani, presidente dell’Ordine dei Medici della Provincia di Gorizia, presente al congresso – è il dato più eloquente quanto alla situazione nazionale; pochissime quelle che ricoprono il ruolo di primario, di docente ordinario o di manager delle Aziende sanitarie locali, nonostante alcuni esempi virtuosi come quello dell’Azienda mista di Cagliari, come ha ricordato il Direttore generale Pietro Paolo Murru, che può vantare i tre bollini rosa, un riconoscimento reso alle strutture sanitarie che promuovono le pari opportunità. Dal convegno sono emerse diverse proposte per superare una situazione di discriminazione: dalle quote rosa alla correzione legislativa, dalla modifica di una rappresentazione mediatica della professione esclusivamente al maschile alla formazione, che deve essere più vicina alle donne, come ha sottolineato la dottoressa Rita Nonnis, componente dell’Ordine dei Medici di Sassari ed organizzatrice del convegno insieme alla collega Anna Rita Ecca dell’Ordine dei Medici di Cagliari.


 


Ma nella due giorni sono stati approfonditi altri aspetti della discriminazione femminile nel mondo sanitario: dalla sperimentazione farmaceutica non a misura di donna, in quanto studiata su modelli e target maschili, alle carenze del sistema sanitario verso le donne emigrate, analizzate dalla dottoressa Luisa Lenguini, della Commissione nazionale Salute e immigrazione; dalle difficoltà della donna lavoratrice in gravidanza, esposte dalla responsabile dello Spresal della Asl n.1 Mariuccia Mongiu, al tema della violenza di genere e della sicurezza sui luoghi di lavoro, analizzato dalla dottoressa Anna Rita Ecca. Questo tema, in particolare, è stato al centro della serata di ieri, con la commemorazione delle due donne medico, Roberta Zedda e Monica Moretti, che “hanno onorato la professione con il personale sacrificio della vita”, come ha scritto Amedeo Bianco, Presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici,  nel messaggio inviato al convegno.  Al Presidente dell’Ordine dei Medici di Oristano, Antonio Sulis, è spettato il compito di ricordare, attraverso alcuni brani composti in sua memoria, la dottoressa Roberta Zedda, uccisa a Solarussa, e al collega Agostino Sussarellu quello di commemorare Monica Moretti: ai familiari delle due dottoresse sono state consegnate due targhe che ricordano il sacrificio di due donne per una professione che entrambe amavano profondamente. La serata di ieri si è poi conclusa con la lettura magistrale della dottoressa Luisanna Usai, della Soprintendenza ai Beni Archeologici, sul culto della Dea Madre in Sardegna, e con lo spettacolo “Passi affrettati” di Dacia Maraini, in scena al Teatro Civico di Alghero: una piece che ha raccontato sette storie di ordinaria violenza sulle donne.


 


Alla due giorni hanno partecipato, oltre che numerosi esponenti del mondo medico e scientifico, anche diversi rappresentanti del mondo istituzionale: sono intervenuti l’assessore regionale alla Sanità Nerina Dirindin, che ha rimarcato il valore aggiunto delle donne nella professione medica in termini di umanizzazione delle cure e sensibilità nel percorso di assistenza, l’assessore all’Istruzione della Provincia di Sassari Laura Paoni, gli assessori ai Servizi sociali di Sassari e Alghero, Cecilia Sechi e Maria Grazia Salaris, enti che hanno patrocinato il convegno. Alla due giorni di lavori hanno partecipato anche il Direttore generale dell’azienda mista di Sassari Renato Mura e il manager della Asl di Oristano Bruno Palmas, oltre che numerosi rappresentanti delle aziende sanitarie dell’isola.


 

Autore: Redazione FNOMCeO

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