Dr. Amedeo Bianco, presidente della Federazione Nazionale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri
La centralità della relazione di cura
Nel rapporto medico-paziente, la comunicazione è la risorsa che serve per alimentare la fiducia, legittimare il consenso – legale, etico e deontologico – e per richiamare i diritti ed i doveri degli attori.
La relazione di cura non è un incontro tra un sapere alto ed uno basso, ma un incontro tra due storie, due narrazioni. Il medico deve comunicare le potenzialità della scienza, ma anche i suoi limiti, gli obiettivi che non è possibile conseguire: non c’è stagione che non abbia conosciuto delusioni. Anche i target raggiunti dal progresso scientifico pongono nuove domande, la necessità di diversi confini bioetici. Il paziente, dal canto suo, porta con sé la sua storia, il suo sistema di credenze. Ogni diagnosi parte innanzitutto dall’anamnesi, dall’ascolto della storia del paziente. Ecco allora che il buon medico deve innanzitutto saper ascoltare, accogliere i desideri del paziente, le sue paure, il suo bisogno di autodeterminarsi o di affidarsi. La comunicazione, quindi, non è solo trasmissione “verticale” di informazioni, ma interazione che porta alla consapevolezza.
La comunicazione tra il medico ed il paziente deve essere naturalmente improntata ai principi del Codice Deontologico:
– al principio di Giustizia, secondo il quale la corretta informazione (idonea, tempestiva, esauriente, completa) non deve discriminare i pazienti in ragione della loro capacità di comprendere
– al principio di Beneficialità, per cui la comunicazione è finalizzata a realizzare il massimo bene possibile, cioè a trasmettere al paziente la capacità libera e consapevole di scegliere la cura migliore.
In questo senso, la comunicazione si fa garante di uno dei diritti sanciti dalla Costituzione: il diritto alla salute.
La comunicazione in sanità, oggi, non si estrinseca più solo nel rapporto medico-paziente, ma è diventata un sistema cooperativo in cui interagiscono diversi attori: i media, i politici, le associazioni di malati e di consumatori, oltre ai sanitari ed alle istituzioni. In conclusione, la relazione di cura si è oggi trasformata da patrimonio duale, tra medico e paziente, a patrimonio plurale: tutte le parti in causa devono operare una sinergia per tutelare il diritto alla salute del malato, diritto tanto più importante perché a difesa di chi è in condizione di debolezza.
Abbiamo di fronte una prospettiva di grande trasformazione: un?immensa prateria dove possono correre le intelligenze, le responsabilità, il coraggio di tutti
Autore: Redazione FNOMCeO