Sicilia: al via progetto Trinacria, telemedicina e formazione in aree disagiate

Si chiama Trinacria. E’ il progetto nazionale promosso dal Ministerodella Salute, di cui la Sicilia è capofila per le Regioni del Sud,che dovrà ottimizzare l’assistenza sanitaria, soprattutto inemergenza-urgenza, nelle aree disagiate. Ovvero, in territori chedistano oltre 60 minuti dalla più vicina struttura ospedaliera e chepresentano forti criticità: popolazione fragile e vulnerabile, perlo più anziana; collegamenti con i grandi centri abitati difficili epoco praticabili, soprattutto d’inverno. Disagi che si sommano alledifficoltà di accesso alla specialistica ambulatoriale, alreperimento di personale medico disponibile e alla difficoltà diaccesso alla formazione professionale.

Ilprogetto, in fase sperimentale per tre anni, traccia un nuovo modellodi assistenza socio sanitaria che punta a una forte integrazioneterritorio-ospedale, in linea con l’indirizzo del Servizio sanitarionazionale, che deve assicurare a tutti i cittadini la fruizione diappropriati livelli di assistenza e di accesso ai servizi sociosanitari.

Iprimi “laboratori” individuati di questo nuovo modelloorganizzativo assistenziale sono le isole di Favignana, Levanzo,Marettimo, Linosa, Lampedusa e l’isola di Ustica, dove nascerà unodei quattro “Punti della Salute” (P.d.S). Gli atri tre “Punti”saranno istituiti nei comuni di Alia, Alessandria della Rocca e S.Mauro Castelverde, che dovranno garantire un’adeguata risposta aibisogni sanitari, secondo appropriati standard qualitativi equantitativi, riservando il ricorso al ricovero ospedaliero ai solicasi indifferibili. Escluse le isole Lipari e Pantelleria perchégià sedi di presidi ospedalieri.

“L’obiettivoè superare l’isolamento territoriale delle aree più disagiate perottimizzare, soprattuto in emergenza urgenza, i livelli di assistenzasanitaria degli ammalati e la loro presa in carico”, spiegal’assessore regionale alla Salute, Baldo Gucciardi. Che aggiunge “Ilprogressivo invecchiamento della popolazione e un crescente aumentodelle richieste di prestazioni per le patologie croniche hannoportato a un profondo sbilanciamento tra domanda e offerta. Uncontesto diverso che oggi impone al servizio sanitario di seguire unpercorso di cure il più specializzato possibile, integrato edomogeneo su tutto il territorio, che deve diventare sede primaria diassistenza e di risposta ai bisogni socio-sanitari. I serviziassistenziali devono perciò riferirsi a prestazioni di prevenzione,di diagnosi dei trattamenti terapeutici, della gestione dellecronicità e di risposta alle esigenze dell’emergenza-urgenza e nonlimitarsi al solo trasferimento del paziente”.

Telemedicinae formazione sono i due cardini del modello sperimentale del progettoTrinacria.

Grazieall"implementazione della telemedicina e il potenziamento dellatecnologica (ICT), le informazioni potranno essere trasferiteattraverso la telediagnosi e il teleconsulto. Saranno residisponibili i supporti tecnologici e professionali necessari perpoter fornire prestazioni sanitarie qualificate, limitando diconseguenza gli spostamenti di assistiti e operatori.

Perrisolvere invece la carenza di percorsi formativi specifici a causadell’isolamento professionale degli operatori sanitari, è statosiglato un protocollo d’intesa tra l’assessorato regionale dellaSalute e l’Ordine dei medici di Palermo (firmatari l’assessoreGucciardi e il presidente dell’Omceo Toti Amato) che affida all’Omceo la gestione di percorsi formativi e di aggiornamentoprofessionale dedicati all’emergenza-urgenza e alle maxiemergenze peril personale sanitario e di percorsi indirizzati all’autosoccorso peri cittadini. L’attività didattica sarà coordinata da GiuseppeDisclafani, già responsabile della commissione Maxiemergenzedell’Omceo di Palermo.

“Latelemedicina – spiega il presidente dei medici Amato – contribuiràad assicurare non solo equità nell’accesso alle cure, ma anchel’accesso all’alta specializzazione, a garanzia di una continuitàterapeutica efficace attraverso un confronto multidisciplinare.Importanti saranno anche i percorsi formativi per cittadini, cheintervenire in soccorso, come “first responder”, nel cosiddetto“intervallo libero”, cioè nel lasso di tempo che corre primadell’arrivo dei soccorsi professionali”.

“Laformazione – prosegue Giuseppe Disclafani – coinvolgerà circa 160unità, tra camici bianchi di medicina generale, medici di continuitàassistenziale, pediatri e infermieri. Sarà attivato un percorsodidattico di otto moduli di 54 ore ciascuno, che si tradurranno inmiglioramento delle competenze in materia di emergenza-urgenza emaxiemergenza, ed efficacia nel sistema di primo soccorso”.

Autore: Redazione FNOMCeO

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