“L’ennesimo brutale episodio di aggressione, subìto l’altra notte da due operatori del Dipartimento del SET 118 della ASL di Taranto, rei semplicemente di prendersi cura, con premura e sollecitudine, del soggetto per cui, in piena notte, era stato richiesto l’intervento di soccorso alla Centrale Operativa 118, rimarca, una ennesima volta, la necessità di tutela degli operatori del Sistema di Emergenza Territoriale 118 i quali, proprio perché agiscono in prima linea, in campo “aperto”, sono i più sprovvisti di difesa, e – non a caso – risultano essere, dati alla mano, i più aggrediti dall’utenza.
Aldilà delle motivazioni, sulle quali stiamo producendo – da anni – analisi e controanalisi molto ben documentate, rimane il dato obiettivo per cui per chi lavora nel 118 la scelta vocazionale di onorare il proprio servizio alla comunità si sta identificando, ogni giorno di più, con l’elevata probabilità di farsi male, e molto male, per le più assurde ed anche imprevedibili violente, brutali aggressioni.
Le misure più recenti approvate dal legislatore, e quelle in via di ulteriore approvazione a livello parlamentare, tra cui l’obbligo di procedere, da parte delle autorità competenti, alla querela di ufficio, nonché l’inasprimento dei profili di pena previsti, che però non vediamo tradursi in pesanti condanne a livello giudiziario, evidentemente non trovano spazio concreto di efficacia applicativa nella realtà di tutti i giorni.
Se le invocazioni plurali finalizzate a valorizzare la prevenzione, l’etica, l’azione educativa spirituale centrata sui valori irrinunciabili del rispetto e sulle condotte responsabili di comportamento proposte si avanzano quali rimedi cardine e strumenti taumaturgici potenzialmente atti a determinare svolte importanti alla piaga – pesantissima da sopportare ancora – di questa continua afflizione, vi è di certo che noi, operatori tutti del Sistema di Emergenza Territoriale 118, medici, infermieri, autisti-soccorritori, protagonisti in prima linea delle finalità e delle risorse messe in campo dalla Sanità pubblica a tutela tempo dipendente della vita, continuiamo a prendere botte da orbi, proprio mentre serviamo lo Stato e la popolazione tutta del Paese.
Tutto questo è inaccettabile e deve ridursi in modo drastico, se non, improbabilmente, cessare del tutto. Porgo, così, piena solidarietà agli operatori aggrediti.
Si proceda ad irrogare le sanzioni previste, a garantire da parte delle autorità competenti l’applicazione più intransigente della legge, che proprio oggi è quanto mai chiara in questi casi, e non vi è altro che applicarla in ogni caso, ad incrementare ulteriormente la tutela degli operatori, riconoscendo in ultimo, come chiede la SIS118 da numerosi anni, le indennità di rischio ambientale a chi continua a scegliere, con passione e amore, di fare la nostra vita “sulla strada” a servizio del prossimo.
In allegato il comunicato integrale.
Mario Balzanelli, presidente SIS 118
Autore: Redazione