• Home
  • News
  • Slow Medicine e FNOMCeO promuovono il progetto “Fare di più non significa fare meglio”

Slow Medicine e FNOMCeO promuovono il progetto “Fare di più non significa fare meglio”

Nonostante sia universalmente riconosciuto che la medicina debba basarsi su prove scientifiche di efficacia (EBM), da tempo è stato evidenziato che molti esami e molti trattamenti farmacologici e chirurgici largamente diffusi nella pratica medica non apportano benefici per i pazienti, anzi rischiano di essere dannosi: il sovrautilizzo di esami diagnostici e trattamenti si dimostra un fenomeno sempre più diffuso e importante.

Negli USA si valuta che l’ammontare delle prestazioni che sono inefficaci e di conseguenza rappresentano uno spreco corrisponda ad almeno il 30% della spesa sanitaria.

Per citare alcuni esempi, riportati da John Ovretveitvi al congresso di Grado “Qualità è Sostenibilità” della Società Italiana per la Qualità dell’Assistenza Sanitarianel 2011:
– il 40% dei farmaci somministrati non è necessario (studio RAND USA)
– il 25% degli esami radiologici non è necessario (UK Royal College of Radiology)
– il 25% delle giornate di ricovero e delle procedure cliniche è inappropriato.

La stessa OMS stima che una percentuale della spesa sanitaria compresa tra il 20% e il 40% rappresenti uno spreco causato da un utilizzo inefficiente delle risorse (WHO 2010) e una stima analoga appare molto verosimile  anche per l’ Italia visti i dati di sovrautilizzo che emergono in molti settori.

In analogia all’iniziativa Choosing Wisely promossa nell’aprile 2012 negli USA da ABIM Foundation con la collaborazione di Consumer Reports, organizzazione non profit e indipendente di consumatori, Slow Medicine, rete di professionisti e di cittadini che si riconosce in una Medicina Sobria, Rispettosa e Giusta, ha lanciato in Italia nel dicembre 2012  il progetto “Fare di più non significa fare meglio".

Il presupposto è che, come è avvenuto negli Stati Uniti, la spinta all’utilizzo appropriato e senza sprechi delle risorse disponibili non possa che partire da una assunzione di responsabilità da parte dei professionisti della salute e in primo luogo dei medici, in alleanza con pazienti e cittadini.

Lo scopo del progetto è di migliorare la qualità e la sicurezza dei servizi sanitari attraverso la riduzione di pratiche (esami diagnostici e trattamenti) che, secondo le conoscenze scientifiche disponibili, non apportano benefici significativi ai pazienti ai quali sono generalmente prescritte, ma possono, al contrario, esporli a rischi.
Si ricordano ad esempio i danni conseguenti alle radiazioni ionizzanti, specie nei bambinixiv, gli effetti collaterali dei farmaci e le loro interazioni, le conseguenze di falsi positivi e sovradiagnosi che sono rappresentate, oltre che da stress e ansia, da ulteriori indagini diagnostiche spesso invasive e da trattamenti interventistici e chirurgici anche pesanti, in un circolo vizioso molto pericoloso.

Attraverso il progetto, tramite la riduzione degli sprechi, ci si può attendere un uso più appropriato e più equo delle risorse disponibili e una maggiore sostenibilità economica e ambientale dei servizi sanitari.

Il progetto prevede l’attiva partecipazione di Società Scientifiche e Associazioni professionali, invitate ognuna a definire, con la collaborazione di esperti e di pazienti/cittadini, a partire dalle pratiche già individuate nell’iniziativa Choosing Wisely,  una lista di cinque pratiche (esami diagnostici o trattamenti) che:
– sono effettuate molto comunemente in Italia;
– non apportano benefici significativi ai pazienti ai quali vengono generalmente prescritte;
– possono esporre i pazienti al rischio di subire effetti dannosi.

Come nell’iniziativa Choosing Wisely, questi esami e trattamenti ad alto rischio di inappropriatezza dovranno essere oggetto di aperto dialogo nella relazione tra medico e paziente, per facilitare scelte informate e condivise.

Seguiranno, nell’evoluzione del progetto:
– una diffusa informazione e formazione dei medici e degli altri professionisti sanitari;
– a messa a punto di materiale informativo per cittadini e pazienti;
– un’ampia condivisione con cittadini, pazienti e loro rappresentanze;
– il miglioramento del dialogo e della relazione tra medici e pazienti perché possano essere effettuate scelte informate e condivise nell’ambito di un rapporto di fiducia.

Il progetto, a differenza di Choosing Wisely, intende coinvolgere non solo i medici ma anche gli altri professionisti della salute, in una comune assunzione di responsabilità, e favorire la collaborazione e l’approccio multidisciplinare e multiprofessionale.  E’ inoltre prevista una partecipazione attiva dei cittadini e dei pazienti.

Oltre a Slow Medicine, organizzazione che lo ha lanciato, promuovono il progetto anche:
FNOMCeO, Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri.
IPASVI Federazione Nazionale Collegi Infermieri professionali, Assistenti sanitari, Vigilatrici d’infanzia.
SIQuAS-VRQ, Società italiana per la Qualità dell’Assistenza Sanitaria.
Istituto Change di Torino, agenzia formativa specializzata nella formazione alla comunicazione e al counselling sistemico in ambito sanitario, educativo e sociale.
PartecipaSalute, promosso dall’IRCCS – Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, dal Centro Cochrane Italiano e dall’agenzia Zadig di editoria scientifica.
Inversa Onlus, associazione italiana di pazienti affetti da Idrosadenite suppurativa, patologia orfana di diagnosi e di terapie.
Altroconsumo, associazione di consumatori indipendente e senza fini di lucro.
Slow Food Italia, associazione italiana parte dell’associazione internazionale Slow Food, di cui è fondatrice.

E’ stato costituito un Gruppo di Regia con il compito di affiancare il Consiglio Direttivo di Slow Medicine  nell’organizzazione e gestione del progetto. Sono state contattate varie Società Scientifiche italiane e associazioni di professionisti, iniziando da quelle che avevano già iniziato una collaborazione con Slow Medicine, e le adesioni sono numerose.

Al convegno di Slow Medicine del 30 novembre 2013 a Torino verranno presentate le prime pratiche ad alto rischio di inappropriatezza individuate in Italia ed il percorso effettuato dalle Società Scientifiche e Associazioni.

Oltre a rappresentare un concreto passo verso un utilizzo più appropriato delle risorse e una maggiore sostenibilità economica del sistema sanitario, il progetto “Fare di più non significa fare meglio” intende lanciare ai professionisti e all’opinione pubblica il forte messaggio che in sanità a volte è meglio fare meno, nello stesso interesse di pazienti e cittadini, e che non sempre il medico che prescrive più esami e prestazioni è il medico più competente.

La storia di Choosing Wisely, la traduzione in italiano delle pratiche di Choosing Wisely suddivise per tipologia e la descrizione  dettagliata del progetto "Fare di più non significa fare meglio" si possono reperire a questo link.

Per contatti: info@slowmedicine.it

Autore: Redazione FNOMCeO

© 2023 - FNOMCeO All Rights Reserved. Via Ferdinando di Savoia, 1 00196 ROMA CF: 02340010582

Impostazioni dei Cookie.