“C’è qualcosa di nuovo oggi nel sole, anzi d’antico”. Il sommo Pascoli ci perdonerà se indegnamente lo citiamo per cercare di sintetizzare l’insieme di sensazioni, impressioni, emozioni per aver partecipato alla giornata di start-up di SlowMedicine, nella splendida cornice del Castello Estense di Ferrara. Nato dall’idea di un piccolo gruppo di “padri fondatori”, questo “movimento” si propone, senza rinunciare alla rigorosa sistematicità dell’approccio scientifico a diagnosi e cura, un ritorno ad una dimensione più umana del rapporto fra medico e paziente, ma soprattutto fra medico (e più in generale quanti si occupano di salute) e “medicina”, da riconsiderare proprio nelle sue radici epistemologiche alla ricerca di falsi miti da sfatare e solide certezze da recuperare.
“Slow” in contrapposizione a “Fast”, ragionamento e ponderazione in contrapposizione ad un dinamismo dell’agire medico tanto superficiale quanto inappropriato, condizionato e quasi reso obbligatorio da tutta una serie di sollecitazioni di tipo meccanicistico, aziendalistico, spesso in ottica difensiva piuttosto che pro-attiva, che poco o nulla hanno ha che vedere con una giusta ed equilibrata relazione di cura, e dunque in definitiva poco aggiungono all’efficacia dei percorsi diagnostici e terapeutici, sottraendo anzi spesso ingenti risorse di tempo e denaro a dinamiche più virtuose e oggettivamente corrette.
Nel “Manifesto” di SlowMedicine (disponibile al sito: www.slowmedicine.it) campeggiano come i vessilli dell’avanguardia di un esercito in marcia tre sole parole, che di per se stesse spiegano la grande tensione verso una medicina ripensata perché sia: Sobria, Rispettosa e Giusta. Sobria nel fare, rispettosa nel considerare, giusta nel proporre e produrre. Con Andrea Gardini perfettamente calato nelle vesti di chairman dell’intera giornata, e dopo una pacata introduzione, che definire “lectio magistralis” sarebbe davvero riduttivo, di Giorgio Bert, tutti i partecipanti si sono immediatamente impegnati nel lavoro dei cinque “tavoli” di studio, come cinque piccole orchestre che suonassero all’unisono dopo il “la” dei direttori: Stefano Beccastrini per il gruppo “Prevenzione e promozione della salute”, Silvana Quadrino e il designer Jorge Frascara per “Buone pratiche comunicative nella relazione di cura”, Domenico Tangolo e Sebastiana Giordano per “Il bambino, la donna, la salute, la malattia”, Antonio Bonaldi per “Curare, quanto e come”, Sandra Vernero e Gianfranco Domenighetti per “Fra acuzie e cronicità: curare malti, curare malattie”.
Un primo giro di idee, alla ricerca di parole e concetti slow o fast per ciascuno dei territori esplorati, poi una superba relazione di Sandro Spinsanti: “Elogio della In-Decisione: perché le certezze sono fast, i dubbi sono slow”. E, dopo un secondo brainstorming nei gruppi, la presentazione da parte dei coordinatori di concetti e parole chiave, come una semina di interrogativi e di proposte, con l’impegno di ritrovarsi a Torino a metà di novembre. Ma anche con il proposito di iniziare da subito, nel quotidiano di ciascuno di noi, a cambiare, a restituire il giusto tempo alle cose da fare, da dire, soprattutto da ascoltare.
Con sobrietà appunto, ed anche con umiltà, rinunciando al compiacimento della deificazione del sapere – vero o presunto – se e quando esso è speculare alla reificazione della persona, rispettando la sua richiesta di aiuto, scegliendo con equilibrio, senza paternalismi o prosaiche furbizie, la strada più giusta da percorrere insieme. E, proiettandosi nei massimi sistemi, fare ognuno la propria parte, non importa se minima, nello sforzo di riconoscere che la tecnologia e il sapere medico hanno ancora dei limiti, che vanno riconosciuti e narrati, che è giusto anche sfidare talvolta, ma mai travalicare imprudentemente e impudentemente. Guarendo, possibilmente una volta per tutte, da quel delirio di onnipotenza, spesso scelleratamente anche professato, che già Maimonide, quasi duemila anni fa, definiva come il demone più insidioso per chi ha la vita e la salute delle persone nelle proprie mani.
Autore: Redazione FNOMCeO