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Specializzandi, Anelli (Fnomceo) a Manfredi (MUR) “Non sono studenti, sono medici a tutti gli effetti: trattarli come tali”. Anelli contesta la tempistica ‘a sorpresa’ nel Concorso 2020 e l’obbligo a somministrare gratuitamente il vaccino anti-Covid. E chiede un bando aggiuntivo straordinario e la condivisione delle competenze del MUR con il Ministero della Salute

Tre giorni e mezzo per giocarsi il futuro: con la consapevolezza che tutte le carte potrebbero ancora essere rimescolate. Si complica il ‘pasticciaccio’ del Concorso 2020 per l’accesso alle Scuole di Specializzazione di Area Medica, che sta tenendo in ostaggio i 24mila partecipanti, costretti a mettere in stand by le loro vite, da settembre, nell’attesa delle decisioni dei giudici amministrativi sul cospicuo contenzioso cui ha dato luogo il bando, e delle conseguenti riorganizzazioni del cronoprogramma da parte del Ministero dell’Università e Ricerca. A dare la notizia è oggi la Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici.

Ma cosa è accaduto, stavolta?

Con il ‘Decreto Direttoriale protocollo n. 0000220 del 11/12/2020’ – atteso e obbligato dopo la sentenza del Tar Lazio del 23 novembre, che ha annullato una parte del bando, ma pubblicato con una tempistica ‘a sorpresa’, venerdì sera, nell’aera riservata ai candidati del Portale Universitaly – il MUR ha comunicato un aggiornamento della graduatoria unica nazionale di merito.  E cosa significa, nella pratica? Che i candidati hanno una finestra temporale, che va dalle 20,30 dell’11 dicembre alle 12 di martedì 15 dicembre, per riformulare le loro scelte di tipologia e sede di specializzazione, a pena di decadenza. Peccato che, proprio per il 15 dicembre, sia attesa la decisione del Consiglio di Stato sull’impugnazione di altre sentenze Tar, quelle su una domanda malposta. E tutto potrebbe, di nuovo, cambiare.

Ci aspettavamo, certo, una riapertura dei termini, visto l’annullamento di una parte del bando del MUR – commenta il Presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici, Filippo Anelli -.  Quello che ci lascia perplessi è dare ai candidati un tempo così esiguo, e con il fine settimana di mezzo, per modificare le loro scelte. Ho parlato, giorni fa, di teatro dell’assurdo: in realtà questa storia sta diventando una tragedia, perché coinvolge e tiene in sospeso le vite, professionali e personali, di 24mila giovani colleghi, che ogni giorno vedono ribaltarsi la situazione e non sanno cosa sarà di loro, dei loro sacrifici passati e delle loro carriere future”.

Non si possono tenere 24000 vite appese al filo di una graduatoria che si rimescola continuamente; non si può pubblicare venerdì sera una circolare e dar tempo sino a martedì mattina per cambiare, una volta ancora, tutte le loro decisioni. Decisioni che non saranno, in ogni caso, definitive, perché sarà poi il Consiglio di Stato a sancirle o a rimodularle – continua Anelli.

Quello che forse il MUR non ha chiaro è che queste persone non sono studenti, sono medici – spiega Anelli -. Professionisti laureati, abilitati, che in gran parte hanno già prestato, per far fronte all’emergenza Covid, la loro opera nel Servizio Sanitario Nazionale, in ambito ospedaliero e territoriale: nelle Guardie, nel 118, nelle Rsa; oppure negli aeroporti, o per sostituire i colleghi, stremati, delle zone più colpite. In molti si sono licenziati, per partecipare al bando, altri hanno lasciato i loro corsi nella speranza di poter seguire la loro vera vocazione. A tutti i 24000 colleghi, ognuno con la sua storia, il suo vissuto, le sue aspettative, va la nostra piena solidarietà e la nostra gratitudine”.

Ma non basta: occorre riconoscere e ricompensare i sacrifici di questi medici – propone il Presidente Fnomceo -. Auspichiamo che il Ministro Gaetano Manfredi indica un bando straordinario aggiuntivo e riservato a coloro che hanno già partecipato alla prova, in modo da permettere a quanti più medici possibile di specializzarsi”.

Signor Ministro, lo diciamo ancora una volta: non si tratta di studenti, si tratta di medici – aggiunge Anelli -. Lo ribadiamo in quanto, in queste ore, si sta portando avanti un’altra incomprensibile e ingiusta discriminazione: a fronte della call del Commissario Arcuri, che coinvolgerà 3000 medici, regolarmente retribuiti, nella somministrazione del nuovo vaccino anti-Covid, c’è nell’aria una norma volta ad obbligare gli specializzandi a farlo gratuitamente, ripagandoli in Crediti formativi. È un doppio controsenso: da una parte si vogliono obbligare, per legge, dei professionisti a lavorare gratis; dall’altra, si riconosce valenza formativa ad attività che sono invece professionali, perché già acquisite nel corso di laurea”.

Sono medici – conclude Anelli -: una soluzione logica e naturale potrebbe essere quella di condividere la competenza degli specializzandi, ora in capo al Ministero dell’Università, con il Ministero della Salute, ministero vigilante per l’Ordine dei Medici, cui i colleghi appartengono a tutti gli effetti. Si potrebbero formalizzare, in altre parole, contratti di formazione-lavoro, per cui la formazione resterebbe sotto l’egida dell’Università, la parte professionale sotto quella della Salute, così come è per tutti i professionisti sanitari”.

 

 

 

 

 

Autore: M.Molinari - Ufficio Stampa

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