Stabilizzazione dei medici in servizio presso le reti nazionali per le cure palliative e la terapia del dolore

Sulla stabilizzazione dei medici in servizio presso le reti nazionali per le cure palliative e la terapia del dolore – Nella interrogazione si rileva che alcune indagini condotte dalla Federazione cure palliative (FCP) e della Società italiana di cure palliative (SICP) indicano che la metà dei medici palliativisti non possiede neanche una delle specialità indicate dalla legge n. 38 del 2010 e un terzo non ha alcuna specialità. Si tratta, comunque, di professionisti con diversi anni di esperienza, detentori delle più elevate competenze nel nostro Paese, gli stessi che hanno contribuito a fare la storia delle cure palliative italiane, permettendone lo sviluppo in una fase pionieristica e che rappresentano una risorsa indispensabile per garantire l’attività di assistenza ai pazienti. L’interrogante evidenzia che appare indispensabile consentire di operare, in deroga a quanto stabilito dall’articolo 15 del decreto legislativo n. 502 del 1992, ai medici che per numerosi anni hanno operato, con contratti di lavoro di tipo privatistico, nelle strutture pubbliche e private erogatrici di cure palliative, al fine di garantire la prosecuzione dell’assistenza a beneficio dei pazienti terminali e di preservare il cospicuo patrimonio di competenze professionali acquisito sul campo.  Si chiede se il Ministro della Salute sia a conoscenza della problematica esposta e se non ritenga di dover intervenire con apposite iniziative di tipo legislativo al fine di salvaguardare l’efficienza delle reti per le cure palliative in cui operano i medici che risultano privi dei requisiti richiesti dal comma 2 dell’articolo 2 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 2 marzo 2015. Nella seduta della Commissione Igiene e Sanità del 16 settembre 2015 interviene il Sottosegretario di Stato alla salute, De Filippo, che risponde all’interrogazione sottolineando che con l’Accordo Stato-Regioni del 10 luglio 2014, si è provveduto ad individuare l’elenco delle professionalità operanti nella rete delle cure palliative, tenendo conto di quanto già previsto dal legislatore. In occasione del perfezionamento del citato Accordo, si è posta la problematica relativa all’esclusione di quei medici, richiamati dalla citata legge n. 38 del 2010, i quali prestano servizio nelle reti regionali di cure palliative senza essere in possesso di una specializzazione e che, in assenza di uno specifico intervento normativo, non avrebbero potuto continuare a collaborare con il Servizio Sanitario Nazionale. Il Sottosegretario precisa quindi che  “il Ministero della salute ha predisposto lo schema di decreto di natura non regolamentare, che, dopo l’assenso politico della Conferenza Stato-Regioni nella seduta del 22 febbraio 2015, è stato adottato in data 6 giugno 2015. Nel decreto sono indicati i criteri per la certificazione dell’esperienza triennale nel campo delle cure palliative dei medici privi di specializzazione in servizio presso le reti medesime. Tali medici, pertanto, ottenuta la prescritta certificazione, saranno idonei ad operare nelle reti di cure palliative”).

Autore: Marcello Fontana - Ufficio Legislativo FNOMCeO

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