Stati Generali Salute/1: l’intervento di Maurizio Benato

Ha detto Matteo Renzi, presidente del Consiglio: "Chi fa il medico, il pediatra o l’infermiere deve sapere che non sta svolgendo solo un mestiere, ma sta contribuendo alla costruzione di un’Italia piu bella e più giusta". Ha sottolineato Beatrice Lorenzin, ministro della Salute: "Questo non è un convegno sulla sanità. Abbiamo voluto fare il punto sul presente e futuro della sanità italiana, rendendo aperto il dibattito, trasformandolo in un patrimonio comune per tutti i cittadini italiani. Nostro obiettivo prioritario è condividere l’agenda della salute con tutti gli italiani".

In questo scenario positivo (almeno a parole) e sicuramente stimolante, si sono avviati a Roma gli Stati generali della Salute, evento voluto dal ministro Lorenzin e che si è aperto con la presenza autorevole del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

Nella sessione pomeridiana dedicata al futuro delle professioni sanitarie a confronto in un SSN che cambia, è intervenuto in rappresentanza della FNOMCeO, il vicepresidente nazionale Maurizio Benato, che ha sviluppato soprattutto le tematiche della formazione medica. "Nel nostro Paese abbiamo eccellenze clinico-scientifiche che si riflettono in una formazione di alto livello, riconosciuta in ambito internazionale. Ma oggi ci chiediamo se tutto questo sia sufficiente. Ci chiediamo cioè se la tradizionale formazione biomedica – assolutamente coerente con le acuzie – sia oggi anche quella più adeguata alle cronicità ed alle poli patologie".

Chiaro che questa domanda, ha sottolineato Benato, "è una provocazione implicita al sistema formativo universitario, che dovrà aprirsi ad un nuovo modo di fare didattica, che permetta l’introduzione di tutte quelle scienze umane e tecnologiche che rendono grande la medicina".

All’interno di una sessione che ha visto anche gli interventi di biologi, infermieri, ingegneri clinici, Benato ha terminato il suo intervento ricordando che il mondo medico "è ben conscio che oggi il medico non è più l’unico autore della cura, visto che registriamo la collaborazione con altre 22 professioni sanitarie. Ma proprio in questo mutamento complessivo, sappiamo di essere chiamati a spostarsi da una medicina divisa e settoriale, verso una nuova professionalità basata sulla medicina potenziativa, capace di accompagnare sempre eticamente il cittadino nelle sue scelte di salute".

Autore: Redazione FNOMCeO

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