I servizi dei TG degli anni passati appena trascorsi che individuavano nella morte sul lavoro un’epidemia in fase crescente affermavano l’esistenza di una realtà esattamente contraria se riferita ai dati bruti nel loro complesso. L’andamento degli infortuni e delle morti in ambito lavorativo, infatti,avevano in questo caso un trend negativo conseguente alla crisi economica che iniziava a mordere in maniera sempre più evidente e dolorosa.Per identificare, almeno in parte attendibile, il livello di sicurezza dei luoghi deputati alla produzione e confrontarlo con quello degli anni precedenti, meglio sarebbe stato valutare percentualmente infortuni e morti tarandoli sul numero dei posti di lavoro registrati come tali in quegli anni in Italia. Sarebbe stata una valutazione presunta ma almeno omogenea: i dati del lavoro “in nero” sono infatti per loro natura presunti e spesso l’infortunio e la morte di un lavoratore diventano una spia monitorabile di questa realtà che di sicuro non fa onore.
N. Ferraro
Autore: Redazione FNOMCeO