Interrogazione e risposta del Governo – Sul futuro dell’istituto del medico di famiglia – Nella interrogazione si rileva che il sistema sanitario italiano prevede, ad oggi, la presenza diffusa su tutto il territorio nazionale dei medici di famiglia, quale primo presidio per le cure territoriali; dai dati Enpam, ente previdenziale delle categoria, si sa che, entro i prossimi 6 anni andranno in pensione circa 22000 medici di famiglia su tutto il territorio nazionale. Si chiede se sia intenzione del Governo promuovere una programmazione delle risorse umane fondata sui numeri dei fabbisogni reali della medicina generale, che sono stati, per altro, oggetto di uno studio recente sulle graduatorie regionali della medicina generale, attualmente all’esame della commissione area strategica formazione della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurgici e degli odontoiatri (FNOMCeO); se sia intenzione del Ministro della salute assumere iniziative di competenza affinché sia conservato almeno l’attuale livello nel rapporto tra medici di famiglia e pazienti a carico; quali siano gli orientamenti del Ministro della salute riguardo alla sopravvivenza dell’istituto del medico di famiglia anche per il prossimo futuro. Nella seduta della Commissione Affari Sociali del 4.5.17 il sottosegretario di Stato per la salute, Davide Faraone, risponde all’interrogazione sottolineando che sulla base della normativa vigente, la determinazione del fabbisogno dei medici di medicina generale costituisce un’attività di esclusiva competenza delle regioni e delle province autonome, così come l’intero percorso formativo del medico di medicina generale. In tale contesto, le risorse finanziarie messe a disposizione dallo Stato vengono determinate, ogni anno, mediante lo stanziamento di una quota fissa ai sensi dell’articolo 5 della legge n. 109 del 1988, che riserva una quota del Fondo Sanitario Nazionale all’erogazione di borse di studio per la formazione specifica in medicina generale. ”Per il triennio di formazione 2015-2018, informo che sono stati stanziati 38,735 milioni di euro, di cui 34,155 milioni di euro destinati al numero complessivo delle borse da finanziare nel solo anno 2015, che ricomprende le borse assegnate agli immatricolati al primo anno, ma anche quelle destinate ai medici iscritti ai corsi di formazione dei trienni precedenti. Più in generale, in merito agli orientamenti tesi alle future prospettive dello stesso istituto del medico di medicina generale, su cui è stata posta la particolare attenzione dell’onorevole interrogante, desidero informare che il Ministero della salute sta valutando la realizzazione di modelli organizzativi che vedono il medico in formazione specifica in medicina generale occupato sia nell’assistenza territoriale con maggiore densità assistenziale, attraverso il supporto di reti informatiche per la condivisione dei dati clinici, sia nell’assistenza continuativa al paziente e nella continuità temporale dell’assistenza. Infatti, una possibile soluzione della carenza di medici di medicina generale potrebbe rinvenirsi nella progressiva integrazione ed interazione dei medici in formazione con i medici già formati, attraverso forme di aggregazione complessa delle cure primarie. In tal modo, si potrebbe addivenire ad un accesso alla professione di medico di medicina generale attraverso una formazione che preveda una progressiva e graduale autonomia, così come già previsto per i medici in formazione specialistica universitaria, garantendo sia una copertura del servizio, con livelli motivazionali più alti da parte dei partecipanti al corso, sia il conseguente più rapido inserimento nell’area professionale”. “Giuditta PINI, replicando, ringrazia il rappresentante del Governo per la risposta completa e sottolinea l’urgenza di affrontare per tempo il tema dell’inadeguatezza degli attuali sistemi di formazione e gestione dei medici di famiglia, soprattutto in relazione alla tendenza allo spostamento degli interventi in ambito sanitario dalle strutture ospedaliere al territorio. Auspica pertanto che il Governo e le regioni adottino le iniziative di rispettiva competenza, al fine di rispondere in maniera soddisfacente alle esigenze dei pazienti e di affrontare i problemi posti dai numerosi pensionamenti previsti nell’immediato futuro”
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