Sussarellu sulla legge cure palliative e terapie del dolore approvata dal Senato

Approvata a fine gennaio anche dal Senato, la legge sul dolore e le cure palliative tornerà presto alla Camera per il testo definitivo. Poche, ma sostanziali, le modifiche apportate dal Senato ad una legge che è stata definita (Paola Binetti) una delle più importanti di questa legislatura, perché è decisamente al servizio del malato, esprime fiducia nei medici ed esalta l’umanità della medicina, che considera la vita, anche negli ultimi momenti, degna di essere vissuta.
Stefano Lillo (PDL) ha parlato di una “giornata storica”, Doriana Bianchi auspica che questa “buona” legge non rimanga un contenitore quasi vuoto.

Tanto clamore ed entusiasmo intorno a questo atteso documento trovano forse giustificazione nel fatto che finalmente il problema viene affrontato e risolto alla radice, senza “toppe” e senza provvedimenti tampone per uscire dalla fase volontaristica e pionieristica. Ancora una volta abbiamo chiesto un parere a chi vive ogni giorno la realtà del “dolore” perché a contatto con il malato, un presidente di Ordine: Agostino Sussarellu (Sassari).

Dottor Sussarellu, cosa pensa di questa nuova stesura del provvedimento uscito dal Senato?
Vi sono luci ed ombre. Innanzitutto rimane fuori dal contesto della legge ogni considerazione sul dolore acuto, mentre per la prima volta si differenziano nettamente le “reti” nazionali per le cure palliative e per la terapia del dolore, realtà appunto ben distinte.
L’ombra più preoccupante, nel nuovo testo, è la completa soppressione del comma 5 dell’art. 3, quello che prevedeva, in modo inequivocabile, la possibilità di commissariamento delle regioni inadempienti, ed il conseguente Osservatorio Nazionale Permanente.

Resta però il principio dell’adempimento regionale ai fini dell’accesso al finanziamento integrativo.
La ricaduta sarebbe del tutto negativa: i cittadini delle regioni inadempienti dovrebbero farsi carico dei maggiori costi derivanti dal mancato finanziamento integrativo, dunque oltre al danno la beffa.

Ci sono novità anche per la prescrizione dei farmaci?
A questo proposito abbiamo indubbiamente fatto dei passi avanti verso una prescrizione “dinamica”, meno macchinosa. Sparisce il ricettario speciale ed esiste la concreta possibilità di porre il malato nella condizione di effettuare la terapia per 30 giorni, con meno dispendio di tempo e più tranquillità per il malato stesso. Anche per i farmacisti diventa più semplice la dispensazione dei farmaci.

Novità sul fronte formativo per i medici?
Il nuovo testo perfeziona la possibilità (che diviene obbligo) di frequentare corsi universitari e master specifici validi sicuramente anche per il percorso personale di ECM. E’ sparito dal testo della Camera il termine “professionalizzanti” riferito ai master, i quali, a mio avviso, devono rimanere nell’ambito delle strutture che operano sul campo, altrimenti si prospetterebbe il rischio di una formazione teorica.

Altre considerazioni?
Ottima la definizione e la omogeneizzazione di un sistema tariffario per le due “reti”. Sinora non esisteva se non in minima parte, e ciò comportava differenze tra regione e regione. Negativa, invece, la previsione riguardante il finanziamento, davvero insufficiente (rispetto al testo della Camera, dalla somma precedentemente stanziata, risultano detratti 150.000 euro), per non parlare della mancata programmazione di organici specifici..

Altri punti secondo lei importanti.
Tra le definizioni e i principi innovatori della legge, al punto 4- art. 2 del nuovo testo, per la prima volta è stata stigmatizzata “L’ASSISTENZA SPECIALISTICA DI TERAPIA DEL DOLORE” come l’insieme degli interventi sanitari e assistenziali di terapia del dolore erogati da équipes specialistiche, in regime ambulatoriale, di day hospital, di ricovero ordinario e sul territorio. Il che non mi sembra poco.

Complessivamente quale è il suo giudizio?
E’ un giudizio moderatamente ottimistico, che spero diverrà nel tempo altamente ottimistico, quando tutti i complessi meccanismi si saranno messi in funzione consentendoci di essere, nel settore, un Paese da “imitare”, e quando i finanziamenti saranno finalmente adeguati agli obiettivi da raggiungere.

Autore: Redazione FNOMCeO

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