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Terapia del dolore: la Legge 38 va applicata

A sei anni dall’approvazione della Legge sulla terapia del dolore (n. 38/2010) le disparità di applicazione delineano un quadro di inteventi frammentato e difforme. Questo è quanto ha coralmente ribadito la tavola rotonda della sesta edizione di Impact Proactive – evento dedicato a terapia del dolore e cure palliative che dal 2010 chiama a confronto Istituzioni (Ministero della Salute, Regioni, Università), società scientifiche, associazioni di cittadini.

Scopo dell’appuntamento che si svolge annualmente a Firenze (come si legge nella presentazione del programma di quest’anno) è “chiudere il gap di mancata applicazione della normativa”, ma anche portare avanti “scelte sagge” che consentano di formare e aggiornare sul tema "tutti gli operatori sanitari (medici, infermieri, tecnici, psicologi, operatori socio-sanitari)" e in parallelo il “grande pubblico”, cioè tutti i cittadini.

Quest’anno ha aperto la discussione il Presidente della Commissione Igiene e Sanità al Senato Emilia De Biasi  secondo cui "la Legge 38 è una buonissima legge, ma richiede di essere applicata. La disparità nasce dalle diseguaglianze tra regioni: abbiamo 21 sistemi sanitari, 21 sistemi indipendenti", per cui occorrono un maggiore dialogo, una più intensa collaborazione e un’integrazione effettiva tra strutture sanitarie e servizi del territorio.  

Secondo il Presidente della Fondazione ANT (Assistenza Nazionale Tumori) Raffaella Pannuti, se da una parte la disparità di applicazione è inevitabile conseguenza dell’autonomia organizzativa riconosciuta alle Regioni dalla riforma del Titolo V della Costituzione, dall’altra, a monte, il testo di legge tra i cittadini risulta in ampia parte ancora ignoto.

Fonte: «Il Sole24Ore»

Autore: Redazione FNOMCeO

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