Tomassini: ci sono i presupposti per un iter spedito del 2935

Abbiamo intervistato il presidente della XII Commissione del Senato, Antonio Tomassini,
sui temi caldi della riforma ordinistica e della Sanità. "L’art. 32
della costituzione è tra quelli che più rappresentano il nostro Dna e i
valori che nascono dalle nostre radici"
. E sulle logiche dei tagli
indiscriminati: "Un conto è una logica oculata, appropriata e che eviti
gli sprechi, un altro è non finanziare sufficientemente un livello
qualitativo essenziale e non avere poi sufficienti risorse per tutelare
le conseguenti complicanze"
.


Senatore: in questi giorni la XII Commissione ha recepito le osservazioni della FNOMCeO sul DDL 3533. Si intuisce una forte vicinanza tra Commissione da lei presieduta e Federazione Nazionale. Lei conferma questo periodo di positiva comprensione?

Confermo la forte vicinanza e la comprensione: come accade nei momenti della tempesta, per le persone sagge, i motivi che uniscono diventano più forti di quelli che, al contrario, dividono. Inoltre, la reciproca stima e considerazione tra i vari componenti della Commissione che ho l’onore di presiedere, alla quale peraltro partecipano in gran parte medici e persone esperte della sanità, ha creato un clima di unitarietà che va ben oltre le posizioni dei gruppi di appartenenza.

La Federazione ha più volte sostenuto l’importanza della riforma dell’ordinamento professionale, come nuovo sistema di governo della professione a garanzia dei cittadini. Ora sembra che l’Atto Senato 2935 sia in dirittura d’arrivo: quale crede possa essere l’iter del Ddl Omnibus?
Proprio nel momento in cui rispondo alla vostra domanda mi danno notizia che anche il Gruppo IdV avrebbe sciolto la riserva ed aderito all’iter deliberante. Ciò, aggiunto alla ri-attualizzazione del testo da parte degli organi ministeriali, lascia prevedere una rapida soluzione al Senato. Si tratta di compiere un miracolo, ma talvolta, proprio di fronte agli ostacoli che appaiono insormontabili, i miracoli avvengono.

Tra le proposte avanzate dalla FNOMCeO in questo ambito c’è quella su colpa e medicina difensiva, con un’attenzione particolare della Federazione al collegio giudicante e al ruolo svolto dagli Ordini provinciali. Ritiene anche lei che sia fondamentale oggi intervenire in modo chiaro sul tema del rischio professionale? E crede che la funzione degli Ordini debba essere centrale come soggetto giudicante?
Non lo credo da oggi, ma ne sono convinto da sempre, o almeno dal primo momento in cui ho messo piede in Parlamento ed ho presentato come mio disegno di legge la riforma della responsabilità professionale. E’ quindi con soddisfazione che ho accolto il recepimento di almeno una parte della legge da parte del decreto sanità, ed ho grande fiducia che possa essere integrato e completato da quanto riusciremo ad inserire nel 2935, tra cui, spero, la definizione di atto medico. Sono assolutamente d’accordo che la funzione degli organi giudicanti debba essere centralizzata, perché spesso in quelli periferici si esercitano tutele corporative inaccettabili o persecuzioni faziose e immotivate. L’organo centrale sembra essere il più garantista di un giudizio imparziale.

Alla recente manifestazione dei medici italiani, la FNOMCeO è stata presente con tre striscioni che sottolineavano i valori dell’art.32, dell’autonomia e dell’indipendenza della professione e dei valori deontologici che la sostengono. Lei ritiene che siano ancora questi i temi fondanti della professione medica? Oppure devo essere messi in discussione in nome delle "riforme di sistema"?

L’art. 32 della costituzione è tra quelli che più rappresentano il nostro Dna e i valori che nascono dalle nostre radici. Difficile aver fatto il giuramento di Ippocrate e riconoscere la deontologia medica pensando di dimenticare quanto affermato da tale articolo. Ricordo, inoltre, che tale articolo, è arrivato fino ad oggi e ha retto, proprio per l’alto spirito di vocazione e sacrificio di tutti quelli che esercitano le professioni sanitarie. Se posso esprimere un sogno è che, per quanto riguarda la salute e la sanità, si ritorni a formare l’intergruppo parlamentare medico che esisteva nelle prime legislature dell’era repubblicana e che proprio nella valorizzazione dell’art. 32 trovava delle motivazioni e delle decisioni che superavano i gruppi parlamentari.

Di fronte a risorse inferiori, il rischio che il servizio sanitario nazionale corre oggi è quello di doversi piegare alle logiche della contabilità. Lei cosa risponde a chi antepone i "buoni conti" alla "buona sanità"?

La buona sanità prescinde dai buoni conti e deve avere un occhio più lungimirante. Sarebbe come rinunciare alle vaccinazioni per eliminare una spesa immediata, senza pensare a quante problematiche creerebbe togliere tale pubblica tutela, oppure inserire una protesi di poco conto sapendo che dovremmo rinnovare gli interventi a breve termine. Un conto è una logica oculata, appropriata e che eviti gli sprechi; un altro è non finanziare sufficientemente un livello qualitativo essenziale e non avere poi sufficienti risorse per tutelare le conseguenti complicanze. Dobbiamo avere il coraggio di superare le tirannie ragionieristiche e finanziarie.

Per finire: sappiamo che la sua visione del nuovo modello di sanità nel nostro Paese ipotizza una sempre maggior coesione tra sistema sanitario e sistema di assistenza sociale. La professione medica sarà presente nella governance del nuovo modello di Welfare che sta nascendo?
Vorrei ricordare che il welfare è stata una invenzione italiana che ci ha visto maestri al mondo. A causa della grave crisi attuale, tutti i sistemi di declinazione Beveridge o Bismarck sono saltati. Per poter pensare ad un welfare del futuro efficiente bisogna necessariamente creare una confluenza tra l’assistenza sociale sanitaria e una agilità che sappia spostare le garanzie dove è necessario, nella misura necessaria e non creare compartimenti stagni non dialoganti tra loro, che sono la vincita alla lotteria per chi ci entra e l’esclusione discriminatoria per chi rimane fuori. Credo che proprio questo sia uno dei temi cruciali su cui la politica del futuro troverà il proprio confronto.

Autore: Redazione FNOMCeO

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