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Tutela dell’informazione, deontologia ed efficacia mediatica

DCA

Media e tutela del cittadino, anche in condizioni di disabilità. Il
commento di Angela Ferracci, Presidente Cido, Comitato Italiano delle
Persone Affette da Obesità e Disturbi Alimentari.

Come Cido, e come Osservatorio Nazionale antidiscriminazione, riceviamo molte richieste dai media e altri enti di informazione per individuare persone disposte a farsi fotografare, cioè disposte ad apparire. Questo è oggi il vero nodo del rapporto tra informazionee disabilità: oggi i media sembrano aver capito che la rappresentazione è un terreno difficile da trattare perché non ha a che fare con il pudore, almeno non solo. Dietro c’è la paura della discriminazione che sappiamo essere sempre più diffusa in modo trasversale a diverse “categorie”. Senza dubbio, come CIDO, riconosciamo che c’è un’attenzione maggiore da parte dei media, sia nell’uso degli strumenti sia nei linguaggi utilizzati. Tuttavia permane un gap molto forte tra due livelli opposti di fare informazione: la spettacolarizzazione,con l’esaltazione di storie di coraggio, quando non di guarigione, con toni sensazionalistici che ammiccano al “miracolo”. Dall’altra parte la tendenza a raccontare la sventura, l’accanimento della vita contro “i più sfortunati”,“gli infelici”. E allora ben venga la fine tragica delle storie, tanto più gettonate quanto più strappalacrime. Molte volte abbiamo avuto notizia di casi “esclusi dalla cronaca” perché troppo positivi, troppo normali. La risposta? Non fa audience.

Ciò che manca, a nostro avviso, è l’equilibrio tra l’informazione e la notizia, cioè tra una corretta diffusione di conoscenza e di cultura sulla disabilità e l’esigenza, comprensibile per i media, di fare ascolti. Le due cose però non sono inconciliabili perché in fondo si parla sempre della vita, quella di tutti, con problemi, limitazioni e disagi che possono capitare in qualunque momento. Il rischio però è confondere la persona disabile, che porta la sua testimonianza, con la disabilità, operando generalizzazioni e banalizzazioni che inquinano l’informazione e la sviliscono.

Ne è un esempio il tono antiscientifico di molte trasmissioni che si appellano spesso alla malasanità, alla difficoltà di accesso alle cure, per tratteggiare in modo ancora più fosco condizioni di disagio e di infelicità. Altro esempio è quello dei format, televisivi o sulweb, che stimolano la competizione sul terreno di diverse  patologie: obesità, anoressia, disabilità motorie… Anche su questo riceviamo molte notizie di persone che vogliono ”arruolarsi” in questi gruppi spettacolarizzati. Come Istituzione, questo fenomeno ci rattrista e ci preoccupa perché sembra essere l’unico modo per alcuni di autorappresentarsi in modo vincente, ignorando la condizione di malattia. Questo accade perché in alcuni ambienti non sono garantiti i diritti di base e più profondi, quelli non scritti,  che assicurano ad un essere umano di essere prima riconosciuto, poi ascoltato e accettato.

Esiste dal 2009 “TUTTINRETE”, il Tavolo Interistituzionale e Interprofessionale nato per promuovere una cultura della tutela dei minori nel rapporto con i mezzi di informazione. Lei cosa ne pensa della presenza di minori, e con patologia, in campagne di comunicazione per esempio rivolte alla raccolta fondi o alla beneficienza?

Come dicevo, esibire è sempre un errore di comunicazione, almeno quella corretta, per non usare la parola “etica” che quasi sempre ha un sapore retorico. Credo però che, senza mostrare, si possano dare molti messaggi. Spesso in queste campagne l’uso dell’immagine ha certamente obiettivi positivi, ma ciò che sfugge è la finalità: si parla di quella storia, unica e irriducibile o della malattia che l’ha attraversata? Da qui forse bisogna partire, riflettendo sul fatto che più di un’immagine vale un contenuto. Perché la conoscenza dura di più della suggestione. Almeno se siamo concordi che la direzione comune sia quella di una cultura della disabilità, che ha a che fare con la scienza, col diritto, con l’etica, e con la politica

Autore: Redazione FNOMCeO

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