Quando si tratta di salute, la tv è una “buona dottoressa” o piuttosto, come sosteneva il filosofo Karl Popper in un famoso saggio, una “cattiva maestra”? Se lo chiedono le giornaliste Rai Maria Vittoria Savini e Roberta Gisotti in un libro – dal titolo, appunto, “Tv buona dottoressa?” – appena uscito per le edizioni Eri, e presentato recentemente nella sede Rai di Via Teulada.
A rispondere all’interrogativo sono stati chiamati i protagonisti del mondo della medicina e di quello della comunicazione: da Rita Levi Montalcini a Silvio Garattini, da Livia Azzariti a Guglielmo Pepe, da Anna La Rosa a Piero Angela. E tra questi il primo è stato il presidente della FNOMCeO, Amedeo Bianco, intervistato da Maria Vittoria Savini sul tema “Giornalisti esperti di medicina o medici esperti di comunicazione?”.
“La soluzione è nella buona comunicazione – ha risposto Bianco – Sia quando è fatta da un medico con gli abiti del giornalista, sia quando è proposta dal giornalista con un profilo di competenze mediche. […] Il giornalista rischia di banalizzarla troppo, il medico rischia di tecnicizzarla troppo. Entrambi hanno dei rischi ed entrambi hanno delle opportunità”.
Sempre Bianco è stato chiamato, insieme al ministro della Salute Ferruccio Fazio, al presidente della Fnsi Roberto Natale, al vicedirettore Rai Antonio Marano a presentare il volume presso la Rai.
A Luciano Onder, moderatore dell’evento, che gli chiedeva, appunto, se la Tv fosse una buona dottoressa, il presidente dei medici italiani ha risposto che non si può generalizzare, in quanto il giudizio va calibrato sulla mission della trasmissione.
“Esistono trasmissioni radiotelevisive – ha spiegato Bianco – che fanno una buona comunicazione, altre che puntano a una spettacolarizzazione dei fatti, anche a discapito della correttezza dell’informazione”.
“Bisogna comunque sempre tenere presente – ha continuato – che la cronaca ha delle esigenze, la notizia ha delle esigenze: deve essere tempestiva, efficace, trasparente. E tra i vari ambiti della comunicazione della salute, la cronaca è l’aspetto più critico, perché attiene a profili sensibilissimi dell’opinione pubblica”.
Ma se il clamore intorno ai presunti casi di malasanità rischia, come afferma il presidente, di “minare l’immagine di competenza e qualità dei nostri medici, facendo perdere la fiducia ai pazienti”, anche l’eccessivo risalto dato alle nuove scoperte può avere dei risvolti negativi. “Oggi siamo ridondanti di notizie, anche di buone notizie – ha infatti affermato Bianco – Queste conquiste della medicina, che sono segnali di sviluppo ma non di onnipotenza, vanno però calate nella realtà, nella pratica clinica. Il rischio è quello di dare un’immagine infallibile della medicina che tutto cura e tutto risolve, e quindi di non fare accettare i suoi limiti”.
D’accordo anche il ministro Fazio che, dopo aver ammesso gli errori di comunicazione fatti in occasione della pandemia influenzale, ha ricordato che “è utile informare sulle nuove tecniche supportate da evidenze scientifiche”, ma dicendo “no alle fughe in avanti o alla presentazione di tecnologia senza validazione scientifica”.
Su un altro punto hanno concordato il ministro e il presidente: il nostro Sistema sanitario è in ottima salute. Ma se – ha concluso Bianco – “la buona Sanità ha il Sistema sanitario, che è tra i migliori al mondo, e i buoni medici, la buona Salute, invece, la curano in tanti: oltre ai “dottori”, anche gli insegnanti, gli urbanisti, gli architetti. E i giornalisti”.
Ha raccolto l’invito il presidente della Fnsi, Roberto Natale, che ha ricordato come la Fnsi abbia già avviato con la FNOMCeO un programma per costruire insieme, medici e giornalisti, la buona salute.
Autore: Redazione FNOMCeO