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Ucciso dal tumore provocato dalle sigarette: niente risarcimento, la sua era una “scelta libera e consapevole”. Anelli: “Lo Stato deve intervenire con campagne di prevenzione, i professionisti aiutino a scegliere in modo più consapevole”

“La dannosità del fumo costituisce un dato di comune esperienza: è una scelta libera, consapevole ed autonoma, quella di fumare nonostante la nocività del fumo. Ed è impossibile sostenere che la nicotina annulli la capacità di autodeterminazione della persona, costringendola a fumare – senza possibilità di smettere – dai due ai quattro pacchetti al giorno”. È quanto hanno affermato i giudici di secondo grado in merito alla richiesta di risarcimento di un uomo, un fumatore incallito, cui era stato diagnosticato un tumore al lobo inferiore del polmone sinistro, addebitabile, secondo il suo punto di vista, “ai soggetti che hanno prodotto le sigarette e le hanno messe in commercio”. Un atto d’accusa, il suo, contro lo Stato italiano e l’azienda americana produttrice di sigarette da lui consumate, le Marlboro.

I giudici della Cassazione hanno definitivamente respinto la richiesta di risarcimento dell’uomo, nel frattempo deceduto a causa del tumore (leggi la sentenza). Per i giudici, infatti, sono noti gli effetti nocivi del tabacco e la sua scelta di fumare è stata libera e consapevole.

Stili di vita e istituzioni: per i Giudici della sentenza l’uso del tabacco è noto. La responsabilità è del cittadino. Presidente Anelli, secondo lei che rapporto c’è fra educazione sanitaria individuale e responsabilità istituzionale nelle scelte di salute?

“Non vi è dubbio che la responsabilità sia del cittadino. Tuttavia, gli effetti sulla società e sul sistema salute ci sono. Dunque non si può immaginare, al di là delle responsabilità individuali, un disinteresse dello Stato: occorre promuovere campagne di educazione sanitaria a scuola e campagne di prevenzione mirate ai fumatori”.

Secondo lei, cosa non funziona nelle campagne di salute sul fumo, posto che gli studi di riferimento attestano che l’appello alla paura in ambito di comunicazione pubblica non ha effetti persuasivi?

“Bisogna smontare il concetto che sulla salute il cittadino possa decidere da solo come in un supermarket. Sono i medici i professionisti della salute in grado di mettere il cittadino nelle condizioni di decidere in modo consapevole. Occorre il loro coinvolgimento, sostenuto da campagne di comunicazione”.

Autore: Redazione

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