Udine: Ambiente e Salute hanno bisogno di medici sentinella

“La collaborazione tra il settore ambientale e il settore sanitario è fondamentale per proteggere la salute umana dai rischi di un ambiente pericoloso o infetto e per creare ambienti fisici e sociali basati sulla promozione della salute. I pericoli per l’ambiente costituiscono un importante determinante della salute; molte condizioni sanitarie sono legate all’ambiente, come l’esposizione all’inquinamento atmosferico e l’impatto del cambiamento climatico, e interagiscono con i determinanti sociali della salute”: attorno a questa determinazione europea espressa all’interno del documento finale del Forum Europeo sulla “Politica Sanitaria" (Bruxelles 2012) si è mosso il convegno internazionale “Medici Sentinella per l’Ambiente a tutela della salute dei cittadini”, tenutosi nel week end a Udine e promosso dalla FNOMCeO e dal locale Ordine dei Medici e degli Odontoiatri.

Il tema non è assolutamente nuovo per Federazione e Ordini, visto che, come ha ricordato il presidente FNOM, Amedeo Bianco, “abbiamo già lavorato, alla luce del codice 2006, sul tema ambiente e salute intervenendo nel pieno dell’emergenza immondizia a Napoli e poi a Taranto nella terra delle polveri. Da queste consapevolezze abbiamo costruito una scelta culturale oltre che civile nell’impegno su temi apparentemente lontani da quelli su cui siamo formati e costruiti”.

Tema non nuovo, ma a Udine c’era da registrare un netto passo avanti. Anzi, si potrebbe parlare di due passi avanti: con l’avvio di un corso Fad inserito nel progetto complessivo di formazione della FNOM, e con la presentazione di un progetto-pilota di “medici sentinella”, “cioè professionisti che non si limitano ad osservare e ad essere campanelli di allarme”, ha detto Bianco, “ma forti di una cultura, di dimensione tecnico scientifica, di un bagaglio di competenze, di una visione etico e civile, devono riverberarsi in azione e comportamenti e in politiche attive che siano in grado di operare e proteggere al meglio la salute dei cittadini”.

Medici italiani, sanità europea e politiche attive: su questo tema ampio spazio hanno avuto le esperienze internazionali, di salute pubblica e di associazioni mediche, con gli interventi della Uemo (con la lunga esemplificazione britannica di Caroline Jessels, direttore del dipartimento di salute pubblica del South England), Uems (con Luigi Conte che ha letto la Dichiarazione su ambiente e salute – Larnaca 2012, con cinque principi che si aprono con la dichiarazione che “la promozione della responsabilità ambientale tra gli operatori sanitari, pazienti e società intera è uno dei fondamentali obblighi etici dei medici specialisti e di tutti i medici”) e Ceom.

Ma Nicola D’Autilia, in qualità di presidente di quest’ultima realtà, ha ricordato che “purtroppo non è ancora affermata nella coscienza dei medici europei la necessità estesa dell’approfondimento dei temi ambientali”. Affermazione forse sorprendente, ma che ha un fondamento chiaro: la relazione tra ambiente e salute è assente da quasi tutti i codici deontologici degli Ordini. In effetti, quindi, l’Italia “è avanti su questi argomenti, grazie soprattutto alla posizione espressa negli anni dal nostro Codice deontologico”.

E proprio sull’art 5 del nuovo Codice Deontologico (“Promozione della salute, ambiente e salute globale”: “Il medico, nel considerare l’ambiente di vita e di lavoro e i livelli di istruzione e di equità sociale quali determinanti fondamentali della salute individuale e collettiva, collabora all’attuazione di idonee politiche educative, di prevenzione e di contrasto alle disuguaglianze alla salute e promuove l’adozione di stili di vita salubri, informando sui principali fattori di rischio…..”) si è concentrato nel suo intervento Maurizio Benato, un excursus etico ed epistemologico concluso con la considerazione che “si tratta di far entrare nel patrimonio della medicina, per farne un terreno di azione, alcune categorie che storicamente hanno contribuito a definire gli ambiti della stessa: la categoria filosofica dell’unità e della totalità del corpo e della sua psiche, la categoria di ambiente e la categoria politica di salute pubblica, che supera il concetto individualistico della cura ad personam per rivolgersi ad una difesa della salute applicata ad societatem. Per giungere a questo il medico dovrà ampliare la propria ottica allargandola ad una visione globale di interdipendenza e di applicazione uniforme degli stessi concetti di salute e cura, prescindendo dai fattori sociali, culturali e territoriali fonte di discriminazione”.

Una “visione globale” nella quale, come ha detto detto Bianco, “ogni medico responsabilizzato può essere una sentinella”. Visione globale che è piattaforma dei contenuti che sono l’oggetto del corso di alfabetizzazione sui problemi ambientali FAD FNOMCeO che durante la seconda sessione di venerdì pomeriggio (17 ottobre) è stato presentato da Giuseppe Miserotti, il cui intervento è stato seguito da quello di Pietro Dri (direttore di Zadig), che ha ricordato la storia e i numeri della partecipazione ai progetti Fad promossi e messi a disposizione di medici e odontoiatri da parte della Federazione. Un dato, interessante e confortante: il nuovo corso “medici sentinella” nelle prime 24 ore di vita on-line ha visto oltre 150 colleghi che già hanno completato il corso esprimendo, giudizi entusiasti.

Il nuovo corso FAD della FNOM è strettamente connesso a quello che Emanuele Vinci (coordinatore del Gruppo di lavoro Salute e Ambiente della Federazione degli Ordini) ha definito “modello di sorveglianza professionalmente attiva” che ha portato all’avvio del progetto dei “Medici sentinella”. “Il sistema di monitoraggio che vogliamo avviare”, ha detto Vinci, “si basa su una rete di medici sentinella costituita da medici di medicina generale e di pediatri di libera scelta, che segnalano i casi di influenza osservati tra i loro assistiti”. “Si tratta”, ha aggiunto Roberto Romizi, coordinatore di Isde-Medici per l’Ambiente, “di creare un team di professionisti orientati all’uso strategico di informazioni e altre risorse per migliorare la salute pubblica, motivando l’autorità decisionale ad adottare il principio di responsabilità, diventando così il punto di raccordo fra la popolazione e le istituzioni”.

Il convegno di Udine è terminato con la sessione moderata da Maurizio Rocco (OMCeO Udiine) e incentrata sulla relazione fra situazioni ambientali e salute nel territorio della regione FVG con gli interventi di Giorgio Mattassi (Arpa di Udine) che ha ricordato le relazione fra elettromagnetismo e salute e Adriano Cattaneo (epidemiologo del Burlo Garofalo di Trieste) con una relazione tra gravidanza e inquinamento ambientale. 

Autore: Redazione FNOMCeO

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