La campagna, della durata di tre mesi, si è articolata in una serie di controlli in diciannove città italiane, concentrati soprattutto nei fine settimana e in concomitanza di festività o ricorrenze in cui si intensifica la pratica della pseudocultura dello “sballo”. Questa operazione sperimentale di repressione preventiva di un’abitudine voluttuaria pericolosa per chi la pratica e dai risvolti potenzialmente mortali per chi può essere coinvolto, suo malgrado, in gravi incidenti stradali, si è articolata in controlli svolti dagli agenti della Polstrada insieme a medici impegnati ad eseguire un test di laboratorio sulla saliva a risposta rapida. In caso di positività al conducente è stata ritirata la patente per dieci giorni e in questo lasso di tempo il guidatore è stato sottoposto ad accertamenti di laboratorio più approfonditi in un centro medico per confermare la positività individuata dagli agenti della Stradale (vedi). L’atteggiamento “garantista” di questa procedura sanitaria preventiva è giustificata dal livello di attendibilità del test (più alto rispetto ai kit precedenti ma gravato ancora da falsi positivi), ben presente alle Forze dell’Ordine (vedi).
La campagna ha avuto grande risalto mediatico (vedi) e istituzionale (vedi),(vedi). A distanza di pochi giorni dalla fine di questa sperimentazione circolano già le prime indiscrezioni sullo scenario di sicurezza alla guida che si potrà tratteggiare dall’esame finale dei dati raccolti. Sono dati inquietanti: il 10% di chi incontriamo alla guida per strada sembra aver fatto uso di sostanze voluttuarie psicotrope (quando non propriamente stupefacenti) in grado di compromettere la vigilanza in modo grave e in non pochi casi gravissimo (vedi), (vedi).
Una realtà sommersa e sottovalutata che l’analisi laboristico-tossicologica degli scarichi fognari italiani (soprattutto al Nord) conferma da anni (vedi), e che come pratica laboratoristica riusciamo addirittura ad esportare negli Usa (vedi).
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Autore: Redazione FNOMCeO
